Il detto del Sileno.

Sileno e re Mida
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di Sergio Mauri

Indice.

Chi era il Sileno.

Quello del “detto del Sileno” è uno dei luoghi più frequentati della filosofia antica, soprattutto per le suggestioni e le possibili speculazioni di pensiero cui può indirizzare. Se sei capitato qui pure tu ne sei incuriosito. Vedremo, dunque, di vederne brevemente contenuti e implicazioni.

Saprai sicuramente chi fosse il Sileno, cioè un personaggio della mitologia greca, corrispondente al vecchio dio rustico della vinificazione e dell’ubriachezza. È antecedente a Dioniso; potremmo dire ne sia il “maestro”. Riguardo al suo detto vi sono accenni importanti nella Nascita della tragedia dallo spirito della musica di Nietzsche che vedremo in separata sede.

Il detto del Sileno.

Il saggio Sileno è rivelatore di una verità essenziale e lo fa al re Mida che lo ha catturato e lo costringe a dire quale sia la cosa migliore per gli uomini. La cosa migliore per gli uomini, dice Sileno, è una cosa irraggiungibile: non esser nati, non essere, esser niente. Immediatamente dopo queste cose l’altra cosa migliore è morire presto. Dopotutto l’uomo è “stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena”. In questa essenziale sentenza si riflette anche lo spirito della musica e quello della tragedia, accomunati da Nietzsche, tanto quanto la filosofia di quest’epoca, diciamo tragica, che finisce poi con l’avvento di Socrate e del suo razionalismo (fortemente contestato da Nietzsche). Dal razionalismo socratico nasce lo spirito della scienza.

Vi è, dunque, un forte legame tra musica e detto del Sileno, nel senso che non solo essa, la musica, è il linguaggio originario, l’universale simbolico intraducibile in altri linguaggi che ci parla della vita, dell’Uno primigenio, il Dioniso, la vita vera che si cela sotto l’uomo civile, che è l’eterna contraddizione, l’eterno contrasto delle cose che scontano con la morte la colpa di essere nate, rendono dunque giustizia con la morte di essere state, in vita, cose individuate e determinate. Quell’eterno contrasto è dunque il divenire, dove il terrore della morte e l’annientamento si congiungono.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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