Lockdown come grado zero della modernità.

Lockdown come grado zero della modernità
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di Sergio Mauri

Lockdown come grado zero della modernità, suo punto di partenza. Questo il tema sul tappeto. Ci siamo ritornati, poiché lo Stato nazionale moderno non nasce sulla mobilità, ma sulla stanzialità e, forse, ce ne siamo dimenticati.

Il lockdown è stato un evento epocale che ha avuto un impatto profondo sulla nostra società. Ha costretto le persone a stare a casa e ha fermato molte delle attività che consideravamo normali. In un certo senso, il lockdown ci ha riportato al grado zero della modernità, quando le persone vivevano in piccoli villaggi e si spostavano solo per motivi di lavoro o di guerra.

Lo Stato nazionale moderno, infatti, non nasce sulla mobilità, ma sulla stanzialità. Le persone si sono stabilite in un territorio e hanno “creato” dei governi per proteggersi e per gestire le proprie risorse. Questo processo ha portato alla nascita di città, di paesi e di nazioni. In un certo senso, il lockdown ha avuto un carattere regressivo, rispetto allo sviluppo socio-economico. Più esattamente, potremmo leggerlo come una reazione alla dispersione della forza (dello Stato) dovuta alla dispersione dei suoi fattori fondanti.

Sappiamo che con l’avvento della rivoluzione industriale, la mobilità delle persone è aumentata. Le persone hanno iniziato a spostarsi per cercare lavoro, per studiare o per visitare nuovi posti. Questo processo ha contribuito alla crescita economica e culturale delle società. L’altra faccia della medaglia è stata quella di aver portato anche a problemi come la diffusione di malattie e la criminalità. Inoltre, ha contribuito a far perdere il senso di comunità e di appartenenza, tuttavia già insiti al modo di produzione capitalistico (competizione, individualismo).

Il lockdown ci ha fatto anche riscoprire l’importanza della stanzialità. Ci ha fatto capire che è importante avere un posto dove sentirsi a casa, dove potersi rilassare e dove poter crescere i propri figli. Dove poter avere un’influenza sul mondo circostante grazie ai “piccoli numeri”, non a quelli “grandi” delle realtà globali. Ci ha anche fatto capire che la mobilità non è sempre necessaria e che è possibile vivere una vita piena e soddisfacente anche senza spostarsi troppo. Anzi, che il problema della vita piena e soddisfacente non dipende necessariamente dalla mobilità.

Forse, il lockdown è stato un segno dal futuro. Forse, ci sta dicendo che è tempo di cambiare il nostro modo di vivere e di tornare a una società più stanziale e più comunitaria ed è stato in linea con i cambiamenti in atto sotto il profilo geopolitico: decoupling commerciale e produttivo, alterità culturale Europa-Asia, solo per fare degli esempi.

Approfondiamo brevemente il nesso tra decoupling e lockdown. Il lockdown e il decoupling sono due fenomeni che hanno avuto un impatto significativo sulla globalizzazione. Il lockdown ha costretto le persone a stare a casa e ha interrotto le catene di approvvigionamento globali. Il decoupling, invece, o “disaccoppiamento”, è un processo di distacco dalla globalizzazione in senso stretto, con la creazione di blocchi economici più piccoli e più autosufficienti.

Il lockdown ha messo in luce la vulnerabilità della globalizzazione. Le catene di approvvigionamento globali sono molto complesse e sono facilmente interrotte da eventi imprevisti come la pandemia di COVID-19. Il lockdown ha anche portato a una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla globalizzazione, come la diffusione di malattie e la perdita di posti di lavoro, tema quest’ultimo molto di moda oltreoceano, ma ormai in tutto l’Occidente.

Il decoupling è un fenomeno che è in atto da diversi anni, ma è stato accelerato dal lockdown. I paesi stanno cercando di diventare più autosufficienti in settori chiave come la produzione di beni essenziali e l’energia. Questo processo è portatore di sfide, ma potrebbe anche avere dei benefici, come una maggiore resilienza economica e una maggiore stabilità politica.

Il lockdown e il decoupling stanno avendo un impatto significativo sulla globalizzazione. È ancora presto per dire quali saranno le conseguenze a lungo termine di questi fenomeni, ma è chiaro che stanno già cambiando il modo in cui il mondo è interconnesso. Sono processi in buona parte scelti dalle classi dirigenti, in uno scenario di parziale governance globale delle contraddizioni capitalistiche.

Ecco alcuni degli effetti del lockdown e del decoupling sulla globalizzazione:

  • Interruzioni alle catene di approvvigionamento globali
  • Aumento dei prezzi delle merci
  • Perdita di posti di lavoro
  • Maggiore consapevolezza dei rischi legati alla globalizzazione
  • Tendenza alla creazione di blocchi economici più piccoli e più autosufficienti

Certo, è presto per dire quali saranno le conseguenze a lungo termine del lockdown e del decoupling sulla globalizzazione, anzi sulla nostra società, ma è chiaro che stanno già cambiando il modo in cui il mondo è interconnesso. È possibile che questi fenomeni portino a una globalizzazione più frammentata e meno integrata.

Alcune risultanti del decoupling:

  • Nel 2020, il commercio globale è diminuito del 13%, la più grande diminuzione dal secondo conflitto mondiale. Può essere tuttavia un mezzo per eliminare capitale costante e variabile nel processo di accumulazione capitalistico.
  • La pandemia di COVID-19 ha messo in luce la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali. Ma è stato pure un modo per ricontrattare i processi stessi.
  • I paesi stanno cercando di diventare più autosufficienti in settori chiave come la produzione di beni essenziali e l’energia. Per esempio, gli Stati Uniti lo sono, sebbene già da prima della pandemia fossero già a un buon punto.
  • Il decoupling è un processo che è in atto da diversi anni, ma è stato accelerato dalla pandemia di COVID-19. Come al punto precedente.
  • Per quanto riguarda gli effetti e le retroazioni del fenomeno, politicamente voluto e applicato, è ancora presto per dire quali saranno le conseguenze a lungo termine. Tuttavia è chiaro che sta già cambiando il modo in cui il mondo è interconnesso.

Ecco alcuni esempi specifici di decoupling:

  • Gli Stati Uniti hanno imposto dazi sulle importazioni cinesi.
  • L’Unione Europea ha annunciato (poi ha subito) un piano per ridurre la sua dipendenza dal gas russo.
  • La Cina sta investendo per sviluppare la sua propria industria manifatturiera (e anche nel settore dell’alta tecnologia).
  • L’India sta cercando di diventare più autosufficiente nel settore alimentare.

Il decoupling è un fenomeno complesso con implicazioni economiche, politiche e geopolitiche di grande portata.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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