Ambiente-Gli strumenti economici.

Ambiente-Gli strumenti economici
Ambiente-Gli strumenti economici, incentivi, sovvenzioni, sussidi, tasse, mercati artificiali, tassa redistributiva,

di Sergio Mauri

Gli strumenti economici.

a) incentivi, sovvenzioni, sussidi; b) tasse (efficienti e redistributivi) ambientali: sulle emissioni, sui prodotti, per servizio reso, con deposito a rendere; c) mercati artificiali (diritto di emissione, borse materie prime, assicurazione di responsabilità).

Una modalità per disincentivare il consumo energetico è, per esempio, quella per cui più si consuma, più si paga.

La tassa può essere efficiente o redistributiva. Nel primo caso una tassa molto elevata impatta fortemente sul mercato: quella sui sacchetti di plastica.

La tassa redistributiva è bassa, produce gettito per lo Stato che poi li riutilizza per ridurre l’impatto ambientale. Secondo il principio “chi inquina paga”. Qui la difficoltà consiste nel livello della tassazione, per non colpire troppo l’attività produttiva.

Le tasse sulle emissioni vanno a colpire determinati prodotti e componenti. Sono inclusi i danni ambientali che il prodotto si porta dietro.

Rigidità e flessibilità dei prezzi: la benzina ha un prezzo rigido; in caso di prodotti superflui abbiamo un prodotto flessibile.

Le tassazioni sono usate soprattutto in Nordeuropa, dove le varie parti del sistema produttivo e il suo rapporto con le istituzioni sono più “tranquille”. Le tasse sul prelievo della spazzatura (per servizio reso) noi la paghiamo con l’imposizione, appunto, di una tassa.

Nel caso delle gomme abbiamo il “deposito a rendere”. In alcuni paesi si usa ancora molto. Da noi si è un po’ perso.

Le tasse ambientali vanno a compensare altre tasse, solitamente, secondo un principio di neutralità. In parte possono andare a coprire altri impegni come scuola, sanità, eccetera. 

I mercati artificiali. EU ETS: European Union Emission Trading System.

1) il mercato dei diritti di emissione negoziabili;

2) le borse materie prime secondarie;

3) assicurazione di responsabilità.

1) si fissa una capacità di carico, un tetto massimo. Si suddivide questa quota in azioni, divisa fra tutti gli operatori. Da qui si crea un mercato di questi titoli. Alla base ci sono i costi di disinquinamento; chi inquina di più si accaparrerà più titoli possibili da chi non ha (o ha meno) utilità nell’usarli: gli operatori più green.

2) le materie prime secondarie, i rifiuti, sono beni economici a utilità negativa; possiamo modificarne questa disutilità recuperando queste materie prime secondarie, reimmettendole nel ciclo produttivo. Si crea un mercato di recuperatori, cioè aziende che riciclano rifiuti. Ulteriore elemento è quello della modifica dei prezzi delle materie prime e secondarie.

3) in questo campo abbiamo il mercato assicurativo. Una volta creato un danno, deve essere in qualche modo compensato. Si deve dunque minimizzare il rischio. L’assicurazione riflette il rischio del sinistro e il costo del danno. L’azienda è portata a ridurre il rischio per abbassare il relativo premio assicurativo. È un incentivo a migliorare le tue performance di sicurezza, le tue misure di sicurezza. Il caso esplicitamente negativo era quello delle “carrette del mare”. Potremmo anche dire che più attento è il sistema, più basso è il costo di produzione.

Gli strumenti volontari. Politiche di III generazione; integrazione tra politiche (ambientali/economiche/sociali); responsabilizzazione produttori/consumatori; collaborazione pubblico e privato; tutto questo sotto un profilo volontario e attivo.

Ecobilancio à centrato sul prodotto.

Bilancio ambientale à centrato sul ciclo produttivo.

Accordi volontari à centrati sul rapporto imprese/Stato. In quest’ultimo caso gli strumenti devono essere su un piano di forte collaborazione.

Diciamo che, da un certo punto in poi, si è capito che non poteva esserci solo uno scontro. È a partire da chi produce, in quanto elemento attivo, che si sta facendo partire la collaborazione.

Il patto imprese-amministrazione, in un arco di tempo, è quello di un blocco di imposte in cambio di adeguamenti agli standard.

Si aprono spazi per l’economia verde (green economy).

Ecobilancio –> centrato sul prodotto: la tipologia del prodotto deve essere cambiata (adeguata).

Bilancio ambientale –> centrato sul ciclo produttivo: deve essere modificato il ciclo della produzione.

Accordi volontari –> essenzialmente visto poche righe sopra.

Ecobilancio (bilancio ecologico di prodotto o di processo):

                                       estrazione materie prime                                    

                                       trasformazione materie prime

materie ed energia         trasformazione prodotto                      materie ed energia

                                       uso, manutenzione, consumo

                                       smaltimento

Bilancio ecologico di impresa:

input –> risorse rinnovabili e non –> aria, acqua, materie prime e componenti –> processo di lavoro (e riciclo interno) –> prodotti e sottoprodotti –> dopo i rifiuti à riciclo esterno (e si ritorna ad acqua, aria, materie prime e componenti).

I livelli di intervento sono tre:

1) interventi sul processo produttivo (trattamenti a valle, recuperi a valle, efficienza produttiva, sostituzione materiali, ridisegno processo produttivo, cioè fasi della produzione più compatibile di altre); aggiungiamo qualcosa per mitigare il danno, come la riutilizzazione delle materie prime secondarie.

2) cambiamento del prodotto (ridisegno del prodotto nella produzione, nell’uso, recuperabilità, durata), sono azioni a medio termine.

3) ridisegno l’insieme del concetto produzione/consumo (combinazione di interventi, ristrutturazione industriale, conversione industriale, programmazione settoriale), sono azioni a lungo termine.

Politiche territoriali ambientali.

Costituzione di aree protette; strumenti di pianificazione; valutazioni di impatto ambientale.

1) costituzione aree protette: quindi, concentrarsi sul territorio, con un approccio integrato. Le aree protette possono essere di vario grado, da quelle in cui l’uomo non può far nulla, a quelle in cui l’uomo può essere parzialmente tollerato.

2) strumenti di pianificazione: la politica di gestione del territorio. Pianificazione paesistica, urbanistica, regionale, provinciale, comunale.

3) valutazione di impatto ambientale; procedure, studi da utilizzare quando andiamo a modificare l’ambiente. VIA e VAS (valutazione ambientale strategica). Una volta era fatta solo per impatti fisici, oggi anche per quelli gestionali. La VAS si ha quando un progetto è ancora attivo, quando è attiva l’attività propria.

Le Grandi Opere hanno non solo la VIA e la VAS, ma per ogni singola fase, il controllo è continuo.

I conflitti socio-ambientali. Si caratterizzano per due elementi: riduzione qualitativa o quantitativa delle risorse ambientali disponibili; presenza di opposizione/resistenza da parte della società civile.

1) progetti di sfruttamento, produzione, smaltimento: industrie, miniere, estrazione, ferrovie, gasdotti, oleodotti, reti viarie, ponti, centrali a carbone, inceneritori, discariche, depositi rifiuti tossici.

2) mancato intervento laddove questo sia necessario (non decision making). Vedi anche i sin (siti di interesse nazionale).

3) scelte politiche, commerciali o finanziarie nazionali o internazionali.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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