Alcuni dati sul Cambiamento climatico.

Alcuni dati sul Cambiamento climatico
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di Sergio Mauri

Il sito della NASA (https://climate.nasa.gov) riporta i dati aggiornati del cambiamento climatico al 20 febbraio 2023 abbiamo i seguenti valori: 419 parti per milione (ppm) di CO2 rispetto a meno di 380 del 2005; la temperatura globale è salita di 1,1°  dall’era preindustriale; l’estensione dei ghiacciai artici è diminuita del 12,6% dal 1979; l’antartico ha perduto 151 miliardi di tonnellate metriche per scioglimento dal 2002, mentre la Groenlandia, dal 2002, ha perduto 273 miliardi di tonnellate metriche[1] di ghiaccio per scioglimento; il livello del mare è aumentato di 4 pollici da gennaio 1993 (103 millimetri) mentre se partiamo dal 1900 e ci fermiamo al 2018, l’innalzamento e di circa 210 millimetri; gli oceani[2] dal 1955 si sono riscaldati di 345 zettajoules.

Anche il Fondo Monetario Internazionale, al suo Climate Change Dashboard (https://climatedata.imf.org/pages/climatechange-data) riporta i seguenti dati, con fonti parzialmente differenti: 1,4° in più nel 2021, rispetto al 1961; per la CO2 siamo passati da 369,5 ppm del 1 gennaio 2000 a 419 del 1° dicembre 2022; anche l’istogramma della concentrazione mensile di CO2 dimostra una tendenza a salire dal 2000 e una costanza di valori in un range tendente al rialzo; anche l’istogramma del livello del mare parla chiaro e mostra un trend decisamente in salita dagli anni Novanta del Novecento (al 5 gennaio 1993 – 14,6 millimetri) al 2022 (+84,3 millimetri al 8 novembre 2022). L’innalzamento annuale dei mari, tra cui anche l’Adriatico, è chiaro: il record mondiale è del Mar Baltico a parità con quello Indonesiano, del Golfo del Messico e del Golfo Persico con 4,3 millimetri. Il mare Adriatico si attesta a +2,3 millimetri annui; l’indice di copertura della terra e sue alterazioni che si riverberano sulla regolazione del clima, ovvero l’abilità della terra di assorbire o diminuire l’impatto della CO2 nell’atmosfera. Il diagramma dimostra un lieve, ma costante aumento di alterazione climatica, di neutralità climatica e di regolazione climatica proprio in quanto autodifesa dei sistemi naturali dalle alterazioni introdotte; di interesse la frequenza dei disastri correlati al clima che hanno visto un deciso aumento di tutti gli indicatori: inondazioni, frane, temperature estreme, tempeste e parzialmente della siccità.

Vediamo ora il World Environment Situation Room, programma ambientale delle Nazioni Unite che conferma questa tendenza al riscaldamento globale e al Climate change, con fonti anche qui parzialmente diverse (https://data.unep.org/climate/): CO2 420,99 ppm rispetto a 315,7 del marzo 1958; l’innalzamento termico della superficie terrestre viene dato a 0,85° con una chiara tendenza all’aumento; l’anomalia della temperatura globale è data a 0,88; la riduzione del ghiaccio artico viene data nell’ordine di 1,14 milioni di kmdal 1981 al 2010; il livello del mare è dato in rialzo di 84,2 millimetri dal 1992; decremento annuale della massa dei ghiacciai (1,18 m w.e.).

Anche la Banca Mondiale si interessa di cambiamento climatico, confermando il dato fondamentale del cambiamento climatico in direzione del riscaldamento globale (https://data.worldbank.org/topic/climate-change e https://climateknowledgeportal.worldbank.org), dati non solo globali, ma anche divisi per Stato e regioni. Ciò accade anche per le Nazioni Unite (ONU) che dedica, al pari degli altri siti istituzionali parecchie energie per documentare e argomentare il cambiamento climatico (https://un.org/en/climatechange/what-is-climate-change). Lo stesso governo degli Stati Uniti mantiene un sito Internet dove vengono rilasciate informazioni sul cambiamento climatico e argomenti correlati (https://data.gov/climate/). Anche il segretariato dello UNFCCC (UN Climate Change) fornisce dati che ci portano a valutare con correttezza la questione climatica (https://unfccc.int) con la pubblicazione dei report per mezzo dell’IPCC. Di interesse anche la relazione sul COP (Climate Change Conference), con un focus sull’ultima, la COP27. L’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) corpo delle NU che si occupa di cambiamento climatico, pubblica anch’esso dei dati che fondamentalmente sono in linea con ciò che abbiamo già visto (https://www.ipcc.ch). Anche l’Unicef (https://data.unicef.org/topic/climate-change/overview/) pubblica dei dati che confermano le tendenze già viste, in particolare sul numero globale di disastri naturali, per tipo, dal 1989 al 2018, collegandoli alla questione della salute del bambino e della donna. Queste sono le maggiori e più significative entità istituzionali che pubblicano dati e hanno preso posizione sul cambiamento climatico e che concordano col segnalare la sussistenza del problema e la necessità di affrontarlo. Anche il G20, istituzione che si occupa soprattutto di accordi economico-politici, ha tra i suoi impegni, pure nell’edizione del 2023 come in quelle precedenti, quello di applicarsi a un coordinamento per combattere il cambiamento climatico, pure se di risultati non se ne sono visti molti[3].


[1] La tonnellata secondo il modo anglosassone.

[2] Il 90% del riscaldamento globale si ha negli oceani.

[3] Cfr. Reuters, Brazil calls on development banks to boost funding to fight climate change, poverty, URL: https://www.reuters.com/article/g20-india-brazil/brazil-calls-on-development-banks-to-boost-funding-to-fight-climate-change-poverty-idUSL1N3540TF, consultato il 24/3/2023; Business Standard, G20 ideal platform to discuss global warming, climate change, says Morum, URL: https://www.business-standard.com/article/current-affairs/g20-ideal-platform-to-discuss-global-warming-climate-change-says-murmu-123012501372_1.html, consultato il 24/2/2023; Fortune India, India G20 presidency brings climate action to world stage, says Environment Minister, URL: https://www.fortuneindia.com/macro/india-g20-presidency-brings-climate-action-to-world-stage-says-environment-minister/111696, consultato il 24/2/2023.
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