Convivio-Dante-VII°.

Libri
Libro, Libri, Book, Books, Amazon libri, Libri scolastici, Libro digitale, The book, Libri usati, Libri da leggere, Libraccio, Feltrinelli, Libri per bambini, Mondadori, Kindle, Salone del libro, Ibs, Book creator, Google libri, Feltrinelli libri, Ibs libri, e book, Giunti, Norme redazionali, Testo paratattico, Testo ipotattico,

di Sergio Mauri

Dante evidenzia un paradosso quando scrive dei limiti della retorica (parlare solo degli altri, di sé stessi, come e perché…). Dante dice che non è retoricamente corretto parlare di qualcun altro senza biasimare o lodare, ma non si può nemmeno parlare di sé stessi. Il suo paradosso è quando parla di sé stesso. Dante esce dal paradosso dicendo che parlerà di sé stesso senza lodarsi o biasimarsi, ma ne parlerà per difesa o ammaestramento. Tuttavia, parlando di sé stesso pecca di superbia, ma tutti peccano di superbia, quindi, è anch’egli uguale agli altri, è alla loro altezza.

Perché conclude il Convivio al 4° trattato quando poi stava mettendo le mani in pasta? Il Convivio lo scrisse sicuramente per difendere sé stesso, visto che è un’opera apologetica e non vuole offendere coloro che lo stanno ospitando.

Scopo del Convivio è anche quello di diffondere la conoscenza, ma allora perché si ferma? Forse perché parlando di nobiltà sarebbe stato seguito da pochi? Perché prima vuole diffondere la conoscenza attraverso un saggio e poi attraverso la Commedia? C’è un cambiamento metodologico?

La poesia è musicale, ha un ritmo, è più leggibile, la prosa è la forma della scienza, non ha suono, non ha ritmo. Anche questa è una cosa da valutare nel rispondere alla nostra domanda. La Commedia veicola risposte a domande che l’uomo si è sempre posto. Il messaggio di Dante è universale e va oltre il sistema dei valori rappresentato da Dante stesso. Ciò che noi apprezziamo oggi è la costruzione estetica operata da Dante. Il patrimonio delle immagini dantesche è ciò che ci viene tramandato.

Comunque, la Commedia era ben più fruibile, nel quotidiano, del Convivio. Il primo commentatore di Dante è Boccaccio e poi i figli di Boccaccio. Prima del Decameron egli scrive la Genealogia degli dei. Boccaccio ha lo stesso stimolo di Dante e sceglie una forma adeguata per affrontare il mondo in cui viveva. Scrive il Decameron in risposta a una crisi sanitaria, la peste nella Firenze del tempo.

Sul 2° capitolo del Convivio. Citare Boezio e sant’Agostino è un artificio retorico, non ci è d’aiuto. È una citazione generica.

Qualcuno dice invece che, se Dante li cita, non lo fa a caso. All’epoca erano importanti, oggi li conosciamo meno.

Perciò Dante li può semplicemente citare poiché sono conosciuti.

Sergio Mauri
Autore: Sergio Mauri, Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro | Buy me a book! **

About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.