Filosofia della scienza-8.

Filosofia della scienza
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di Sergio Mauri

Secondo Popper le teorie universali non sono legittime, poiché nell’universo infinito o molto grande, esse trovano sempre qualche controindicazione o controesempio. La teoria di Copernico, seppur falsa, era più vicina alla verità di quella di Tolomeo. Il procedere verso la verità di quella di Tolomeo è quello di un procedere verso una verità completa e interessante. Popper fa un esempio: la questione giudiziaria.

Popper, a un certo punto, pensa che anche gli organismi imparino dai propri errori. È possibile coniugare il popperismo con l’induttivismo probabilistico bayesiano. Il professor Niiniluoto, finlandese, disse che bisognava lavorare con la testa di Popper e la mano di Carnap. Verosimile non è probabile, non è la stessa cosa.

Vediamo gli altri due fini della scienza: bellezza e semplicità.

Andiamo sulla Treccani e vediamo che si dice sul metodo. Si tratta di un insieme di procedure per ottenere i fini della scienza. Meta: idea del perseguire; odòs: via, l’”andar dietro”.

Secondo Kurt Gödel (1906-1978) e il suo teorema di incompletezza, sappiamo che nessuna teoria sarà così potente per spiegare, derivare tutti gli assiomi che stanno dietro alle regole matematiche.

Bacone pensava che la verità andasse spremuta dall’esperienza; Cartesio che ciò fosse possibile con uno sforzo intellettuale. Il nostro modo di vedere la finalità della scienza è cambiato nel tempo, non si è più puntato sulla certezza (o la verità).

L’accettazione di un mondo fuori da noi è tecnicamente realismo metafisico; è il presupposto per una posizione scientifica.

La scienza e la teologia condividono la ricerca della verità (Polkinghorne), Quantum Phisycs and Theology [La teoria della rappresentazione di Dio da una serie di poligoni con un sempre maggiore numero di lati, tale da diventare un cerchio, figura perfetta].

Ora vediamo Lenin. Lo scontro tra Bogdanov[1] e Lenin. Bogdanov era seguace di Ernst Mach, empirista radicale. Lenin, secondo alcuni, ha degli addentellati e vicinanze con Popper.

La verità è rispecchiamento della realtà. Se un uomo sopravvive alla realtà ha una visione “corretta” della realtà. Per Lenin, Mach non aveva detto nulla di nuovo rispetto a Berkeley (forse falsamente/diabolicamente lo disse). Lenin accusò Bogdanov di essere, nascostamente, sotto l’influsso della fede. Lenin aveva ragione di dire che Bogdanov aveva solo sviluppato ciò che già aveva fatto Berkeley. E quest’ultimo aveva capito che la matematica di Newton non funzionava così bene e che poteva avere esiti atei (indipendenza di una realtà esterna da noi). Tuttavia, Hume aveva la stessa concezione anti realistica di Berkeley, ma Lenin non lo attaccò (per malafede). Per Lenin esiste una realtà oggettiva fuori di noi. La materia ha caratteristiche eterne. Le nostre concezioni si approssimano alla verità.

Semplicità e bellezza, allora. Nel design industriale questa è essenziale. La semplicità poi si lega alla funzionalità. Su questi temi i primi a scrivere furono i teologi cristiani (San Tommaso ed Erasmo). Perché siamo convinti che la natura sia bella? Per il ruolo di Dio nella creazione. Ma ci sono anche motivi non teologici.

Tesi di semplicità: la semplicità è un indicatore di verità. Vedi Swimburne: fra due teorie egualmente esplicative, quella più semplice è più vera. Razionalità, semplicità, bellezza sono il logos. Vedi anche Leibniz (che scopre molto, anzi tutto).


[1] Interessante il suo diario delle ultime due settimane di vita a trasfusione già effettuata.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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