Uno sguardo sul Labour britannico.

Keir Starmer
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Articolo originale: No future: The English Left in retrospect. What is next for the English Left after Corbyn-led Labour’s crushing electoral defeat in last year’s elections? Richard Seymour, Al Jazeera, 29/12/2020

(Traduzione) di Sergio Mauri


Cosa si fa con una sconfitta così devastante da non poter essere argomentata? Il tracollo elettorale del Partito Laburista di Jeremy Corbyn, avvenuto un anno fa, ha posto vividamente questa domanda. Dopo un anno di tetra pandemia, disastri governativi e maldestri sforzi del nuovo leader laburista Keir Starmer per disciplinare i suoi oppositori di sinistra, la Sinistra è più vicina a rispondere? No.

La Sinistra ha vinto la leadership laburista nel 2015, nella persona di Jeremy Corbyn, nonostante le sue debolezze ereditate. I suoi partiti si stavano riducendo. Le sue pubblicazioni erano per lo più di scarsa qualità e poco lette. I suoi intellettuali erano isolati nei media e nell’accademia. Aveva un certo sostegno nei sindacati, ma anche loro si stavano riducendo, e timidi – i tassi di sciopero erano ai minimi storici. I suoi movimenti contro l’austerità e le tasse universitarie erano stati sconfitti, avendo appena decollato. Eppure, per la prima volta nella storia del Labour, la leadership fu conquistata da un socialista radicale, con il sostegno di centinaia di migliaia di nuovi membri laburisti, dei maggiori sindacati e della curiosa simpatia delle celebrità. Questo rifletteva la debolezza della vecchia gestione del partito di destra. Tuttavia, in parte perché questa svolta fu seguita da ulteriori salti – specialmente quando nel 2017 Corbyn portò il Labour al più grande cambio di voto a suo favore dal 1945 – la Sinistra divenne arrogante. Dunque, come è tutto crollato, e cosa può fare la Sinistra dopo?

“La sconfitta”, scrisse una volta Perry Anderson, “è un’esperienza difficile da padroneggiare: la tentazione è sempre di sublimarla”. Si può evitare di confrontarsi con la brutale realtà della sconfitta deviando l’attenzione su pensieri più piacevoli. Si può sostenere che “abbiamo vinto l’argomento”. Cosa vera solo nella misura in cui i Conservatori al governo hanno ripetutamente copiato e parodiato politiche di sinistra come l’indebitamento per spendere e una “Rivoluzione Industriale Verde”. Ma è segno di forza per un partito al potere che possa incorporare e neutralizzare le idee dei suoi avversari. Dopotutto, il fatto che un governo conservatore sia impegnato a spendere molte risorse priva la Sinistra della sua molla principale di supporto pubblico: l’opposizione all’austerità.

Possiamo sostenere che se non fosse stato per la Brexit e quegli apparatchik del Partito Laburista che hanno sempre odiato Corbyn, il Labour avrebbe vinto l’anno scorso. Anche questo contiene una certa verità. Ma la Brexit e l’ostilità della vecchia dirigenza laburista erano dati di fatto. Era compito della Sinistra dominare quelle condizioni.

Possiamo scendere in un rimprovero reattivo e amaro delle personalità dei media che ci hanno trattato ingiustamente. Ma se qualcuno si aspettava un trattamento equo dai media, ciò parla di inesperienza.

Possiamo diventare sentimentali riguardo al nostro leader caduto – il sentimentalismo è da sempre una debolezza della Sinistra inglese.

Possiamo illuderci che nonostante la sconfitta, la Sinistra possa aggrapparsi a qualche “influenza”, mantenendo ciò che era essenziale sull’esperimento Corbyn, attraverso la nuova leadership. Questo era un pensiero più significativo della Sinistra fino a quando Starmer non ha preso l’iniziativa senza precedenti di sospendere il suo predecessore su motivi infondati, e il suo nuovo segretario generale David Evans ha iniziato a sospendere i membri che criticavano questo. Queste illusioni legano la Sinistra alle sue debolezze esistenti e la rendono cieca alle nuove opportunità. Qualsiasi via d’uscita dovrebbe essere basata su una spiegazione convincente del perché il Labour sotto Corbyn, nonostante i suoi importanti successi nel 2015, ha avuto solo successi incrementali in Scozia. Dovrebbe spiegare perché la leadership di Corbyn ha titubato così tanto sulla Brexit che nelle elezioni generali del 2019, la politica effettiva del Labour non è stata annunciata fino a settimane nella campagna elettorale. Dovrebbe spiegare perché sia la leadership che la base erano paralizzate di fronte a affermazioni spesso cinicamente distorte e pervasivamente antisemite nel Partito Laburista. Dovrebbe spiegare perché una leadership che era radicale in molti modi, era anche profondamente cauta su questioni come polizia, immigrazione, armi nucleari e orientamento della politica estera – anche dopo i suoi successi politici, a Corbyn è stato permesso di ottenere il controllo degli apparati del partito.

Questi problemi sembrano tutti correlati. Il concetto di base della Sinistra sembrava essere che avrebbe potuto vincere concentrandosi su questioni “pane e burro” come l’austerità e i servizi pubblici. Ogni volta che veniva costretta fuori da questo agenda, la sua perplessità era evidente. Eppure, la fonte del successo di Corbyn era stata, non solo una reazione contro l’austerità, ma una protesta contro il ridimensionamento dello stato della democrazia britannica. La Sinistra parla spesso del “neoliberismo” come se fosse equivalente al “libero mercato”. Ma il neoliberismo è sempre stato un progetto completo per proteggere i mercati limitando la portata della democrazia all’interno dello stato. Assente quell’analisi, la lotta contro il neoliberismo potrebbe essere ridotta a una richiesta di maggiori tasse e spese.

