Giovanni Verga.

Giovanni Verga
Giovanni Verga, verga opere, letteratura italiana,

di Sergio Mauri

Catania 1840-1922.

Da giovane è influenzato da una formazione romantico-sentimentale.

Sbolliti gli entusiasmi politici, si dedica solo alla letteratura. Egli non ha una formazione classica o filologica, è influenzato dai romanzi francesi. Si stabilisce a Firenze nel 1865. Nel 1872 si stabilisce a Milano dove frequenta la Scapigliatura ed entra in contatto con la letteratura realista e naturalista francese su cui medita molto.

Ritorna definitivamente a Catania nel 1893 mentre emerge la parte più chiusa e provinciale della sua personalità.

Nei primi romanzi (Amore e patria, I carbonari della montagna, Sulle lagune) la retorica patriottica si mescola con i motivi tetri e macabri del repertorio romantico e degli studi manzoniani. Verga ebbe, lungo tutta la sua vita, come ideale quello nazionale unitario.

Seguono La peccatrice e Storia di una capinera in cui al languido romanticismo di una storia intima si unisce l’attenzione preveristica verso il tema sociale.

L’incontro con la Scapigliatura aveva trasformato Verga da descrittore della società elegante a suo critico impietoso.

La polemica contro le degenerazioni di una società dominata dal denaro si approfondisce. Con Tigre reale ed Eros, al rito dell’amore si sostituisce l’accettazione dei valori quotidiani e familiari.

La novella Nedda sta tra romanticismo e Scapigliatura, tratta l’argomento siciliano e rusticano, e al pari di Primavera e altri racconti, è contrassegnata dal vittimismo tardo-romantico.

La materia degli scritti pre-veristi è passionale, l’ambientazione alto-borghese, individualistica e raffinata. Nel tema dell’amore cerca l’evasione dalla quotidianità, anche se poi – nei testi – vi si ritrova la delusione.

La svolta verista si ha con i racconti di Vita dei campi dove il mondo provinciale siciliano diventa luogo emblematico e mitico dell’ideale di unità morale e di antica saggezza che è alternativa rispetto al mondo cittadino. Verga si propone, attraverso il Verismo, l’interpretazione progressiva e totale della vita umana nella società.

Le sofferenze delle classi subalterne sono oggetto di compassione che però non diventa denuncia sociale. In questo mito si collocano le migliori novelle di Vita dei campi: Jeli il pastore e Rosso Malpelo caso limite di abbruttimento ed esclusione, conseguenza del sistema di sopraffazione su cui è fondata la società. I Malavoglia sono una celebrazione epico-lirica di una società patriarcale senza tempo e senza storia.

Il Verismo esplicita una concezione materialistica della realtà in cui economia ed egoismo sono i pilastri. Le ambizioni di potere e di successo si scontrano, tuttavia, con l’avversità sociale e con la morte a cui l’autore non contrappone altro che lo slancio individuale mentre sono assenti trascendenza religiosa e laica.

L’ultima produzione di Verga è segnata da un sensibile riflusso dal mito alla storia: il mondo patriarcale, ad un esame più profondo, rivela le sue lacerazioni e miserie.

Nelle novelle rusticane si dissolse il mito dei Malavoglia della casa e dell’onore: rimane solo il problema della sopravvivenza.

Mastro don Gesualdo è il segnale dell’incupirsi del pessimismo di Verga che capovolge i Malavoglia. In Mastro don Gesualdo il successo economico non esime il protagonista da una squallida morte. Mentre nei Malavoglia c’è una fiducia nei miti della famiglia e dell’onore, nel Mastro c’è una definitiva sconfitta.

In mezzo ai due capolavori ci sono: Il marito di Elena (ritorno in forma crepuscolare della psicologia femminile); Per le vie (tono crepuscolare).

Dopo il Mastro inizia la decadenza di Verga che tuttavia tenta la carta del teatro, che non può avere successo per un narratore come Verga. La sua esperienza teatrale allora si riduce a una trasposizione più o meno riuscita della sua narrativa.

Verga sviluppò un concetto amaro e pessimistico della vita. I suoi personaggi, quasi tutti di estrazione umile e semplice, sono dominati da un avverso destino che elimina e distrugge ogni loro tentativo di operosità e redenzione.

Pur nella rappresentazione secondo i canoni veristi, cioè nell’impersonalità, egli lascia intravvedere, senza tradirla, la partecipazione umana e la commozione.

Il Verismo sceglie, per esprimersi, il romanzo e la novella. 

La novella nasce come novella d’appendice, poiché veniva pubblicata alla fine di un quotidiano. Stessa cosa per il romanzo.

Pirandello e Verga usavano pubblicare romanzi o novelle a puntate sui giornali.

Rosso Malpelo e Nedda sono 2 novelle di Verga.

Nedda è una raccoglitrice di olive, Rosso Malpelo parla di un minatore rosso di capelli.

Nedda deve sposare Janu che muore per i postumi di una caduta da un albero poiché indebolito dalla malaria. Nedda incinta viene isolata da tutti. La bambina che darà alla luce morirà di stenti.

Rosso Malpelo muore perché non ritorna dalla ricerca di una nuova cavità in miniera. I colleghi temono di trovare il fantasma del ragazzo. Mentre Nedda non è ancora verista, Rosso Malpelo lo è.

  1. Realismo 
  2. Naturalismo
  3. Verismo (I Malavoglia, ambiente borghese)
  4. Scapigliatura (poeti maledetti francesi) (1860 Milano)
  5. Influenze del Naturalismo in Verga (dialetto)
  6. Caratteristiche del Naturalismo
  7. Differenze nel romanzo manzoniano e naturalista
  8. Differenza fondamentale tra Naturalismo e Verismo (Intento moralista di Zola che manca nel Verismo)
  9. Riassunto e commento dell’Ammazzatoio (Gervaise)
  10. Influenza dell’Ammazzatoio sulla produzione verista, differenze e similitudini

Nedda: le critiche del villaggio.

Che Nedda non si fosse messa a lutto per la morte della madre e perché era rimasta incinta. Il prete non le da l’assoluzione quando sa che lei è incinta.

Il giudizio dell ‘autore.

Verga non condivide il malevolo giudizio.

  • Fasi letterarie di Verga 
    • Catania: la formazione

                        I Carbonari della montagna

  • Periodo fiorentino
    • Romanzo: Storia di una capinera (1871)
  • Periodo milanese

                        Novella : Nedda (1874)

                        Novella : Rosso Malpelo (1880: Vita dei campi) – Verismo

                        I capolavori: il ciclo dei vinti (distinto in 5 romanzi)

                        Ciclo dei vinti

  • Romanzo: I Malavoglia (completato nel 1881)
    • Romanzo: Mastro Don Gesualdo (completato nel 1889)
    • Romanzo incompleto: La duchessa di Leyra (ambiente nobile)
    • Romanzo mai realizzato: L’onorevole Scipioni (ambiente politico)
    • Romanzo mai realizzato: L’uomo di lusso (ambiente artistico-culturale)

I Malavoglia (la famiglia Toscano). Si chiamano così in antifrasi (in opposto) a ciò che fanno o sono.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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