L’impatto ambientale delle produzioni militari.

L'impatto ambientale delle produzioni militari
L'impatto ambientale delle produzioni militari, namru3, problemi ambientali causati dagli armamenti, base di sigonella, base di aviano, emissioni co2 militari, geoingegneria, raffineria di novi sad, accordi di parigi, riscaldamento globale, militarizzazione dell'artico, basi contaminate da un composto chimico antincendio,

di Sergio Mauri

Il tema è quello dell’impatto ambientale delle produzioni militari. Un tema poco preso in considerazione dai nostri media. È un tema non solo controverso perché i dati sono scarsi a causa delle omissioni degli Stati, ma anche scabroso per gli effetti che si sono visti, causati dagli armamenti.

Quella militare è un’industria che consuma molte risorse. Il suolo, le falde acquifere, e l’atmosfera vengono compromesse dalla guerra. Non solo: anche dalla gestione di armi e logistica militare in tempo di pace. Sotto questo profilo, la NAMRU3 è interessante. Dal Cairo, dove era rimasta a lungo, si è spostata a Sigonella. Un’unità di  cui anche Limes aveva parlato.

Un’altra questione importante è quella della geoingegneria e del controllo del clima. Peraltro, già usata in Cina durante le Olimpiadi del 2008 per ripulire l’aria. e forse da qualche altra parte per qualche altro motivo.

Per quanto riguarda la co2: il Pentagono è tra il 47o e il 52o posto fra gli stati del mondo per emissioni. Durante la Guerra del Golfo del 1991 furono fatti esplodere i pozzi di petrolio: in un solo mese di guerra si rilevarono le emissioni di un anno.

Bombardamenti raffineria di Novi Sad, nell’allora Jugoslavia, oggi Serbia. Risultato: alto tasso di tumori. Tutta la questione dell’Uranio impoverito nei Balcani meriterebbe una trattazione a parte. USNews: “About 340 tons of depleted uranium were used in munitions during the 1991 Gulf War, and an estimated 11 tons in the Balkans in the late 1990s, according to the Royal Society, a London based fellowship of scientists”. Oggi il problema si è spostato in Ucraina.

Ciliegina sulla torta: secondo gli Accordi di Parigi non è obbligatorio dichiarare le emissioni per scopi militari.

È in atto la militarizzazione dell’artico grazie al riscaldamento globale. Che è un grande business. Per la Russia, gli Stati Uniti ed eventuali competitori.

Nella base militare di Aviano, per esempio, in Friuli-Venezia Giulia si sono avuti sversamenti. Inoltre, 110 basi sono state contaminate da un composto chimico antincendio. Interrogazione al Congresso degli Stati Uniti; bonifica solo in USA. Le notizie sulla manipolazione dei dati riguardanti questi drammatici problemi vengono taciute.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro **