12 domande sulla Resistenza.

Domande sulla Resistenza
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di Sergio Mauri

1.In quale situazione si trovava l’Italia dopo l’8 settembre del 1943? (Armistizio).

L’Italia, all’8 settembre 1943 si trovava in una situazione di prostrazione ed abbandono. L’armistizio (nella storiografia non italiana viene definito come “capitolazione dell’Italia”, può anche essere visto come l’inizio di un processo di liberazione che sarà segnato tragicamente dall’occupazione nazista. È immediatamente successivo allo sbarco alleato in Sicilia, alla sfiducia nei confronti di Mussolini del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943. L’armistizio dell’8 settembre 1943 viene cinque giorni dopo la firma di quello di Cassibile, in Sicilia, che fu tenuto nascosto, secondo gli accordi con gli Alleati, per cinque giorni appunto.

2.Definizione di “RESISTENZA”.

La Resistenza fu un movimento per lo più di popolo, a scala mondiale, poiché coinvolse tutti i paesi che in qualche modo subirono il conflitto mondiale contro i paesi dell’Asse. La Resistenza era composta di volontari che combattevano in formazioni irregolari degli eserciti regolari e molto potenti, come ad esempio quello tedesco. In particolare, in Italia la Resistenza fu un movimento politico militare di lotta, spesso armata, contro il fascismo e gli occupatori nazisti.

3.La Resistenza fu un fenomeno molto complesso in cui s’intrecciarono diversi conflitti.    Quali?

La Resistenza fu uno dei fenomeni più complessi della nostra storia recente. Al suo interno molte furono le sue anime: da coloro che volevano combattere un’ingiustizia vissuta in prima persona a coloro che erano renitenti alla leva; da coloro che volevano semplicemente mangiare un piatto di minestra a coloro che dopo certi trascorsi desideravano riciclarsi nel nuovo corso politico, fino a coloro che avevano un chiaro disegno politico per l’Italia, almeno nelle loro teste. Nella Resistenza si intrecciarono tre diversi conflitti: la guerra patriottica, per liberare l’Italia dall’occupazione tedesca; la guerra civile tra partigiani e fascisti; la guerra sociale o di classe tra lavoratori ed in parte intellettuali ribelli e i capitalisti, accusati di connivenza col fascismo.

4.Breve sintesi sul massacro di Cefalonia.

A Cefalonia si consumò quello che, secondo alcuni storici, fu l’ultimo atto dell’alleanza con la Germania, secondo altri il primo atto di Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943, le nostre truppe sono abbandonate al loro destino (mio padre tra quelle truppe, di stanza a Napoli), in seguito al cambiamento di fronte della monarchia e di una cospicua parte della classe dirigente italiana. Il presidio di Cefalonia, forte di 12000 soldati, decide di non arrendersi ai tedeschi. Dopo dieci giorni di combattimenti con i tedeschi, gli italiani si arrendono. Visti gli ordini di Hitler che considerava gli italiani dei traditori, questi ultimi vengono passati per le armi. I morti saranno circa 5000. I sopravvissuti dovevano essere mandati nei lager in Germania, al lavoro coatto, ma le navi che li trasportavano affondarono a cause delle mine. (Conobbi un sopravvissuto al naufragio che rientrò a Trieste, si unì alla Resistenza, fu arrestato e mandato a Dachau nella primavera del 1944, da cui tornò a fine guerra).

5.Come si presentavano le azioni dei PARTIGIANI? E quali furono le reazioni dei tedeschi?  Breve sintesi sui tragici fatti di Boves, di Marzabotto e delle Fosse Ardeatine.

a) le azioni dei partigiani si presentavano in modi differenti a seconda che le formazioni combattenti fossero “alla macchia” o in città. In quest’ultimo caso parliamo di SAP (Squadre di Azione Patriottica) GAP (Gruppi di Azione Patriottica) veri e propri commandos, questi ultimi, che dovevano compiere azioni di sabotaggio, eliminazione di militari e delatori nazifascisti, in appoggio ai combattenti alla macchia. I GAP operativi furono quelli del PCI e del Partito d’Azione che ebbero circa il 50% di caduti.

b) le reazioni dei tedeschi furono spietate. Da quando la Germania nazista decretò la “guerra totale” che tradotto significava l’eliminazione di chiunque non fosse tedesco o alleato dei tedeschi o, ancora, parte del progetto di schiavizzazione da mettere in atto dopo la guerra, le reazioni furono sempre fuori da ogni proporzionalità e causalità. Tutto ciò ben prima della lotta partigiana.

c) a Boves il 19 settembre 1943 i tedeschi uccidono 32 persone inermi per rappresaglia; a Marzabotto tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, insieme ad altri paesi della zona, al fine di fare terra bruciata attorno alle formazioni partigiane, vengono uccise 1830 persone; alle Fosse Ardeatine furono uccise oltre 340 persone rastrellate dopo l’attentato di Via Rasella a Roma.

Per inciso, sulla quantità e qualità delle stragi nazifasciste in Italia, rimanderei alla vicenda dell’Armadio della vergogna esplosa nel 1994. L’inchiesta giornalistica, portata avanti dal giornalista Franco Giustolisi, seguita poi da un’inchiesta parlamentare, ricostruì le vicende dell’occultamento dei fascicoli e delle prove documentarie, tra cui quelle apportate dall’Intelligence inglese. L’occultamento della documentazione fu attuato per ragioni di Stato (alleanze ed interessi geopolitici).

