Origini dello Stato moderno-2.

Stato, Sovranità, Giusnaturalismo.
Origini dello Stato moderno, Stato, Sovranità, Giusnaturalismo, Jean Bodin, Sei libri della Repubblica, Locke, Grozio, Hobbes, Cartesio, Newton, Galilei, Hume,

di Sergio Mauri

Nella riflessione giuridico-politica, dopo la Pace di Vestfalia (trattati di Münster e Osnabrück), è da notare che essa si incontra coi modelli della scienza. C’è necessità di regolamentare i rapporti sociali. Anche tra entità politiche, anche perché la guerra aveva posto dei pesanti problemi di politica internazionale. Bisogna trovare delle nuove forme.

Prima avevamo una “incompiutezza dell’autorità/potere politico”. Ci trovavamo di fronte a un sistema di autonomie reciprocamente intrecciate, in cui nessuna fonte del diritto poteva rappresentarsi come sovrana, cioè sciolta da ogni vincolo. Nemmeno il papato, uno dei poli dello scontro, l’altro è l’impero, può rappresentare una soluzione in tal senso. Dall’XI al XVI secolo abbiamo una sedimentazione del diritto fra i vari soggetti tra loro intrecciati. È l’interpretazione che pone in essere di volta in volta le regole, quindi, al livello di interpretazione giuridica. Ogni centro autoritativo è sullo stesso piano, soggetto a un ordine superiore. Manca un centro politico totalitario.

Alla caduta di quell’ordine, bisogna costruirne un altro, usando il metodo scientifico. Si tratterà di costruire uno Stato, accentratore della produzione giuridica, a cui tutti dovranno in qualche modo assoggettarsi, e avere un corpo burocratico professionale.

Una modernità giuridico-politica che fa propria la metodologia della nascente scienza. Le teorie politiche sono scientifiche. C’è un nuovo modo di indagare la natura, il mondo. La modernità giuridico-politica che si tramuta in scienza assume il metodo ipotetico-deduttivo della scienza stessa. Grozio parla di “modo geometrico”. Geometria legale con cui rappresentare la realtà. L’operazione ha il fine del controllo sociale, funzionale all’ordine sociale che promana da un potere irresistibile.

Gli esseri umani sono esseri sregolati, vige quindi il “tutti contro tutti”. Va, allora, imposto dallo Stato il controllo sociale attraverso l’imposizione della forza (vedi Carl Schmitt). Max Weber definisce lo Stato “monopolizzatore della forza” che serve a bloccare la naturale bellicosità dell’essere umano. Ecco, dunque, sorgere il contratto sociale. Lo Stato è sovrano e si può porre sopra gli altri. Nel 1625 Grozio formula la celeberrima frase “qualora per ipotesi Dio non si occupasse di cose terrene, le cose terrene andrebbero avanti lo stesso”. Separazione netta tra diritto e morale. Marsilio da Padova anticipò, come visto, queste intuizioni.

Non c’è più contatto tra diritto e giustizia. Fare le leggi spetta al più forte. Nel XVII secolo la scienza, la scienza giuridica e le compagnie commerciali modificano il paesaggio socio-culturale occidentale e del mondo. Le compagnie commerciali fanno parte di quel processo di laicizzazione. L’economia c’entra, conta. Le compagnie potrebbero configurarsi come le antesignane delle nostre multinazionali. La loro funzione è quella di ricevere dal potere politico il monopolio del commercio.

Si auto-investono di funzioni militari-amministrative. Sono dei veri e propri Stati. L’India britannica è quella della Compagnie delle Indie Orientali. Nell’Ottocento al loro scioglimento subentra il Regno Unito. Le Compagnie sono Stati sovrani. Senza Compagnie commerciali, niente Grozio, che scrive a favore della Compagnia olandese contro la corona portoghese. Anche i due trattati sul governo di Locke sono influenzati dall’operare delle Compagnie commerciali. Stato di natura e diritto di proprietà nascono dalla disamina delle Compagnie. Le funzioni delle Compagnie sono possibili perché hanno i soldi. È la nascente borghesia che anima e spinge la laicizzazione della società e degli scontri che non si fanno più per motivi ideali o religiosi. Ma per questioni economico-commerciali, per questioni di interesse.

Sergio Mauri
Autore: Sergio Mauri, Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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