Filosofia greca.

Filosofia greca
Il Partenone, Atene.

Il pensiero greco, Abbagnano, Fornero, Rossi, Aristotele.

Storia 384-83 a.C.

Scritti acromatici, cioè destinati agli ascoltatori. Scritti esoterici, cioè racchiudenti una dottrina segreta. Scritti essoterici, cioè destinati al pubblico.

Il concetto della filosofia si presenta quindi in Aristotele profondamente mutato. Da un lato la filosofica deve costituirsi come scienza a sé e rivendicare quindi per sé quella stessa autonomia che le altre scienze rivendicano di fronte ad essa. Dall’altro, a differenza delle altre scienze, deve dar ragione del loro comune fondamento e giustificare la sua priorità nei confronti di esse.

La filosofia ha per soggetto non una realtà particolare (sia pure più alta di tutte) ma l’aspetto fondamentale e proprio di tutta la realtà. Tutto il domino dell’essere è diviso fra le singole scienze, ognuna delle quali considera un aspetto particolare di esso; la filosofia sola considera l’essere in quanto tale, prescindendo dalle determinazioni che formano oggetto delle scienze particolari. Questo concetto della filosofia come “scienza dell’essere in quanto essere” è veramente la grande scoperta di Aristotele. Non solo essa consente di giustificare il lavoro delle scienze singole, ma dà alla filosofia la piena autonomia e la massima universalità, costituendola come il presupposto indispensabile di ogni ricerca. In questo senso, la filosofia non è più soltanto teologia; la teologia è bensì una sua parte, ma non la prima né la fondamentale; giacché la prima e fondamentale è quella che muove alla ricerca del principio per il quale l’essere, ogni essere – Dio come l’infima realtà naturale – è veramente e necessariamente tale.

La teoria della sostanza è il centro della metafisica di Aristotele. Questa teoria ha infitti dimostrato che ogni essere ha, nella sostanza che lo costituisce, il principio o la causa della sua necessità.

Alla vita secondo virtù è congiunto il piacere. Infatti, essa è la vera attività dell’uomo, e ogni attività è accompagnata e compiuta dal piacere. I beni esteriori come la ricchezza, la potenza o la bellezza, possono con la loro presenza facilitare la vita virtuosa o renderla più difficile con la loro assenza: non possono però determinarla. La virtù e la malvagità dipendono solo dagli uomini. Certo l’uomo non sceglie il fine che è in lui per natura come una luce che lo guida o giudicare rettamente e a scegliere il vero bene. Ma la virtù dipende appunto dalla scelta dei mezzi che si fa in vista del fine supremo. E questa scelta è libera perché dipende esclusivamente dall’uomo. Aristotele, infatti, chiama libero ciò che ha in sé il principio dei suoi atti o è “principio di sé stesso”. L’uomo è libero proprio in questo senso: in quanto è “il principio e il padre dei suoi atti come dei suoi figli”; e sia la virtù sia il vizio sono manifestazioni di questa libertà.

Le scienze, in quanto tutte egualmente scienze, hanno in comune la forma, cioè la natura del loro procedimento. Considerando a parte tale forma mediante quell’astrazione di cui ciascuna scienza si serve per isolare il suo oggetto, si ottiene una disciplina la quale descrive il procedimento comune di tutte le scienze in quanto tali; e tale disciplina è la logica che Aristotele chiama analitica. […] Ma evidentemente il valore di una logica così intesa dipende dalle legittimità di distinguere la forma generale delle scienze dal loro contenuto cioè dall’oggetto particolare, di ciascuna di esse: dipende cioè dall’oggetto particolare, di ciascuna di esse: dipende cioè dalla legittimità dell’astrazione mediante la quale ogni singola scienza, compresa la filosofia, giunge a determinare il suo oggetto. A sua volta la legittimità dell’astrazione si fonda sulla teoria della sostanza. Infatti, considerare la forma separatamente da ogni contenuto particolare, è procedimento legittimo solo se la forma è, nello stesso tempo, la sostanza, cioè l’essenza necessaria di ciò che si considera. Se la forma non avesse la validità che le viene dall’essere e non fosse essa sola la sostanza di ciò di cui è forma, il considerarla a parte con l’astrazione sarebbe una falsificazione. L’astrazione si giustifica quindi solo come considerazione separata dell’essenza necessaria di una cosa dalle sue particolarità contingenti. La logica, come procedimento analitico, cioè risolutivo della forma del pensiero come tale è dunque fondata sulla metafisica come teoria della sostanza e sta e cade con essa.

La logica ha un oggetto, secondo Aristotele, e quest’oggetto è la struttura della scienza in generale che è poi la stessa struttura dell’essere che è oggetto della scienza. Conformemente all’indirizzo della sua metafisica, Aristotele considera come categoria fondamentale la sostanza.

Metodo deduttivo o sillogistico. L’induzione secondo Aristotele è una deduzione, la quale invece di dedurre un estremo dall’altro mediante il termine medio come fa il sillogismo vero e proprio, deduce il termine medio da un estremo, avvalendosi dell’altro estremo.

Gli eroi del pensiero, Aristotele. Un sillogismo è un trio di proposizioni, delle quali la terza (la conclusione) risulta dall’aver ammesse come vere le altre due (le premesse “maggiore” e “minore”).

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.