Il Primo Ottocento-La Letteratura Italiana.

Ottocento
Claude Monet, testimone dell'Ottocento.

La letteratura italiana.

1.Un quadro d’insieme.

La disputa classici/romantici.

Madame de Staël pubblica sul primo numero della Biblioteca Italiana un articolo intitolato Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni. Polemizza contro i limiti della cultura erudita, neoclassica e accademica. Invita i letterati italiani a una stagione di rinnovamento nel confronto con le altre letterature. Le critiche suscitano reazioni immediate e negative di Pietro Giordani, Carlo Giuseppe Londonio, Vincenzo Monti. Dopo questa presa di posizione, i filo-staeliani escono allo scoperto, con pamphlet, col romanzo satirico-umoristico Avventure letterarie di un giorno o consigli di un galantuomo a vari scrittori, di Pietro Borsieri; il saggio in forma epistolare Sul Cacciatore feroce e sulla Eleonora; Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo di un altro milanese, Giovanni Berchet. Quest’ultimo propone come modello August Brüger. Evento ed effetti condizionano la querelle e contribuiscono a fissare i limiti geografici, estetici e culturali di tutto il movimento romantico. Il Romanticismo italiano, la sola area lombardo-piemontese, si delinea come spinta allo svecchiamento della cultura nazionale, in sostanziale continuità e conciliazione con la cultura precedente. In questa prospettiva conciliativa il Romanticismo lombardo recupera le parti più avanzate della precedente riflessione illuminista sul fine utilitaristico e civile dell’arte e della letteratura. Si rifiutano le speculazioni estetico-filosofiche generali a vantaggio della critica militante, in cui le controversie letterarie si mescolano a preoccupazioni morali ed educative. I Promessi Sposi prima e il romanzo storico poi riscuotono molto successo in un’Italia alla ricerca di unità e identità nazionale. I romantici italiani operano una vistosa selezione in senso razionalistico degli atteggiamenti e dei topoi del Romanticismo europeo. Sul piano tematico è accolta la sola figura del ribelle byroniano. La poesia romantica italiana si caratterizza per un forte aggancio al repertorio stilistico-formale della tradizione. Non a caso Giacomo Leopardi, maggiore poeta ‘romantico’ italiano prende posizione contro la poesia romantica. Egli attribuisce alla poesia classica l’immaginazione e il sentimentalismo patetico che i romantici rivendicavano come proprie. Gli interessi degli scrittori passano comunque dalla storia alla cronaca, dalla filosofia alla politica, come nel caso di Ippolito Nievo militante attivo nella lotta per l’indipendenza italiana, interprete della necessità di una nuova letteratura per le classi medie e popolari.

L’evoluzione del melodramma.

Le poetiche italiane dell’Ottocento rimangono circoscritte in senso provincialistico dagli stessi ritardi economici, sociali e politici del paese. La diffusione continentale del melodramma italiano riversa gran parte delle pulsioni più estreme dell’immaginario ed è importante anche sotto il profilo letterario. Importante anche il ruolo dei librettisti. Fra di essi ricordiamo: Felice Romani (librettista di Bellini e Donizzetti); Salvatore Cammarano (librettista di Donizzetti e Verdi); Francesco Maria Piave (librettista di Verdi).

La nuova editoria. Le riviste.

A partire dagli anni Venti il diritto di proprietà letteraria prima riconosciuto, viene meno e cessa di essere considerato valido su scala nazionale. La conseguenza immediata è il moltiplicarsi delle “edizioni pirata”. L’esistenza di dazi e dogane fra i vari Stati della penisola determina un aumento dei costi di produzione  che incide negativamente sulla libera circolazione del libro. Questi fattori concorrono a impedire l’instaurazione di un mercato librario come quello dei maggiori paesi europei, con ricadute negative sull’esercizio della professione di scrittore e di giornalista. Milano è il centro dell’editoria italiana. Intellettuali li presenti: Giovanni Berchet, Silvio Pellico, Ermes Visconti.

Fra gli editori più illuminati e sensibili: Antonio Fortunato Stella (che ha come consulente Leopardi); Francesco Lampato. Nascono: il mensile Biblioteca Italiana; il bisettimanale Il Conciliatore; il mensile Annali Universali di Statistica. Fuori della Lombardia abbiamo il mensile fiorentino L’Antologia, fondato da Giovan Pietro Viesseux. Nel 1840 la stipula della convenzione estesa a tutti gli Stati italiani (escluso il Regno delle Due Sicilie) della libera circolazione delle opere a stampa e il riconoscimento della proprietà letteraria e dei diritti d’autore determina una svolta verso il superamento delle barriere strutturali dell’industria libraria della penisola. Si sviluppa il mercato. A Milano abbiamo le riviste Il Politecnico di Carlo Cattaneo e Il Crepuscolo di Carlo Tenca. A Firenze operano anche felice le Monnier, Giambattista Piatti, Gaspero Barbera. A Torino Giuseppe Pomba. A Bologna abbiamo Nicola Zanichelli.

2.La poesia.

