2.3 Le arti e la letteratura
Le teorie sull’arte. Il sublime.
La rivalutazione della parte irrazionale e sentimentale presenta nell’arte porta alla conseguente rivalutazione delle arti che fanno emergere meglio queste caratteristiche.
Percy Bysshe Shelley: “il grande strumento del bene morale è l’immaginazione”.
Ernst Theodor Amadeus Hoffmann considera la sinfonia come la forma estetica più romantica. Preferisce anche la pittura, per il suo carattere immateriale; è bidimensionale e si fonda nell’illusione. Contro le regole, le convenzioni e le finalità educative del Neoclassicismo, l’arte romantica rivaluta il movimento e i contrasti coloristici e tonali. Emerge la tendenza al sublime (Edmund Burke) e al pittoresco.
Musica e poesia
Secondo Schlegel la poesia romantica deve mescolare e/o fondere prosa e poesia, genialità e critica. Poesia e musica inclinano a coincidere come veicoli potenziali di espressione autentica.
Strumento romantico per eccellenza è il pianoforte.
L’età della Restaurazione vede il trionfo di opere tragiche e comiche: Norma, I Puritani di Vincenzo Bellini; l’Elisir d’amore, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizzetti; Il barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini. Quest’ultimo, assieme al La muta di Portici di Daniel-Francois- Esprit Auber e Roberto il diavolo di Giacomo Meyerbeer, è all’origine del grand-opéra.
Il vertice dell’opera viene raggiunto da Giuseppe Verdi (Rigoletto, Il trovatore, La traviata) e Richard Wagner (L’anello del Nibelungo).
2.4 Rapporti fra le letterature europee e quella italiana
2.4.1 Caratteri fondamentali della poesia europea.
Lirica e romanzo sono i generi letterari che caratterizzano meglio il periodo. Poesia e musica condividono la fiducia nella spontaneità dell’ispirazione. A circa il 1850 ci sono 2 linee di sviluppo nella poesia romantica: 1) esplorazione individuale degli abissi della vita interiore 2) valorizzazione della funzione pedagogica del poeta portavoce della coscienza collettiva.
La poesia anglosassone.
Da metà Ottocento abbiamo i Lake Poets: William Wordsworth, Samuel Taylor Coleridge. La natura è simbolo dell’interiorità. Si pensa che nella vita agreste l’uomo conservi una maggiore trasparenza emotiva. Per Wordsworth c’è un’affinità bambino-poeta, che poi sarà anche di Pascoli. Wordsworth: versi composti ad alcune miglia dall’abbazia di Tintern, in chiusura delle Ballate liriche. Coleridge: La ballata del vecchio marinaio. Coleridge, a differenza di Wordsworth, punta maggiormente sugli aspetti magico-soprannaturali dell’immaginario. Shelley e Byron: individualisti, anarchici, ribelli. Vita sregolata e iper-ribelle il primo, morto nella baia di Lerici, zoppo e iper-contradditorio il secondo, morto per la liberazione della Grecia.
Charles Baudelaire.
I fiori del male sono una rivoluzione nell’immaginario lirico europeo: uso analogico della parola; ricerca metafora efficace; il tema dello spleen, cioè della ‘noia’. Il titolo stesso è un ossimoro. Recupera l’allegorismo in chiave moderna. Allegorismo come antica capacità retorica di esprimere concetti ideali attraverso immagini. Si parla anche di perdita dell’aureola. Baudelaire canta l’astratta bellezza e l’aspetto ripugnante della grande città. La poesia non può comunicare attivismo ed eroismo, ma fa parte di un percorso di autodistruzione. A livello europeo assistiamo al passaggio dall’idealismo al positivismo.
2.4.2La narrativa.
Nel XIX secolo si assiste al trionfo del romanzo in parallelo al trionfo della borghesia che sostituisce i valori della “modernità” a quelli classici. L’autore si deve confrontare con il mercato e le sue esigenze. Esplode una letteratura di consumo articolata in veri e propri sottogeneri narrativi.
Il romanzo storico.
In esso confluiscono l’interesse per lo studio del passato e il culto delle tradizioni nazionali. Mescola invenzione a fatti storici: Il Castello di Otranto di Horace Walpole; I misteri di Udolfo di Ann Radcliffe. Se nel Settecento si tendeva a ricostruire essenzialmente il Medioevo, nell’Ottocento si ricostruisce la propria epoca nel suo spirito, in cui si scorgono i germi delle rispettive identità culturali. Storici e romanzieri si influenzano a vicenda. L’interesse storico passa dai documenti e dai monumenti agli usi e costumi dei popoli, al paesaggio, eccetera. Abbiamo: Ivanhoe di Walter Scott (lotta tra Sassoni e Normanni nel XII secolo, letta in chiave conciliatoria). Anche in Manzoni avremo un rappresentante del romanzo storico.
Il romanzo del terrore e il racconto fantastico.
La tendenza al fantastico esprime la parte più irrazionale dell’immaginario romantico: La ballata del vecchio marinaio (Coleridge) e Frankenstein Wollstonecraft Godwin Shelley). Possiamo vedere Frankenstein come moderno Prometeo. Ernst Theodor Amadeus Hoffmann consacra definitivamente il racconto fantastico. Maestro del genere rimane Edgar Alla Poe, ammirato, tradotto e reso noto in Europa da Baudelaire.
Il romanzo di formazione.
Nasce in Germania alla fine del Settecento. Si incentra sulla frattura tra io e mondo e della tentata sintesi tra istanze opposte. Il romanzo verte sul percorso d’identità, sull’evoluzione psicologica. Abbiamo: Johann Wolfgang Goethe, Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister. Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio. Stendhal (Henry Beyle), Il rosso e il nero. Aleksandr Sergeevič Puškin, Evgenij Onegin; Michail Jur’evič Lermontov, Eroe del nostro tempo; Honoré de Balzac, Le illusioni perdute; Charles Dickens, Oliver Twist e David Copperfield.
Il romanzo e la società contemporanea.
A partire dagli anni Trenta molti romanzi propongono una solida indagine sociale, soprattutto in Francia. Balzac aspira a una raffigurazione organica della società in Commedia Umana, 85 fra racconti e romanzi apparsi dal 1829 al 1847, suddivisa nei tre grandi gruppi: Studi di costume, Studi filosofici, Studi analitici. L’istanza di rappresentazione distaccata e impersonale si consolida con Gustave Flaubert, indicato come precursore del Naturalismo.