Bradisismi a sinistra. Ulteriori note.

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Il 26 luglio u.s. su La7, nella trasmissione In Onda, ci sono due ospiti: Tomaso Montanari e Paolo Mieli. Il ruolo di Mieli è quello del pompiere, dell’ex comunista pentito diventato più realista del re che deve dare una calmata anche a Montanari, non perché quest’ultimo sia un facinoroso, ma perché non gli vengano strane idee in testa, tipo togliere voti a Renzi. Montanari non si comporta affatto male, forse è un pò troppo “bravo ragazzo”, ma tant’è, questa è la generazione che calca i marciapiedi. Riassumendo ciò che dice Montanari:

  • difende il sistema politico (mentre gli italiani hanno raggiunto un livello di sfiducia verso lo stesso mai registrato prima), attacca il M5S (anche giustamente) che vuole togliere i vitalizi, ma in “modo falso”. Insomma, basta con l’antipolitica. Tuttavia, il fatto che un parlamentare sia strapagato, rispetto ad altri uomini/donne, è inquadrabile come una condizione classista. Si vuole continuare così?
  • Montanari lo dice di sfuggita, ma io l’avevo già letto, di far parte dell’associazione Libertà e Giustizia che ha, tra le sue finalità (Art. 2) l’europeismo e l’economia di mercato, cioè fuor di metafora il capitalismo neoliberista. Personalmente non mi riconosco più in nessuno dei due.
  • Montanari sostiene che il Parlamento è stato svuotato di dignità e forza. Si lamenta del fatto che tutta la retorica antipolitica non faccia bene alla democrazia, quindi bisogna puntellare il sistema, far tornare la fiducia ai cittadini che non ne possono più. Come? Non è dato sapere.
  • La sinistra deve essere alternativa al PD, ma non è dato sapere se poi ci saranno delle alleanze in Parlamento o fuori. Si tratta solamente di una questione di impossibilità a “predire il futuro”.
  • Purtroppo, anche grazie al ruolo nefasto di una volpe politica come Mieli, Montanari finisce per parlare di alleanze politiche. Non è una questione di stupidità o altro è la riproposizione del codice linguistico della classe dominante che non accetta di discutere dei contenuti del proprio potere, quindi impone il proprio linguaggio agli interlocutori ed ai parvenù politici che vogliono essere ospitati nelle stanze dei bottoni.
  • Si arriva al punto che Mieli riesce a mettere in bocca a Montanari che se D’Alema è d’accordo su alcuni principi (quali?) si può anche fare un’alleanza.

Sostanzialmente una figura decorosa, più buona per le vecchiette che non per i giovani, in cui la cautela ed un linguaggio non particolarmente conflittuale l’hanno fatta da padroni.

 

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