6.Che cos’era il CLN?

Il Comitato di Liberazione Nazionale cercò di coordinare l’azione dei vari gruppi partigiani. Ai CLN aderirono i partiti antifascisti, dai comunisti ai democratici cristiani, in un’ottica di preparazione alla fine della guerra, nella più possibile forte unità per vincere il fascismo e in vista della ricostruzione. Da questa composizione eterogenea si evince che i contrasti e le contraddizioni erano semplicemente rimandate alla fine della guerra.

7.Perché, in questo periodo, si può parlare, in qualche modo, di una GUERRA CIVILE in Italia?

Si può parlare di una guerra civile in Italia, secondo le formulazioni dello storico Claudio Pavone, sotto diversi profili: quello ideologico, quello etico e quello sociale. Questa guerra civile ci fu perché si scontrarono diversi modi di concepire il mondo, di organizzarlo ed immaginarlo. Si scontrarono, parimenti, differenti bisogni e necessità sociali, e ancora più ampiamente, nacquero e si svilupparono delle compiute aspirazioni alla giustizia sociale e al progresso che contrastavano con rapporti sociali cristallizzati e, per lo più, superati.

8.La SVOLTA DI SALERNO: breve sintesi mettendo in rilievo lo scopo di quest’evento    storico.

La discussione sul futuro assetto istituzionale dell’Italia vedeva i CLN divisi innanzitutto sulla sorte della monarchia. A sinistra si pensava che la posizione dei Savoia fosse particolarmente scomoda. Essi avevano favorito l’ascesa di Mussolini e la conseguente politica imperialistica e guerrafondaia. Cattolici, liberali ed Alleati erano invece favorevoli alla monarchia. La svolta di Salerno si inserisce in questo contesto e fu l’attestazione del segretario dell’allora PCI, Palmiro Togliatti, una delle principali parti in causa sia nei CLN che nella guerra di liberazione nazionale, nel suo discorso pronunciato nella città liberata di Salerno, che posticipava alla fine della guerra ogni decisione di tipo politico sul futuro dell’Italia. Fino a quel momento, invece, si doveva lottare tutti assieme contro il nazismo ed i suoi alleati fascisti per porre fine alla guerra.

9.Quali furono le conseguenze per gli ebrei che vivevano nell’Italia occupata dai tedeschi?

Le conseguenze per gli ebrei che vivevano nell’Italia occupata dai nazisti furono terribili: rastrellamenti degli stessi dalle città, deportazione nei campi di sterminio dell’Europa centro-orientale e morte. Essi non erano semplicemente considerati razzialmente inferiori e non degni di appartenere alla razza umana, ma erano pure tacciati di essere quel nemico mondialista e cosmopolitico, traditore, di cui ancor oggi, nel Ventunesimo secolo, sentiamo degli echi più o meno forti nella polemica politica spicciola.

10.Perché durante l’inverno tra il 1944 e il 1945 la Resistenza visse un momento      estremamente difficile?

L’inverno 1944-1945 fu molto difficile per la Resistenza, poiché l’avanzata Alleata subì una fermata ed i nazifascisti poterono attuare una feroce controffensiva a largo raggio, nella quale erano incluse anche le rappresaglie contro i civili inermi. Il tutto allo scopo di terrorizzare la popolazione.

11.Quando e come avvenne la liberazione dell’Italia?

La liberazione dell’Italia avvenne quando le forze partigiane, aiutate con armi e rifornimenti vari dagli Alleati, organizzarono l’insurrezione generale nell’Italia occupata. Ricordo per inciso la parola d’ordine lanciata da Radio Londra, “Aldo dice 26×1”, con cui si dava indicazione dell’ora (l’una di notte) e del giorno (il 26 aprile 1945) dell’insurrezione generale. Tuttavia, Milano e Genova furono liberate già il 25 e questa diventerà la data ufficiale della Liberazione.

12.Breve sintesi sul dramma delle FOIBE.

Sul dramma delle foibe, posso accennare al mio piccolo (e controverso) dramma familiare: l’infoibamento del cugino di mia nonna materna, tale Marco Bencich, di Parenzo, in Istria. Appartenente alla MVSN (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, cioè le Camicie Nere) partecipò, già ben prima del conflitto mondiale, ad azioni di tipo squadristico e militare, a danno della popolazione civile, al fine di esercitare un controllo effettivo sulle zone interne, per lo più croate, dell’Istria. Fu attirato in un’imboscata da qualcuno che, probabilmente, conosceva, venne freddato da colpi di arma da fuoco e successivamente infoibato.

Il dramma delle foibe è un argomento complesso e controverso che, ancora oggi, non vede un giudizio concorde né, tantomeno, sereno. Il ruolo di molti storici, secondo me, è stato discutibile ed insufficiente. Alcuni di questi storici, addirittura, erano parti in causa riguardo a questi fatti, poiché appartenenti a forze politiche che allora intrattenevano, con le controparti, proficui rapporti di vario tipo. Come ho già avuto modo di osservare su altre questioni, su questo come su altri argomenti c’è molta ipocrisia e falsa coscienza. Tuttavia, a noi non rimane che contestualizzare i fatti storici e dar loro un senso, in virtù, appunto, di quella contestualizzazione.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014 e con Historica Edizioni nel 2022.
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