Esclusi Manzoni e Leopardi la poesia italiana dell’età del Romanticismo è contrassegnata da una produzione modesta in quantità e in qualità. Forme in uso: inno, ballata (o romanza), la novella in versi. Si riscontra un eccesso di oratoria che finisce (spesso) per approssimare il linguaggio del verso a quello del melodramma. Leopardi sceglie un codice conservativo, aulico e classicista. Carlo Porta (milanese) e Giuseppe Gioacchino Belli (romano) scelgono il dialetto. Nel ‘secondo Romanticismo’ viene dato ampio spazio alle tendenze evasive dell’immaginario.

2.1La lirica patriottica.

Giovanni Berchet introduce nella penisola il genere della ballata romantica, traducendo due liriche di Brüger. Il modello straniero indugia sulla caratterizzazione gotico-medievaleggiante a causa della facile struttura di quartine a rima baciata. La ballata si orienta sull’aspetto storico-nazionalistico. Berchet avrà diversi continuatori, soprattutto tra i seguaci delle dottrine mazziniane: Alessandro Poerio, Francesco Dall’Ongaro, Pier Paolo Parzanese, Arnaldo Fusinato, Luigi Mercatini, Goffredo Mameli, Luigi Carrer, Tommaso Grossi. Per le novelle in versi: Silvio Pellico, Bartolomeo Sestini, Vincenzo Padula.

2.2La lirica dialettica. Carlo Porta e Giuseppe Gioachino Belli.

È assodato che la Lombardia austro-napoleonica sia più aperta sul piano culturale dell’oscurantista Stato della Chiesa. È una poesia che mantiene fede ai principi sensisti del piacere e dell’utile, ma si sposa bene con le istanze dei romantici per una poesia realistica, popolare, spontanea e immediata benestante Porta, di più modeste origini il secondo. Belli coltiva il dialetto organico e conformista (è tra i fondatori dell’Accademia Tiberina di ispirazione filopapale). Belli sceglie di ‘fotografare’ il carattere originale, cinico, impoetico, ignorante e crudele della plebe della capitale.  Sono versi di valore anche documentario. Belli a differenza di Porta nega ogni speranza di riscatto alla plebe romana.

2.3L’ultima fase. Giovanni Prati e Aleardo Aleardi.

Anni Quaranta e Cinquanta: Prati e Aleardi vivono comuni esperienze culturali, civili e patriottiche. Il loro orizzonte è sensuale e perbenista. Il sentimentalismo presente nell’Aleardi è più riflessivo e raccolto.

3.La prosa.

3.1La stagione del romanzo storico.

L’importanza e le potenzialità educative del romanzo storico si possono far risalire alle considerazioni di Pietro Borsieri. Tra il 1825 e il 1827 compaiono, oltre alla prima edizione dei Promessi Sposi, ben altri quattro romanzi storici: Castello di Trezzo di Giovanni Battista Bazzoni; di Sibilla Odaleta: Episodio delle guerra d’Italia alla fine del secolo XV; Romanzo istorico di un italiano di Carlo Varese; Cabrino Fondulo, Frammento della storia lombarda sul finire del secolo XIV e il principiare del XV diVincenzo Lancetti; Battaglia di Benevento e Storia del secolo XIII di Francesco Domenico Guerrazzi. Decisiva la ricezione della narrativa di Walter Scott (Ivanhoe). Rispetto all’impegno civile e patriottico si dispongono due schieramenti ideologico-politici: quello moderato, cattolico-liberale, quello democratico, laico e mazziniano. Nel primo tipo: Ettore Fieramosca di Massimo Taparelli d’Azeglio; Marco Visconti di Tommaso Grossi; Il duca d’Atene di Niccolò Tommaseo; Margherita Pusterla di Cesare Cantù. Nella seconda tipologia: Battaglia di Benevento e L’assedio di Firenze di Francesco Domenico Guerrazzi. A parte sono da considerare le enfatiche narrazioni di Antonio Bresciani, gesuita, ne L’ebreo di Verona.

Il romanzo storico, a partire dagli anni Quaranta, mostra dei cedimenti in favore del genere campagnolo che invita a rivolgersi ai grandi emarginati, i contadini, rispetto alla lotta nazionale. Questo filone attecchisce soprattutto in area veneta. Nel filone abbiamo pure opere minori di Ippolito Nievo. Abbiamo, quindi, il romanzo-confessione (Niccolò Tommaseo).

3.2La memorialistica.

Sono soprattutto gli intellettuali e i militari partecipi delle lotte per l’indipendenza nazionale. Le loro storie hanno un intento politico ed educativo. Abbiamo: Le mie prigioni di Silvio Pellico (opera fraintesa e non orientata alla denuncia della durezza della repressione austriaca nei confronti dei patrioti carbonari, bensì a un percorso interiore e di riscatto religioso). Poi: Manoscritto di un prigioniero di Carlo Bini. Lorenzo Benoni, o passaggi della vita di un italiano di Giovanni Ruffini. Cronaca dei fatti di Toscana di Giuseppe Giusti. Apologia della vita politica di Guerrazzi.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.