Capire veramente un’opera d’arte.

Capire un'opera d'arte
Capire un'opera d'arte

È impossibile. Ovvero; è possibile darne una propria interpretazione, ma l’unico che la ha capita è l’autore che l’ha fatta. Farla è una cosa, osservarla, contemplarla, un’altra. Ne discende che le interpretazioni date dai critici sono, molto spesso, retorica pura. Costoro si possono certamente avvicinare alla soluzione dell’enigma, ma unicamente sul piano astratto intellettuale, mentre dovrebbero risolvercelo sul piano della creazione dell’opera d’arte. Ma, allora, come possiamo entrare nello spirito dell’opera e tentare di comprenderla? Secondo me, in un solo modo: tentando di riprodurla.

Se è vero che è l’opera a fare l’autore, a chiamarlo all’esecuzione (cito Massimo Recalcati), allora lo copia fedele all’originale ha un senso propedeutico e culturale definitivo. Si spiega, allora e al tempo stesso, l’importanza data dalla cultura cinese (ed in genere orientale) alla copia fedele a quella del maestro, come base di partenza per un successivo miglioramento di ogni intervento artistico. Oltre al fatto che la riproduzione fedele è una suprema forma di rispetto verso il maestro stesso. Non ci si contrappone, si eredita e si procede nel migliorare.

Per capire un’opera d’arte, allora, è necessario recuperare il rispetto verso se stessi e il mondo, ritrovando un’armonia col passato, senza cui è impossibile comprendere alcunché e muoversi nel presente e nel futuro.

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