Pietro Metastasio e il Melodramma.

Pietro Metastasio e il melodramma
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di Sergio Mauri

Indice.

Contestualizzazione

La scala musicale

Il sistema temperato

Contesto del Seicento

Contesto del Settecento

Specifiche

Keplero e l’Harmonicaes Mundi

Sintesi

La domanda da cui sono partito per la mia parte di relazione è la seguente: perché la nostra musica suona così e più o meno quando è successo che ne è stata impostata la struttura che a grandi linee dura ancor’oggi? Innanzitutto dobbiamo capire che stiamo parlando di musica e cultura occidentale, espressioni di una certa umanità che si è nel tempo imposta nell’ambito culturale mondiale quale egemone attraverso il veicolo della rivoluzione industriale, di cui la scienza è stata levatrice. La scelta che fece Keplero nel suo Harmonicae Mundi, di cui tratterò, di abbinare geometria, astronomia e musica  attraverso la patina fissatrice ed omologante della religione è stata una scelta culturale in linea con il suo tempo, ma legata anche al peso che ha per noi il linguaggio scritto.

Contestualizzazione.

Il teatro del ‘700 è influenzato dal classicismo. Ripropone modelli antichi, non complessi. Nella tragedia si rispettano le 3 unità aristoteliche di luogo, tempo e azione. La commedia, invece, vuole imitare la natura.

Il pubblico si amplia con l’apporto di quello borghese e attraverso il teatro gli intellettuali possono veicolare i contenuti delle proprie opere ad un pubblico più vasto. Per gli illuministi il teatro è un potente strumento educativo e di analisi sociale.

La tragedia – tuttavia – viene ben presto accantonata per la commedia e il melodramma. Quest’ultimo, con le sue vicende sentimentali, la sua leggerezza, la sua musicalità, conquista i teatri europei. Il melodramma o “opera seria” è all’incontro fra diverse arti: recitazione, canto, musica strumentale, scenografia, danza e poesia. Gli effetti scenografici attraggono il pubblico.

Nasce il libretto, cioè il testo che accompagna la musica. Gli elementi caratterizzanti sono: semplificazione dei dialoghi e convenzionalità del linguaggio, forme strofiche rigorose, distinzione fra recitativi (l’azione procede) e arie (l’azione è ferma).

Il melodramma è una successione di arie dove trionfa la bravura vocale degli interpreti; quindi il ruolo del poeta è marginale. Contro questa tendenza Apostolo Zeno cerca di ridare importanza al recitativo nei confronti degli aspetti spettacolari. Questa operazione verrà completata da Pietro Metastasio che ribadirà l’autonomia del libretto rispetto alla musica.

Metastasio (Pietro Bonaventura Trapassi) nasce a Roma nel 1698. Viene adottato da Gravina, fondatore dell’Accademia dell’Arcadia nata in contrapposizione al Barocco, riceve un’educazione classicista, tanto che grecizza il proprio cognome in Metastasio. Prende gli ordini religiosi, si trasferisce a Napoli. Arriva al successo con la Didone Abbandonata. Ha contatti con la nobiltà viennese nel periodo degli Asburgo a Napoli. Nel 1730 si trasferisce a Vienna e diventa poeta cesareo alla Corte di Vienna.

I capolavori sono: Demetrio, Olimpiade, Demofoonte, La clemenza di Tito, Attilio Regolo. Interessante e corposo l’Epistolario.

La Riforma Calzabigi-Gluck: nuovi equilibri tra testo e musica:

  1. continuità dell’azione: scompare la distinzione tra recitativo e aria;
  2. niente virtuosismi;
  3. realismo della storia;
  4. scene fisse.

Questa riforma però si risolve in un parziale insuccesso.

Da notare che le arie finali servono a tirare le fila dell’azione. I sentimenti vengono esplorati in modo da metterne in risalto le contraddizioni.

La scala musicale.

Vediamo quindi.

