di Sergio Mauri
Quanto è importante la biografia di un artista nella creazione dell’opera d’arte? Credo moltissimo. Penso sia una condizione fondamentale e necessaria. Ciò che uno ha vissuto, subito, sofferto; ciò di cui l’artista ha gioito, diventano tutti fattori determinanti, stimoli imprescindibili nella creazione che poi altro non é se non necessità di esprimersi e non semplicemente di comunicare. L’atto del comunicare, infatti, non è identico a quello di esprimersi: l’orario ferroviario comunica ma non è un’ opera d’arte.
Al contrario dubito pesantemente di artisti o di scrittori o di fenomeni letterari dell’età di venti, o poco più, anni che vengono presentati come geni o fari della creatività nel settore dell’arte. Una persona, a vent’anni, deve crescere, formarsi, sperimentare, sbagliare, ricominciare daccapo, sapendo bene che non esiste alcun punto di arrivo (mentre esiste un senso della propria vita) ma semplicemente un processo di maturazione ed acquisizione, di conoscenza e coscienza di sé. Il senso sta in quel processo.
Dopo aver vissuto, aver vinto e perso e averne tratto un saldo, si potrà pensare di poter dire qualcosa nel merito della propria professione pur sempre con un atteggiamento relativista.
Tuttavia, aggiungo di non credere che un artista debba per forza essere una persona sofferta, secondo il punto di vista romantico che ha così tanto influito sul nostro metro di giudizio critico. Un artista, al pari di uno scrittore, per creare qualcosa di significativo deve semplicemente aver vissuto. Deve avere qualcosa da raccontare. Non necessariamente in negativo.

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