Syriza: sconfitta o vittoria?

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C’è il rischio che stiamo guardando in faccia una sconfitta epocale. Qualche giorno fa, abbiamo già detto che Syriza ci ha provato. Poteva fare solo quello. Ed il referendum di domenica scorsa, di cui nessuno immaginava il fatidico 61 e rotti percento di no, mi sembra sia stato una vittoria di Pirro, in cui le ripercussioni di responsabilità nella gestione della situazione, credo, Tsipras avrebbe volentieri evitato. Ho il sospetto non avessero nulla su cui veramente negoziare, viste le armi in possesso dell’Eurogruppo. I greci hanno certamente sottostimato la forza dei loro avversari.

I greci, Varoufakis incluso, sono andati a negoziare , nell’intento di ridurre il debito e di trovarvi la faccia buona dell’euro. Hanno, invece, trovato la faccia peggiore del capitale imperialista. Hanno tentato il compromesso e vi hanno trovato lo strangolamento fiscale. Lo scorso febbraio avevano rinunciato, i greci, ad una buona parte del loro programma di emergenza. Tuttavia, i soldi non sono arrivati comunque.

L’ultima bozza di compromesso proposta da Syriza parla chiaramente di tagli, privatizzazioni, riforma delle pensioni, incremento dell’IVA. Si tratta di misure sostanzialmente recessive. Aiuti cinesi e russi? Boh…. I russi non vogliono scocciare più di tanto l’Occidente con cui hanno già priblemi in Ucraina, i cinesi hanno investito dei capitali che non intendono svalutare e vedono come fumo negli occhi un possibile distacco della Grecia dall’Eurozona. Il Porto del Pireo, comprato dai cinesi, è fuori dal controllo del governo greco, ma anche dell’Europa! Il problema è che la situazione economica in Grecia non migliorerà né a breve né a medio termine, sia che si vinca sia che si perda la trattativa con la Troika. A questa doveva e deve tuttora essere preparato il popolo greco.

Tsipras non è più di tanto colpevole della situazione. Non può essere chiamato a rispondere del passato in cui non governava. Ovviamente non la penso come certi commentatori, ma credo si sia persa la possibilità di svoltare veramente. La Grecia rimane sostanzialmente isolata, Podemos non riuscirà – molto probabilmente – a fornire quella massa critica necessaria a cambiare la bilancia di potere in favore di chi è contro l’austerità, senza compromessi. Siamo troppo pochi e troppo addormentati.

Cosa doveva essere fatto allora? Un’uscita controllata dall’euro, peraltro possibile visto il numero di paesi che ancor oggi detengono la propria moneta pur facendo parte del mercato comune. Ma per fare questo ci voleva una preparazione del popolo greco, tale che esso avesse potuto affrontare una fase relativamente lunga di guerra economica e di sforzi per rendere meno grave la miseria popolare. Insomma una mobilitazione eccezionale che Tsipras e compagni non hanno saputo creare veramente.

Però c’è un popolo che si è levato contro l’austerità ed in un certo senso ha scavalcato i propri leaders. E’ la premessa per una rottura tra il governo e la propria base. Nulla di buono all’orizzonte, dunque. Anche perché, in questa situazione, non ci saranno vincitori, essendo la sinistra di Syriza in un vicolo cieco politico, allo stato attuale delle cose. Tutto rimane ancora in mano alla leadership di Syriza: deve rifiutare l’accordo, cercare di non spaccare il partito, altrimenti siamo alla fine! E le possibilità per una sinistra radicale in Europa saranno compromesse molto seriamente.

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