  1. sistema greco-pitagorico <—> cinese
  2. Archita —> Didimo e Tolomeo —> Musica Tonale —> Zarlino —> stabilire rapporti semplici applicati alla lunghezza di una corda (monocordo)
  3. partitore degli intervalli —> radice di 2 corrispondente al numero di gradi da immettere nella scala: —> Werckmeister (1690) & Bach nel Clavicembalo ben temperato (1° 1722, 2° 1744)

                               —> 12 semitoni —> radice dodicesima di 2

                               —> Scala temperata

                               —> Temperamento definitivo pianoforte nel 1917

Il sistema temperato.

  • Contesto del Seicento.

Nel Seicento abbiamo un processo di laicizzazione che si accompagna ad un maggior interesse per la natura e alla riscoperta dell’umano nei confronti del metafisico. In musica questa riscoperta significa una rivalutazione del profano e dei valori edonistici ed espressivi, il tutto ai confini dello scetticismo e del relativismo, cioè nell’illusorio e nel mutevole che fa del teatro e del melodramma l’arte del ‘600.

  • Contesto del Settecento.

Caratteristica del secolo è un nuovo spirito di critica che investe tutti i campi del sapere. Inoltre, si segnalano l’incremento della vita urbana, la crescita della borghesia, lo smantellamento alla fine del secolo della corte di Versailles e l’ampliamento del pubblico nonché il decentramento del consumo musicale. Il temperamento equabile si afferma in questo contesto a causa dell’ampliamento dei procedimenti di modulazione e del numero delle tonalità.

  • Specifiche.

Il temperamento equabile serve a stabilire precisi rapporti matematici fra gli intervalli nell’ottava. Se gli strumenti venissero accordati secondo i suoni naturali (senza batimenti) i suoni delle ottave distanti da quella di partenza sarebbero differenti per eccesso o per difetto. Inoltre sarebbe impossibile ogni concezione armonica della musica poiché a differenza si sommerebbe differenza. Temperare, cioè modificare i suoni, era necessario in modo che tutti gli intervalli di qualsiasi ottava si succedessero a distanze fra loro costanti. Lo scopo fu raggiunto attraverso la suddivisione dell’ottava in 12 semitoni perfettamente uguali. Il sistema temperato quindi non è che il sistema tonale leggermente ritoccato.

  • Keplero e l’Harmonicaes Mundi.

Keplero concentra la sua riflessione sulla musica come sistema nel Libro III° dell’Harmonicae Mundi del 1619, fra i primi due geometrici e gli ultimi due astronomici. Tratta di rapporti numerici condivisi dal moto dei pianeti e dalla scala musicale occidentale. Keplero individuò un intervallo musicale nel moto di un pianeta mettendo in rapporto le velocità angolari all’afelio e al perielio: ad esempio in Marte è 2/3 cioè un rapporto di quinta come fa-do.

Keplero constatò che il rapporto numerico tra la velocità massima e minima (afelio e perielio) dei pianeti vicini generava una consonanza (per approssimazione) armonica sorprendente spiegabile solo con una volontà divina per l’armonia dell’universo. Unica eccezione, per congiunture astrali, tra il perielio di Marte e l’afelio di Giove (semitono).

La prima legge di Keplero che sostiene il moto ellittico dei pianeti cade negli stessi anni in cui si passa dallo stile rinascimentale a quello barocco. Si passa dalla fissità perfetta del cerchio all’eccentricità dell’ellisse.

Sintesi.

Riassumiamo il tutto in uno schema.

1) Keplero —> Harmonicaes Mundi (1619) —> nel 3° libro rapporti numerici tra moto dei pianeti e scala musicale.

2) Nel ‘600 —> laicizzazione, rivalutazione del profano e dell’edonismo. Nel ‘700 —> incremento della vita urbana, del pubblico e del decentramento del consumo musicale.

3) Scala temperata  —> Werckmeister —> 1691 —> temperamento definitivo del pianoforte nel 1917.

4) Clavicembalo ben temperato —> 1° 1722 ; 2° 1744

5) Temperamento equabile —> rapporti matematici fra gli intervalli nell’ottava. Accordatura naturale, senza batimenti (onde sonore di frequenza in leggero contrasto) —> ottave distanti da quella d’origine differenti per eccesso o difetto, quindi impossibile una concezione armonica.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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