Verità-Arte.

Filosofia Teoretica-La verità
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di Sergio Mauri

La verità pur provenendo da un’attività artistica ed essere essenziale all’uomo per sopravvivere/vivere, è con l’arte (con cui è in dissidio), fautrice di forme che indicano una stabilizzazione di un qualcosa che è in divenire. Questa è la produzione soggettiva di realtà. La realtà. La realtà è un aspetto prospettico di un individuo che produce forme. Quando Nietzsche parla di arte parla di imposizione/creazione di forme, non di opere d’arte in senso stretto.

Il valore appartiene al to agathon, all’idea di bene. L’arte in Nietzsche è un valore, anzi ha più valore della verità. L’uomo si allontana dalla verità perché muore; sopravvive per mezzo di essa e poi si “deprime” e muore. Abbiamo l’arte per non perire a causa della verità.

Per Nietzsche già la volontà di verità è un sintomo di degenerazione. Arte e verità hanno una radice comune, ma sono in dissidio. La prima è creazione e messa in forma, la seconda è il blocco del divenire. Sui rapporti tra arte e verità Nietzsche dice di essere diventato serio prima, interpretando (in un certo senso) sé stesso, nel senso di un pensatore che si è occupato anzitempo del dissidio tra arte e verità.

È la menzogna di voler conoscere le cose, stabilizzandole, ma ciò – fermare il divenire – è impossibile. Il suo percorso filosofico parte da lì, in particolare dalla Nascita della tragedia. Nietzsche non sarà apprezzato come filologo, anzi sarà attaccato da Ulrich Friedrich Wichard Emmo von Wilamowitz-Moellendorff, filologo e grecista.

Leggiamo la Gaia scienza (aforisma) La coscienza dell’apparenza. La prima parte è venata d’ironia in cui Nietzsche parla di meraviglia quando è posto innanzi alla conoscenza dell’esistenza, a iniziare dall’animalità, che continua in lui a interpretare e a riflettere. Nietzsche ha la possibilità di cogliere che tutta l’esistenza ha un senso. Questo senso è un qualcosa che si interrompe col trattino dove dice di essersi destato improvvisamente dal sogno. Tutto ciò si rivela essere dell’ordine del sogno. Cosa succede? Ci si rende conto di sognare e si deve continuare a sognare per non morire.

Conoscere ha qualcosa a che vedere col sognare, ma non nel senso di un’attività onirica tradizionale, piuttosto nel senso di un’attività da cui non possiamo uscire. Sognare, continuare a farlo, sapendo di sognare, cosa che è anch’essa parte del sogno. Cos’è l’apparenza? Non è l’opposto di qualche sostanza, dice Nietzsche. Apparenza non è da opporre alla sostanza, tutto è apparenza perché è qualcosa che proviene da noi. Cosa possiamo chiedere della sostanza se non i predicati della sua apparenza? Si chiede Nietzsche.

L’apparenza non è una maschera inanimata da indossare, ma è un qualcosa che realizza e vive, dice Nietzsche. Dietro il divenire non c’è alcun permanere, come diceva Platone, che affermava che si può conoscere solo ciò che è sottratto al divenire. Nell’apparenza si manifesta proprio ciò che vive, e crea apparenza nel carattere prospettico dell’esistenza. L’apparenza, la sua coscienza, è autoderisione. Constatare come questo mondo a cui io attribuisco un senso non ha alcun tipo di pretesa di realtà.

Anche l’uomo della conoscenza è uomo pari agli altri e crea sognando la forma del conoscere.

Nel Nietzsche di questo periodo c’è il tentativo di trasformare in danza l’aspetto tragico del vivere. Anche la conoscenza (attraverso la logica) altro non è se non una specie di danza, accanto ad altre. Tuttavia, l’illusione deve essere universale, deve essere comune a tutti. In questo aforisma è ribadito ciò che in altre parti chiama verità, oppure arte.

Il frammento successivo è sul valore.

Per Nietzsche ciascun pensatore (degno) è animato da un pensiero unico. Cioè, il suo porsi nei confronti della propria esistenza filosofica in modo che da questo porsi derivi tutta la sua attività di pensatore. I suoi termini, le sue parole esprimono una medesima cosa. Il concepimento della realtà è un tratto fondamentale del pensiero unico.

Il giudizio di valore S è P si basa sul credere che le cose stiano così. S è P non è sufficiente a esprimere una verità. Il punto sta non nella verità, ma nel crederci, sta nella fede.

L’essenza della verità è ancor più essenziale della corretta dipendenza con la cosa. Il giudizio di valore della logica è per la vita e non per la verità. Il giudizio di valore si determina con l’“io credo che le cose stiano così piuttosto che in un altro modo”. La verità esprime una prospettiva, espressa dal termine fiducia, dal termine fede in cui su tutti i valori essenziali manca un dubbio.

Il dubbio deve mancare su tutti i valori essenziali come ad esempio la conoscenza. L’uomo deve avere fiducia nella verità. Ogni essere vivente è obbligato e costretto a un proprio atto di fiducia, per mantenersi in vita e potenziarsi. La verità, per Nietzsche, non si dà, ma non può essere accantonata, è quel qualcosa per cui bisogna continuare a sognare.

I vantaggi derivati dalla verità sono legati al credere in essa, non nella verità in quanto tale. L’uomo non ha bisogno che la verità esista, ma ciò di cui c’è bisogno è la fede nella verità.

Nota: per Nietzsche il prospettivismo è dal lato animale, per Heidegger il dasein non ha a che fare col prospettivismo, ma con l’essere. Per Nietzsche non c’è discrepanza col modo in cui l’animale si comporta nell’ambiente, come anche l’uomo. Per Heidegger la comprensione dell’essere, l’essenza dell’essere non è prospettica, ma è assegnazione all’ente che gli si manifesta.

Ora veniamo a un frammento fra i più famosi. Contro il positivismo che si ferma solo ai fenomeni: ci sono solo fatti? Per Nietzsche non c’è realtà, ma solo interpretazioni? Interpretazione, per Nietzsche, è istinto, non fatta di parola. Interpretare non è un qualcosa che si colloca esclusivamente sul piano del linguaggio. Il soggetto non è qualcosa di dato.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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