Tuttavia, il movimento per l’indipendenza scozzese ha presentato una questione democratica in forma costituzionale. Ha cercato di liberare gli elettori scozzesi da un parlamento di Westminster dominato da elettori le cui opinioni sociali sono così diverse da quelle prevalenti in Scozia. Il Labour non si è mai seriamente impegnato con questa questione costituzionale.

La Brexit era più complicata, perché gli elettori della Brexit incolpavano erroneamente gli immigrati e i burocrati dell’Unione Europea per il fallimento di Westminster. Sarebbe stato difficile dimostrare a quegli elettori che un’astrazione come il neoliberismo era il loro problema. Eppure, c’era stata a malapena un tentativo di affrontare la questione in questo modo. La leadership di Corbyn cercò di disinnescare la Brexit offrendo una posizione vaga di “Brexit che mette al primo posto i posti di lavoro”, sperando che i Conservatori si sarebbero divisi sull’Europa. La Sinistra di base, nonostante il suo superficiale pro-europeismo, deferì – la sua posizione sulla Brexit era fluida – alla leadership. Nel 2019, mentre la situazione richiedeva maggiore specificità, quel compromesso crollò. In un altro modo, le dispute sul razzismo e sull’immigrazione riguardavano anche la democrazia. In particolare, chi costituisce il demos? Gli immigrati lavorano, pagano le tasse e contribuiscono, ma potrebbero non votare. Le minoranze possono votare, ma sono brutalmente controllate dalla polizia e hanno accesso limitato all’occupazione e ai servizi pubblici. Per alcuni elettori, la soluzione a questo è ritirarsi in una Gran Bretagna tutta bianca (anche mentre la Gran Bretagna si disgrega), o almeno sbarazzarsi degli immigrati recenti.

La Sinistra ha reagito a queste questioni trattandole come una distrazione o cercando l’alto moralismo. L’alto moralismo è una valuta potente sui social media, ma si è rivelato completamente inutile quando la Sinistra è stata soggetta a una campagna di vilipendio, affermando che era pervasivamente antisemita e aveva reso il Partito Laburista pervasivamente antisemita. Questo ha richiesto una risposta rigorosa.

L’aumento dell’antisemitismo globale potrebbe essere in gran parte di destra – pensate ai tiratori solitari, per esempio – ma c’è una frangia sulla Sinistra che è chiaramente attratta dal pensiero cospiratorio e talvolta antisemita. Allo stesso tempo, gran parte di questo attacco è stato guidato dal tentativo di disarmare la critica della Sinistra alla politica estera britannica, in particolare alla sua alleanza con Israele. Qui era necessario che la Sinistra affrontasse le realtà sia dell’antisemitismo che dello stato di Israele e della sua politica etno-nazionalista violenta. Era anche necessario difendere i membri del partito da una campagna diffamatoria. Invece, la leadership di Corbyn ha cercato di risolvere la questione con misure burocratiche come inchieste e procedure disciplinari.

La Sinistra “articolata”, nel frattempo, ha cercato di dimostrare il proprio valore promettendo di “camminare e masticare gomma allo stesso tempo” – intendendo difendere ampiamente i diritti palestinesi pur opponendosi all’antisemitismo – senza spiegare concretamente come. Questo non ha persuaso nessuno. Sembrava evasivo perché lo era.

In breve, la Sinistra ha faticato perché ha frainteso la natura del momento. Non ha compreso la situazione come una crisi democratica. Ora si trova di fronte a un terreno radicalmente diverso plasmato dalla sua sconfitta ma anche plasmato da una pandemia terrificante. Le questioni “pane e burro” continuano a contare, specialmente dati la recessione imminente e la crisi sociale derivante dal COVID-19. Ma se la Sinistra deve fare meglio che semplicemente approvare il distanziamento sociale e le restrizioni di blocco e implorare un po’ più di denaro governativo per i lavoratori, deve andare oltre il pane e burro.

C’è un’area di genuina creatività negli ultimi anni che può aiutarla: l’ambientalismo. Le pandemie sono processi ecologici. La diffusione di virus zoonotici e delle relative pandemie è guidata dalle stesse pratiche agroalimentari e commerciali che stanno contribuendo alla carbonizzazione dell’atmosfera, all’acidificazione degli oceani, allo spogliamento della rete della vita e alla scintilla di modelli meteorologici estremi.

Alimentata dal movimento Extinction Rebellion e dagli scioperi scolastici per il clima, la Sinistra ha iniziato a lavorare sull’idea di un Green New Deal, molto più ambizioso e internazionalista rispetto a qualsiasi altra parte della sua agenda. Non c’è motivo in principio perché questa idea non possa essere adeguata per tenere conto delle misure preventive necessarie per evitare future pandemie.

Tuttavia, per sfruttarlo al meglio, la Sinistra deve anche comprendere l’ambientalismo come una questione democratica. I sistemi democratici deboli che abbiamo probabilmente non sopravviveranno alle imminenti privazioni e sfide senza essere radicalmente riformati. E nessun progetto climatico serio, che deve proteggere la sopravvivenza di tutta la specie cambiando il modo in cui lavoriamo, viaggiamo, consumiamo e ci ricreiamo – il nostro intero stile di vita – può funzionare senza un coinvolgimento pubblico di massa.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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