Essere e tempo – Martin Heidegger – Linguaggio e superamento della metafisica.

Essere e tempo - Martin Heidegger
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di Sergio Mauri

Gadamer mette in evidenza il legame tra espressione e linguaggio per superare, come dice Heidegger, la metafisica. È il tentativo di Heidegger di acquisire un linguaggio nuovo per superare la metafisica. Spingere il pensiero e il linguaggio fin dove è possibile per superare la metafisica. Il linguaggio è “indigente”, ma si tratta dell’indigenza di chi ha qualcosa da dire. Per far fronte a questa indigenza e non lasciarsi sviare, Heidegger dovette impiegare tutte le proprie energie. Rimane il problema di un oltrepassamento o no? Dal punto di vista heideggeriano sì; è tutta questione di coerenza interna. Dando corpo alla domanda sull’essere e rispondendo alla domanda vi riesce. Nella sua ermeneutica che è anche dialogo ed esperienza, è anche un andare insieme in un cammino, Weg (vedi anche Wegmarken e Lichtung. Inoltre, Protagora in cui Socrate e Ippocrate camminano insieme). Per Heidegger, la Lichtung (radura) è collegata all’evento (Ereignis).

Essere e tempo ci mostra lo sforzo di una ricerca sull’essere in una situazione concreta in cui l’Esserci si manifesta. Heidegger è un pensatore sicuramente critico della modernità, è un pensatore antimoderno. Gadamer osserva che nessuno come Heidegger si è incamminato così lontano col pensiero fino ad arrivare al pensiero giapponese. C’è poi un aspetto che impegna Heidegger nella direzione della dimensione poetica del linguaggio. La conferenza del ’36 su Hölderlin porterà poi all’emersione del problema del linguaggio che culminerà nella pubblicazione intorno a questo evento. Come si configura il rapporto tra filosofia e poesia? E in che misura il pensiero dell’essere si trova in stretto rapporto con la comprensione del mondo? Heidegger considera la nostra epoca come quella caratterizzata dalla tecnica, in un modo differente dal passato perché la tecnica si è autonomizzata nell’era atomica (Atomzeitalter), la tecnica definitiva è quella atomica. La questione del linguaggio non è solo legata al superamento della metafisica, ma anche riguardo al fatto che il linguaggio poetico si accoppi con “il dire originario”, con la “manifestatività del linguaggio poetico”.

Questo rapporto con la poesia si sviluppa in modo diretto con i poeti, a esempio con René Char. Nel 1967 il poeta tedesco di origine ebraica Paul Celan viene invitato a tenere una conferenza nella facoltà di umanistica. Questo episodio è raccontato da Gadamer.

L’incontro di Gadamer è quello del procedere insieme. Il contesto libresco (testi di Husserl e di Heidegger) e il contesto storico-esistenziale (il rapporto con la fenomenologia di Husserl in carne e ossa), riuniti in un unico contesto. Essere e tempo si forma in stretta connessione col pensiero fenomenologico, non è pensabile al di fuori di questo orizzonte. Heidegger rielabora la fenomenologia alla luce del problema della ricerca dell’essere.

Quindi; presenza della fenomenologia e spazio che egli ne riserva all’interno di Essere e tempo.

Il mio sentiero nella fenomenologia, 1963. Qui Heidegger racconta dal punto di vista filosofico, il suo incontro con Husserl. Husserl diceva: da un lato non lasciate nulla al non verificato, dall’altro lato, non fondatevi sul criterio di autorità. Il pensiero dei pensatori deve essere preso e verificato, non di seconda mano. In questo modo riusciamo a vedere le “cose stesse”. Per Heidegger sarà peculiare della fenomenologia “andare alle cose stesse” (zu den Sachen Selbst), cioè collocare la questione dell’essere sul piano metodologico. L’essere, allora, in questa declinazione, si vede perché è così immediatamente. La fenomenologia è una modalità di visione dell’essere. Per Heidegger la fenomenologia è la possibilità per le proprie intuizioni di pensiero di realizzare queste intenzioni di pensiero.

Nel 1927 Husserl propone a Heidegger la scrittura di un lemma enciclopedico (Fenomenologia) che per Husserl è un modo per l’affermazione internazionale del suo pensiero. I due non vanno d’accordo su questa cosa. Peraltro, per Heidegger, la fenomenologia fino all’ultimo rimane la possibilità del pensiero. Heidegger e Husserl sono reciprocamente consapevoli delle reciproche critiche. Le pagine di Gadamer non sono solo una testimonianza biografica, ma soprattutto una testimonianza del suo pensiero. Il pensiero di Heidegger nasce dalla fenomenologia, non è univoco, ma si articola in varie direzioni: la poesia, l’opera d’arte, la tecnica (e la critica alla scienza). Questi rivoli vengono perseguiti attraverso il pensiero fenomenologico che si esplicita nello sforzo di pensare l’essere. Per Heidegger l’uomo non è correttamente comprensibile così come è stato concepito da Aristotele (logos) o Cartesio (res cogitans) o Hegel (il soggetto), nulla di tutto ciò. Esso è quell’ente che ha propriamente ed esclusivamente la capacità di esistere, cioè che egli esiste. È per questo che Heidegger usa il termine dasein. Il dasein corrisponderebbe al primo tassello della riformulazione della metafisica. L’essere umano come ente esistente indica che la sua essenza non è logica o sostanziale, ma è esistenza, per Heidegger. L’essenza dell’Esserci è la sua esistenza.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e ideatore e-learning. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022.
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