Note a margine al libro di Yves Citton, Mitocrazia.

Alegre-mitocrazia
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Che cosa è la sinistra? Qualcuno (me compreso) polemicamente ha affermato essere solo una coordinata di posizionamento nell’emiciclo parlamentare, luogo di esercizio del potere della classe dominante. Io, invece, per non essere così sarcastico la definirei in un modo più articolato: un luogo dell’anima depositario di un immaginario collettivo di tutto un popolo che non esiste più.

Sono, infatti, estremamente severo sull’argomento: l’insieme di classi sociali subalterne che ha creato quella formazione culturale è  stata, poi, spazzata via dall’economia capitalista-consumistica. I lavoratori, specialmente in questo paese, sono diventati tutti classe piccolo-borghese, “classe media”, nelle sue molteplici articolazioni. La base sociale in grado di produrre quella cultura è andata, quindi, distrutta, spazzata via dall’evoluzione capitalistica.

Il libro di Citton è ricco, puntuale, benvenuto. Non c’è dubbio. Tuttavia, dobbiamo avere la forza e la determinazione di comprendere una cosa fondamentale: ai libri e alle lotte intellettuali, di cui anche Citton è parte integrante, bisogna preferire sempre la vita, molto spesso sporca, deludente e puttana. Oltre a questi libri dal bel taglio accademico (perché alla fine di questo si tratta) l’operazione da fare sarebbe piuttosto quella di dare voce alla classe subalterna, farla esprimere liberamente perché esca allo scoperto e alla coscienza collettiva, tutto il degrado che questo sistema le ha scaricato addosso. Per fare questo, bisogna essere dentro alle contraddizioni e a quella vita sporca mentre il limite, spesso eclatante, della visione degli intellettuali coscienti è proprio quello di non esserci.

Un libro da leggere e consigliare anche se non adatto all’uomo della strada.

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