L’Islam non c’entra nulla col fascismo.

Dervisci
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Facciamo un resoconto della situazione a più di un mese dai fatti di Parigi. Ciò che abbiamo visto consolidarsi è l’associazione ideologica perpetrata dalla classe dominante occidentale fra terrorismo ed islamismo. Tra i rappresentanti della civiltà occidentale, sfilati a Parigi, abbiamo presidenti e capi di governo che mai hanno esitato a finanziare il terrorismo islamista. A dimostrarcelo sono le vicende siriane e libiche. Ma abbiamo anche Israele che non ha esitato ad operare pulizie etniche e crimini di guerra. Abbiamo anche paesi “inciviliti” ultimamente come l’Ucraina, che hanno nei ministeri chiave dei nazisti dichiarati che rivalutano apertamente la collaborazione con il terzo Reich di 70 anni fa. Abbiamo anche paesi civili come l’Ungheria, fautrice di un modello politico autoritario e d’ispirazione fascista. Per seminare un po’ di confusione, alla grande marcia per Charlie c’erano anche dei rappresentanti di paesi musulmani come la Giordania e la Turchia, fedeli alleati dell’imperialismo e finanziatori scoperti degli islamisti.

Perché Obama era assente? Forse per delle divergenze interne al fronte imperialista e come segnale di distanza dal dinamismo dimostrato dall’Europa, Francia in primis, in Africa. O forse si tratta di un segnale di divergenza nella gestione del terrorismo islamista, visto che la Francia sembra allontanarsi dal finanziamento di questi gruppi dopo averli appoggiati nell’opera di destabilizzazione in Libia e Siria. Il recente repulisti all’interno dei servizi segreti francesi potrebbe esserne la conferma. Il contesto culturale islamista da cui sono usciti i Kouachi, ma anche i gruppi islamisti in generale, sono parte di quella costellazione di movimenti politici islamici finanziati dall’imperialismo tramite i servizi segreti. Parliamo, perciò, di quei gruppi addestrati in Libia dal 2011 che poi hanno collaborato con USA, Francia e Gran Bretagna per distruggere Gheddafi, peraltro fiero oppositore dell’integralismo islamico. Questi gruppi, in seguito, sono andati a dare manforte all’ISIS con l’aiuto di USA, Israele (operazione nido di calabroni) con finanziamenti di Qatar, Arabia Saudita, Turchia e Giordania. L’obiettivo è rovesciare Assad, ma anche il governo iracheno, troppo vicino a Cina e Russia. La cosa più stronza dell’operazione mediatica seguita ai fatti parigini consiste nella classica equiparazione fra il nemico di turno dell’imperialismo col fascismo.

Ecco allora nascere l’oscena categoria politico-ideologica dell’islamofascismo. Questo, portato avanti da giornalisti disposti a fare l’apologia del fascismo stesso. La delegazione russa all’ONU il 21/11/14 ha presentato una risoluzione che invocava “la lotta contro la glorificazione del nazismo, del neonazismo e delle altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, di discriminazione razziale di xenofobia e intolleranza associate“. La risoluzione invitava pure alla denuncia del negazionismo nei confronti dei crimini nazisti. Hanno votato a favore solo 115 stati e 55 si sono astenuti, inclusa tutta l’UE. Hanno votato contro USA, Canada e Ucraina, modelli di democrazia (?).

Ma affrontiamo ora la questione islamica. L’Islam è una grande tradizione culturale che ha avuto dei momenti molto buoni ed altri meno buoni. Ciò che, tuttavia, oggi viene sistematicamente ignorato dai servi dell’Imperialismo è che nella loro storia i paesi islamici sono stati, se confrontati con quelli cristiani, il miglior esempio di protezione delle minoranze. Parliamo perciò di diritti umani, argomento di cui l’imperialismo fa ampio uso quando si tratta di attaccare l’Islam o altri suoi competitori. Dobbiamo sapere che la dhimma (protezione) è un contratto, a tempo indeterminato, per mezzo del quale uno stato islamico offre ospitalità e protezione ai fedeli cristiani ed ebrei. In cambio si chiede il riconoscimento della supremazia islamica attraverso il pagamento di una tassa (gizya). Ci sono poi altri obblighi da osservare, come quello di seguire delle prescrizioni che in diversi casi possono anche essere trascurate. Le prescrizioni riguardano norme di tipo urbanistico, come il divieto di costruire chiese o sinagoghe più alte delle moschee, o norme concernenti l’abbigliamento, ovvero l’imposizione di determinati colori volti a distinguere i non musulmani. Ci sono poi altri divieti come quello di portare armi ed altre cose minori. In cambio, alla “gente del libro” (cristiani ed ebrei) era garantita sia la protezione che la proprietà. Dal lato delle conversioni, anche l’Islam ha conosciuto dei casi di conversioni forzate. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che la maggior parte dei popoli che si sono convertiti all’Islam lo hanno fatto in modo spontaneo, per i vantaggi concreti che ne traevano. Il comportamento dell’Islam verso le minoranze è stato radicalmente diverso da quello del cristianesimo. Ad esempio gli ebrei cacciati dalla Spagna troveranno rifugio a Salonicco (dal 1492) e Istanbul (più tardi) presso Solimano il Magnifico.

In seguito l’Islam allarga la propria tolleranza allo zoroastrismo, all’induismo, al buddhismo e al sikhismo. Ad esempio già nell’India islamica l’uso della gizya viene estesa ad una molteplicità di culti. Con delle contraddizioni dovute più a questioni politiche del momento che non a problemi religiosi.

Quindi, quando sentiamo rivendicare una civiltà ebraico-cristiana siamo di fronte ad una assurdità, o a qualcosa di peggio! Se c’è qualcuno che ha sterminato e perseguitato gli ebrei questi sono proprio i cristiani. Ha più senso parlare di una tradizione ebraico-islamica già fiorita in Spagna e poi proseguita in esilio presso gli ottomani. L’Europa, al contrario, dovrà scannarsi a lungo per motivi religiosi prima di arrivare, con l’illuminismo, alla teorizzazione della libertà di fede. Certo, questo spirito di tolleranza ed avanzamento culturale non è oggi sempre presente in tutti i paesi islamici. È vero. Tuttavia è interessante notare che i paesi islamici oggi più arretrati e oscurantisti, guarda caso l’Arabia Saudita, hanno dei governi la cui affermazione è stata tutta interna ai voleri e ai giochi imperialistici. Un imperialismo di cui sono a loro volta alleati e pedine insostituibili, basta vedere l’ultimo gioco distruttivo sul prezzo del petrolio. Allora, scrisse bene Huntington nel 1996 quando aveva inventato il nuovo nemico, dopo l’URSS, nell’asse islamico-cinese. Per combattere il quale i nazisti sono utili, tollerati e benvenuti.

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