La Teoria del cambiamento climatico è affidabile?

La Teoria del cambiamento climatico è affidabile?
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di Sergio Mauri

Come per ogni teoria, anche per quella del cambiamento climatico, dobbiamo capire da cosa è formata e quale sia il suo grado di affidabilità. Anche nella formulazione di questa teoria, gli scienziati sono partiti dal terreno dei fatti (squilibri stagionali eventi estremi, rilevazioni meteo pluriennali, modifica della circolazione e dislogazione delle masse d’aria nel tempo) per giungere alla formulazione di una teoria che, a sua volta, andrà testata con rilevazioni sperimentali ad hoc che forniranno (anche) materia per una prevedibilità dei fenomeni, almeno in termini generali. Questo quanto riguarda la verificabilità.

Una teoria si compone di un’ipotesi (h) e di una o più evidenze (e). Evidenze (e) che hanno indotto un’ipotesi (h) da cui dedurre ulteriori evidenze (e). Sappiamo, dall’evoluzione della scienza dell’ultimo secolo, che non possiamo ritenere di poter conoscere la verità dei fenomeni in modo assoluto e definitivo. Piuttosto, la scienza ci può fornire di teorie capaci di approssimarci il più possibile alla “verità”, per lo meno sotto il profilo della verisimilitudine. Sappiamo anche che tale motivato orientamento è possibile facendo leva sulla dimensione probabilistica.

Giungeremo, dunque, come nel nostro caso, all’enunciazione di una teoria con un alto grado di probabilità di essere confermata. Lo strumento probabilistico è quello più adatto a interpretare disarmonie o controtendenze parziali nelle evidenze fenomeniche osservate. Nell’ambito della ricerca non si registra un monolitismo riguardo l’interpretazione da dare alle teorie, ai risultati delle ricerca o ai metodi usati, anche se possiamo affermare esserci delle ampie convergenze su questi piani. Tale relativa mancanza di monolitismo deve ricercarsi nella creatrice frammentazione degli indirizzi di ricerca tra Otto  e Novecento, in grado di portare le varie comunità scientifiche su strade inesplorate.

Nello specifico, la probabilità bayesiana come parte dell’epistemologia bayesiana, ci fornisce uno strumento per interpretare non solo la frequenza, ma l’aspettativa razionale che rappresenta uno stato della conoscenza. Ciò presuppone la non conoscenza della verità o falsità della proposizione ipotizzata. In questo modo possiamo spiegare, in maniera più precisa il ruolo dell’ipotesi (h) e dell’evidenza (e). Data un’ipotesi o congettura per la spiegazione di un dato fenomeno in quanto parte di un processo, l’evidenza (e) che secondo il Metodo Ipotetico Deduttivo dovrò confermare (o meno) la congettura stessa, sarà rafforzativa (o meno) dell’ipotesi iniziale.

L’epistemologia bayesiana ci permette di inferire, secondo appropriati gradi di probabilità la frequenza di un fenomeno, la sua valutazione nell’ambito di una plausibilità dell’ipotesi iniziale, aggiornando quest’ultima.

Alla luce di ciò possiamo rilevare come la Teoria del cambiamento climatico sia altamente probabile, poiché corroborata da una serie di osservazioni empiriche pluriennali che, ferme restando le ultime tendenze in atto, molto probabilmente continueranno.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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