Due note sulla Catalunya.

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In Catalogna credo stia andando in onda quella che si può definire la ridefinizione dei poteri ed in particolare di quelli degli Stati, pur senza mettere in discussione l’Unione con L’Europa.

In effetti la Catalogna ha già chiesto l’ammissione all’UE. Un separatismo unionista, diciamo. Nulla di traumatico. Ridefinire i “confini” dei poteri, delle classi dominanti, del consenso.

Non è cosa semplice, non è cosa da poco. Secondo me, nessuno strappo radicale all’orizzonte. Tuttavia, si tratta di un evento importante.

Podemos ne esce indebolito, avendo in parte esaurito quella forza di radicalità che l’aveva inizialmente caratterizzato.

Ciò che non mi convince è lo schema che leggo in certi siti di sinistra: liberarsi dall’oppressione nazionale per poi liberarsi da quella sociale. Uno schema reso operativo ai tempi di Stalin, ma che già Lenin ed il gruppo dirigente bolscevico aveva impostato già dal 1920, al Congresso di Baku. Non so se si può riproporre pari pari nel 2015.

I giornali di destra, nel frattempo, invece non ne parlano proprio, silenti e assenti dall’argomento. Vergognoso, direi.

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