Che cosa significa retributivismo?

Che cosa significa retributivismo?
Che cosa significa retributivismo?, Giustizia distributiva, Retributivismo,

di Sergio Mauri

Da Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992.

Il retributivismo è la concezione secondo cui coloro che violano intenzionalmente la legge meritano la punizione che ricevono, indipendentemente dal fatto che ne derivino conseguenze benefiche per gli individui interessati o per la società. Una prima critica al retributivismo concerne la questione che esso fa appello, nelle sue versioni meno sofisticate, ai sentimenti più bassi, all’occhio per occhio dente per dente. Una seconda critica è quella per cui esso non presta attenzione agli effetti della punizione sul criminale o sulla società. Ad esempio, i consequenzialisti si oppongono alla concezione retributivista con l’argomento secondo il quale nessuna azione può essere moralmente giusta se non ha conseguenze benefiche. Tuttavia, i sostenitori delle teorie deontologiche potrebbero rispondere che, se un’azione è moralmente giustificata, lo è a prescindere dalle conseguenze.

Ulteriori nozioni e approfondimenti.

Il retributivismo è una teoria etica e filosofica che si concentra sull’idea che le persone dovrebbero ricevere una punizione proporzionale alla gravità della loro violazione morale o legale. Questa teoria si basa sul concetto di giustizia riparativa: sostiene che la punizione dovrebbe essere commisurata al male commesso, in modo che l’individuo riceva ciò che “merita” in base alle sue azioni.

Le principali caratteristiche del retributivismo includono:

  1. Proporzionalità della punizione: la punizione dovrebbe essere proporzionata alla gravità del crimine commesso. Questo principio si basa sull’idea che l’equità richiede che la punizione sia commisurata al male causato dall’azione criminale.
  2. Giustizia distributiva: il retributivismo cerca di assicurare che ci sia un equilibrio tra la colpevolezza dell’individuo e la punizione inflitta, garantendo che la pena sia applicata solo a coloro che effettivamente meritano di essere puniti per il loro comportamento immorale o illegale.
  3. Non strumentalità della punizione: secondo questa teoria, la punizione non dovrebbe essere vista come uno strumento per ottenere un fine diverso dalla giustizia stessa. La punizione non dovrebbe essere giustificata solo in base ai suoi effetti deterrenti o preventivi, ma piuttosto in base al merito intrinseco della punizione in relazione all’azione commessa.

Il retributivismo ha ricevuto critiche ed è stato al centro di dibattiti, specialmente riguardo alla sua applicazione pratica e alla determinazione di cosa costituisca una punizione “proporzionale”. Alcuni ritengono che la misura della giustizia retributiva possa essere soggettiva e che potrebbe essere difficile stabilire una punizione esattamente proporzionale alla gravità di un crimine. Nonostante le critiche, il retributivismo continua ad avere un ruolo significativo nel dibattito etico e giuridico, influenzando le teorie della punizione e i sistemi giuridici in diverse società.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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