Essere e tempo – Martin Heidegger – Ritorno a Freiburg.

Essere e tempo - Martin Heidegger
Unheimlichkeit, Essere-nel-mondo, Essere e tempo - Martin Heidegger, essere e tempo, martin heidegger, essere e tempo heidegger, edmund husserl heidegger, heidegger pensiero, esserci dasein,distruzione dell'ontologia heidegger, kierkegaard, hannah arendt heidegger, heidegger filosofo, ermeneutica heideggeriana, interpretazione metafisica heideggeriana, esercizio ermeneutico, holzwege, sentieri non opere, wege nicht werke, Beiträge zur Filosofie, Vom Ereignis, hans-georg gadamer, gadamer e martin heidegger, filosofia e linguaggio, heidegger e il linguaggio, conferenza di roma su Hölderlin martin heidegger, linguaggio poetico martin heidegger, rené char e martin heidegger, paul celan e martin heidegger, il mio sentiero nella fenomenologia di martin heidegger, andare alle cose stesse, zu den sachen selbst, ontologia fondamentale, Il primato ontologico e il primato ontico dell’essere, Rapporto tra fenomenologia e ontologia, Essere e tempo - Martin Heidegger - Ontologia universale fenomenologica - Ermeneutica dell'Esserci,

di Sergio Mauri

Quando Heidegger ritorna a Freiburg, recupera le sue energie. Questa esperienza intellettuale fu definita come la kehre, la svolta. Non nel senso di una conversione, ma nel senso della svolta della strada che si inerpica sulla montagna. È una curvatura in un sentiero che mantiene la propria direzione: è la strada stessa che svolta nella direzione opposta per andare in alto. Holzwege infatti (cioè sentieri nel bosco) sono sentieri che non proseguono, invitano il viandante a provare nuove strade, cammini, sentieri. Weg è intesa come parola metaforica che permette di comprendere come si può fare l’esperienza dell’essere. Questa ontologia si può anche interpretare come una odologia (da odos) cioè un pensiero del cammino, del weg. Tanto il termine è fondamentale in Heidegger che, quando decise di comporre le sue opere complete, decise di intitolarle “sentieri non opere”, “Wege nicht Werke”. Cioè queste opere, certo che lo sono, vanno concepite come sentieri.

Sempre nella lettura di Gadamer, leggiamo dove si parla della conferenza del ’36 a Roma su Holderlin. Gadamer parla del lavoro e delle parole di Heidegger. In quegli anni Heidegger compone la sua interpretazione di Nietzsche. Era in atto una battaglia dell’interpretazione del pensiero filosofico. Con la svolta Heidegger matura il problema del linguaggio che in Essere e tempo  trova la sua eco. Con Essere e tempo Heidegger pensa al superamento della metafisica classica, reimpostando la questione dell’essere. Quindi, il linguaggio deve essere diverso da quello della metafisica. Un compito ciclopico come la metafisica stessa. Ripensare il linguaggio e la metafisica è un compito titanico che Heidegger stesso dice non riuscire. Heidegger tenta così di intaccare il muro granitico della metafisica. Quindi Heidegger dice che è necessario andare oltre Essere e tempo, oltre quel linguaggio. un tentativo grandioso di superamento è della seconda parte degli anni Trenta con una serie di manoscritti, Beiträge zur Filosofie, Vom Ereignis. Quindi, l’essere non è, avviene, accade, è avvenimento.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e ideatore e-learning. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022.
** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro **