16 marzo-9 maggio 1978, rapimento e delitto Moro.

Aldo_Moro
Aldo_Moro

di Sergio Mauri

Sono passati 45 anni dal delitto Moro. Le voci, le memorie su quell’episodio di storia patria si sono in gran parte affievolite. Molti non sanno nemmeno chi fosse Moro e non solo tra i giovani. Qualche trasmissione sporadica e breve qui e là, qualche servizio su Rai Storia. Tutto ciò è inevitabile, dopotutto la storia e la vita vanno avanti, tutto passa e tutto cambia.

Qualche mese fa mi sono riletto il libro di Leonardo Sciascia L’affaire Moro che rimane comunque una fonte di prima mano, scritta a caldo in quei giorni, in quei mesi. Non solo, secondo me: rimane un libro interessante scritto da un uomo intelligente che ebbe modo di confrontarsi con ciò che accadeva nel paese in quegli anni. Sciascia ci lascia una testimonianza interessante, che va molto al di là delle fumisterie apparse nei decenni successivi, atte per lo più a rendere illeggibile questo efferato delitto. Una cosa, importante, rimane dell’opera di Sciascia: la presenza di troppe stranezze che riportavano alla presenza di servizi segreti nazionali e non. Si possono negare finché si vuole queste presenze e si può anche parlare di “buona fede” dei brigatisti in tutta questa storia….ma che c’entra poi la buona fede con la politica? Rimane il fatto che, non solo il delitto Moro mette una pietra sopra definitiva all’ondata di risveglio dell’Italia nel decennio 1968-1978, ma le spiegazioni date alle stranezze del delitto, da parte di persone vicine alla lotta armata, non dico sempre, ma talvolta, sono pure peggiori delle fumisterie complottiste di questi ultimi anni, visto che non si nega siano successe, ma le si spiega con una sorta di “banalità del quotidiano” e della fallibilità umana che, francamente, non spiegano nulla.

Di quel 16 marzo del 1978 ho un ricordo personale molto chiaro, come se fosse oggi. Impattai con la notizia appena tornato a casa da scuola. I miei attoniti davanti alla TV, io che non capivo bene la gravità della cosa, ma l’avrei capito durante i 55 giorni che tenne l’Italia in un ricatto ed in una sospensione totali. Fu un’assassinio la cui gravità politica può essere paragonata a quella dell’assassinio di JFK negli Stati Uniti. Servì a stabilizzare l’Italia, attraverso lo strumento efferato del delitto a sfondo politico. A questo serve il terrorismo.

Ora vi dico come la vedo io, con la seguente auto-intervista.

Furono le BR a uccidere Moro?

Si.

Fu un complotto americano-NATO-dello Stato italiano?

No, anche se Moro poteva dar fastidio a qualcuno che però non aveva il potere di agire. Al regime italico non dava fastidio perché Moro era totalmente interno a queste dinamiche di regime; forse ad alcuni settori dell’establishment americano (si è parlato molto di Kissinger) dava fastidio anche per la sua politica parzialmente filo-araba, ma teniamo conto che quella di Andreotti fu anche più decisa, e sappiamo come nemmeno lui fosse tanto ben visto in certi ambienti oltreoceano. L’apertura verso il PCI non era tale: leggete report e documenti messi online da Insorgenze.

C’entravano qualcosa i Servizi del blocco socialista?

Per nulla, anche se ci misero qualche zampino.

Moro fu ucciso per bloccare l’accesso al governo del PCI?

No, come già si è capito dalla risposta alla domanda precedente. Non c’era bisogno di uccidere Moro per bloccare il PCI perché era stato già bloccato dagli accordi di Yalta. Consiglio sempre di dare un’occhiata al sito di Insorgenze.

Dunque nessuna infiltrazione dei Servizi Segreti?

Si, certo, ci furono, come è naturale che sia in tutte queste e altre situazioni, dopotutto è il lavoro dei Servizi. Ma da qui a dire che fu tutto un complotto ce ne passa.

Quale fu il risultato politico del delitto Moro?

Intanto una stabilizzazione del sistema, il suo definitivo schierarsi con la NATO.

E per il PCI?

Con questa sua inflessibilità di fronte alle richieste delle BR che, lo ricordiamo, furono incentrate sullo scambio di prigionieri e non sull’intentare un processo alla DC, il PCI dimostrò la sua fedeltà al sistema, allo schieramento atlantico, al capitalismo occidentale. A questo link, le ragioni più plausibili del cambio di schieramento del PCI, che corrispondono alla parte più condivisibile del post. Aggiungo che, in quegli anni, già la Cina maoista si stava muovendo verso la ricerca di nuovi interlocutori, nell’attesa della morte del Grande Timoniere. 

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022.
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