Figure retoriche.

Figure retoriche
la letteratura, figure retoriche, parafrasi, traduzione, metafora, mecenate, proemio, rime, bucoliche, poesia pastorale, madrigale, preterizione, similitudine, allitterazione, onomatopea, anafora, enjambement, ossimoro, ambivalenza, catarsi, sineddoche, polisinteto, impallage, metonimia, anastrofe, anteposizione, sinestesia, analogia, correlativo oggettivo

di Sergio Mauri

Parafrasi: esposizione di un testo con parole proprie, spesso accompagnata da sviluppi o chiarimenti.

Traduzione: trasferimento di un testo in una lingua diversa dall’originale.

Metafora: sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Potremmo anche definirla come una similitudine senza l’avverbio “come”.

Mecenate: deriva da “Mecenate” primo ministro di Augusto nell’Impero romano che accoglieva uomini di cultura e artisti. È colui che promuove o favorisce le scienze e le arti, sostenendo concretamente artisti, letterati, studiosi e scienziati.

Proemio: parte introduttiva di un poema, di un trattato, di un’orazione, di un discorso. Riassunto su tutto il racconto.

Rima: funzione strutturante della strofa che pone in relazione di suono e significato due termini di senso diverso, oppure vocaboli che pongono in rilievo concetti opposti.

Bucoliche: le Bucoliche sono un’opera del poeta latino Virgilio. È costituita da una raccolta di dieci egloghe esametriche con trattazione e intonazione pastorale.

Poesia pastorale: genere di poesia caratterizzata da un’idealizzazione della vita dei pastori e in genere della vita campestre.

Madrigale: è una composizione musicale o lirica, in maggior parte per gruppi di 3-5 voci, originaria dell’Italia e diffusa in particolare tra Rinascimento e Barocco.

Preterizione: figura retorica per la quale fingendo di non dire una cosa la si dice.

Similitudine: consiste nel confrontare due identità, in una delle quali si individuano proprietà somiglianti e paragonabili a quelle dell’altra, facendo uso di avverbi quali: come, simile a, sembra, assomiglia, così come, ecc., a differenza della metafora che non si serve di questi ultimi.

Chiasmo: figura retorica consistente nella reciproca inversione del costrutto in due membri contigui.

Simmetria: presenza di alcune ripetizioni nella forma.

Allitterazione: figura retorica che consiste nella ripetizione di un suono o di una serie di suoni acusticamente uguali o simili (fruscio, ronzio, garrire).

Onomatopea: figura retorica che riproduce attraverso i suoni di una determinata lingua il suono o il rumore di un soggetto o di un oggetto.

Anafora: figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole all’inizio di frasi o di versi successivi per sottolineare un’immagine o un concetto (ripetizione).

Enjambement: figura retorica che causa l’interruzione del verso per creare maggior pathos (emozione).

Ossimoro: figura retorica che consiste nell’accostamento di due termini diametralmente opposti: lucida follia, silenzio assordante, chiaroscuro.

Ambivalenza: duplicità.

Catarsi: la morte, il sangue che purifica tutte le colpe.

Sineddoche: parte per il tutto.

Polisinteto: sono frasi o versi collegati con la congiunzione coordinata copulativa e.

Impallage: inversione.

Metonimia: Consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo una relazione di vicinanza, attuando una sorta di trasferimento di significato. La metonimia è simile alla sineddoche mentre quest’ultima si basa su una relazione di carattere quantitativo tra due termini, nella metonimia il carattere della relazione tra i due termini è di tipo qualitativo, tuttavia non è facile saperle distinguere.

Anastrofe: o anteposizione è una figura retorica nell’inversione dell’ordine abituale di un gruppo di termini successivi.

Sinestesia: figura retorica che coniuga due sensazioni diverse.

Analogia: In letteratura, procedimento che nella similitudine tende a sostituire al tradizionale rapporto di comparazione (introdotto da come) quello d’identità (eliminando il come): Le mani del pastore erano un vetro Levigato da fioca febbre (Ungaretti).

Correlativo oggettivo: è un concetto poetico elaborato nel 1919 da Thomas Stearns Eliot, il quale lo definì in un articolo come “una serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi pronta a trasformarsi nella formula di un’emozione particolare”.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro **