Il Cinquecento-Ludovico Ariosto.

Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto

1.La vita.

Nasce a Reggio Emilia nel 1474. Nel 1484 la famiglia si trasferisce a Ferrara. Non ama gli studi giuridici a cui la famiglia vorrebbe indirizzarlo. A vent’anni è libero di darsi agli studi umanistici. Nello stesso anno diventa discepolo dell’umanista Gregorio da Spoleto. Entra poi a far parte della compagnia teatrale Ercole I d’Este. Nel 1500 gli muore il padre. Deve assumersi la guida di una famiglia numerosa. Si mette, quindi, al servizio degli Estensi. Torna a Ferrara nel 1503 dopo una parentesi di servizio a Canossa e prende gli ordini religiosi minori al servizio di Ippolito d’Este fratello di Alfonso I.

Scrive le commedie Cassaria (1508) e Suppositi (1509). Finisce la prima redazione dell’Orlando furioso (pubblicato nel 1516). Sposa in segreto, nel 1528, dopo lunga relazione, Alessandra Benucci. Cerca un nuovo impiego presso Alfonso I. Nel 1522 non può rifiutare la carica di governatore della Garfagnana. Tre anni dopo torna a Ferrara e cura la revisione dell’Orlando furioso ripubblicato nel 1521. La versione definitiva sarà del 1532. Muore il 6 luglio 1533.

2.La lirica.

Ha come modelli Catullo, Orazio, Ovidio, Tibullo. Compone delle Rime in volgare. Il modello petrarchesco non è l’unico: usa anche codici stilistici della lirica di fine Quattrocento oppure si rifà ai classici latini. La scelta di Orazio è significativa per gli ideali propugnati a cominciare dall’ozio letterario.

3.Il teatro.

Fu una passione di Ariosto. Si distinse come autore di commedie in versi e in prosa. Fonda la commedia ‘regolare’ basata su modelli classici latini e composta da 5 atti in genere preceduti da un prologo. I motivi, nella Cassaria e nei Suppositi, derivano da Plauto e Terenzio. Scrive la commedia Lena. La commedia I studenti è lasciata incompiuta, è completata dal figlio Virginio come L’imperfetta e dal fratello Gabriele col titolo La scolastica. Compone il monologo carnevalesco l’Erbolato.

4.Le Satire e le lettere.

Le Satire sono composte tra il 1517 e il 1525 e pubblicate nel 1534. Rimandano alle satire latine di Orazio. Sono sette. Sono una matura biografia morale e intellettuale. Critica gli Este e la Chiesa, soffre per la propria posizione di non valorizzazione e rispetto, parla degli anni di servizio in Garfagnana, offre consigli al cugino nella scelta della moglie, chiede consiglio a Bembo per un insegnante di greco per suo figlio, motiva il suo rifiuto a diventare ambasciatore presso Clemente VIII. È critico verso la vita di corte che considera inautentica.

5.L’Orlando furioso.

L’edizione definitiva è di 46 canti. Non furono mai inseriti nel testo i Cinque canti pubblicati postumi nel 1545. L’Orlando è un romanzo policentrico. Lo sfondo è la lotta tra Saraceni e paladini cristiani di Carlo Magno. Il filone è quello delle chansons de geste e dei cantari tre-quattrocenteschi. Il modello più immediato era quello del romanzo cavalleresco incompiuto l’Orlando innamorato di Boiardo. Vi si celebrano gli Estensi. Qui è importante il tema della pazzia di Orlando, un tema minaccioso per l’epoca che però Ariosto propone coraggiosamente. Su tutto domina l’ironia dell’autore. Gli uomini, dice poi Ariosto, sono dominati da istinti e illusioni che spesso sono ciò che da senso alla vita. Ariosto qui si avvicina a Erasmo da Rotterdam.

6.La fortuna.

Ebbe grande successo di pubblico. Torquato Tasso criticò l’opera per la mancanza di unitarietà d’azione e aspetti narrativi inverosimili. Hegel lo citerà come esempio di passaggio dalle concezioni medievali serie a quelle comiche e dissacranti. Francesco De Sanctis ne sottolineò gli elementi più tipicamente cortigiani e privi di impegno politico-civile. In Ariosto di Benedetto Croce si sottolinea l’aspetto dell’armonia ariostea. Di Cesare Segre abbiamo un’edizione critica del poema. Prima abbiamo i saggi di: Walter Binni, Lanfranco Caretti, Carlo Dionisotti. Gianfranco contini scrive nel 1937 Come lavorava l’Ariosto. Abbiamo quindi i lavori di Luigi Blasucci, Emilio Bigi, Alberto Casadei, Corrado Bologna sulle varianti delle tre edizioni e delle parti rifiutate come i Cinque Canti. Per i rapporti intertestuali abbiamo gli studi di Maria Cristina Calvani e Giuseppe Sangirardi. Sergio Zatti, nel 1990, sol suo Il Furioso tra epos e romanzo mette in evidenza, nella dialettica tra forma epica e romanzesca, gli elementi di novità (i desideri complessi) che permettono un confronto tra il Furioso e i romanzi moderni.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.