Flacons in the Air #36. Coronavirus 2020. Primo Maggio virtuale.

Primo Maggio 2020
Primo Maggio 2020

Quest’anno il 1° Maggio lo vivremo solo virtualmente, causa #coronavirus. Le immagini di questo video risalgono all’anno scorso, 2019, e sono state girate a Trieste.

Doveroso rispettare le disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Siamo andati a vedere cosa successe in circostanze che, a seconda dei punti di vista, possono essere “uguali” o peggiori di quella attuale: durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.

Allo scoppio e durante la Prima guerra mondiale, saltò la Seconda Internazionale dei lavoratori, esponendo al mondo le proprie contraddizioni, tra finti e veri rivoluzionari.

Tuttavia, durante tutto il periodo della guerra, nonostante le proibizioni a manifestare, ci furono scioperi, riunioni e manifestazioni presidiate dalle forze dell’ordine. Le manifestazioni, certamente, non furono di grosse proporzioni, ma ci furono.

I manifestanti, spesso donne, poiché gli uomini erano al fronte, furono tacciati di alto tradimento e sabotaggio da parte della stampa borghese del tempo.

La Direzione nazionale socialista, addirittura, invitò a trasgredire le proibizioni, in difesa delle libertà civili. Finisce la guerra, ci sono delle forti scosse sociali ed economiche, c’è l’occupazione delle fabbriche e il suo fallimento.

Si impone il fascismo. Durante il fascismo il Primo Maggio fu abolito ed accorpato ad altre feste consone alle direttive del regime. Anche in questo caso, durante la Seconda guerra mondiale, oltre ai volantini e soprattutto dopo il 1942-43, ricomparvero le bombe e i sabotaggi, contro il fascismo.

Accostare una pandemia o un’epidemia che affligge una parte della popolazione, con la guerra, come è stato fatto, è certamente legittimo, ma è altrettanto legittimo vedere se vi sono dei distinguo da farsi o se veramente è tutto uguale e sovrapponibile, sia in superficie che sotto di essa, tra una guerra, un’epidemia o quant’altro.

Allo stesso modo è stato legittimo chiedere, da parte di sindacati più o meno istituzionali, la chiusura delle fabbriche, di aziende logistiche e centri commerciali. Ma, appena un passo oltre le dichiarazioni di principio, che cosa si proponeva e si propone, di concreto, ad un lavoratore che rimane a casa?

Ricordiamo che la cassa integrazione è solo un palliativo per le aziende più grandi, ma non per tutti, e considerato poi che la stragrande maggioranza del tessuto economico italiano è composto di entità irraggiungibili dalla cassa integrazione, forse si sarebbe dovuto escogitare qualcosa di meglio.

Considerato, poi, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, contrariamente a quanto affermato da alcuni giornalisti e politici aveva, come minimo dall’inizio del 2018, avvertito, durante un incontro dell’OMS a Ginevra un gruppo di esperti, R&D Blueprint, aveva previsto che una nuova pandemia sarebbe partita da un agente patogeno sconosciuto non ancora entrato nella popolazione umana.

Dalla nota si comprende che l’agente patogeno, battezzato Malattia X, si sarebbe originato nel mondo animale in un paese dove, attraverso lo sviluppo economico, animali e uomini sono in contatto abbastanza stretto. Non si può certo dire che l’OMS non ne avesse parlato e nessuno ne sapesse nulla.

Consideriamo, inoltre, che gli aiuti che in qualche modo l’Europa erogherà, passeranno dalle banche e che le banche non solo per questioni burocratiche, vista la mole di pratiche e documenti da controfirmare, ma pure finanziarie, grazie a Basilea2, non potranno salvare chiunque, soprattutto se in fallimento.

L’erogazione di questi prestiti, ancora da vedere all’atto pratico, necessiterà di una garanzia da parte dello Stato, perciò, dei nostri soldi. Una patrimoniale, per tutti, e non per i soli ricchi, è in arrivo?

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