Leggi economiche universali e comunismo. Un libro di Roberto Sidoli, Massimo Leoni e Daniele Burgio.

Marx_and_Engels
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Tra le ultime novità editoriali, ho deciso di recensire l’interessante libro di Roberto Sidoli, Massimo Leoni e Daniele Burgio per le Edizioni Aurora, intitolato “Leggi Economiche Universali e Comunismo”. Non è molto diffuso, nell’ambiente culturale italiano, trattare argomenti come l’economia marxista e, più in generale, le questioni inerenti il futuro e/o l’attualità della teoria marxista stessa e la sua applicabilità ai fatti concreti e quotidiani della nostra epoca nella prospettiva di un cambio socialista. Cominciamo allora, a parlare di questo libro, che merita un’approfondita analisi, innanzitutto perché scritto con la passione e la forza analitica di chi sente di voler dare un contributo alla continuazione della specie umana, nonostante, o proprio perché, questa viene messa a dura prova dal sistema capitalistico dominante. Un sistema che, ricordiamolo, qui in Occidente si esprime con la tragedia ecologica, col drammatico declino economico che trascina con sé le vite di milioni di donne e uomini, con la deprivazione e la destrutturazione culturale, con il vergognoso furto di futuro ai danni delle generazioni più giovani.

Il libro è fruibile, comunque, ad un pubblico vasto, nonostante una certa terminologia tecnica vi alberghi e talvolta predomini, ma lo stile complessivamente piano e divulgativo con cui è stato scritto tende a smussare quelle poche asperità che, tuttavia, vi sono.

In buona parte il testo è basato sui contenuti politici e filosofici del lavoro engelsiano Anti-Dühring, sia per la parte che concerne la critica dell’economia politica borghese che per quanto riguarda una prefigurazione critica del socialismo. Già nel testo di Engels le due parti si integrano e servono per un confronto serrato fra le due opzioni socio-economiche e le proposte dei comunisti. Nel libro in questione, il lavoro engelsiano è la trama su cui dipanare i ragionamenti di un’alternativa non solo studiabile teoricamente, ma possibile al momento del cambio politico in senso anticapitalista che anche noi auspichiamo.

Il libro, anzi, io lo annovererei certamente tra quegli studi che implementano la storia teorica del socialismo e dei suoi pilastri culturali marxisti, ma anche tra quei testi che indagano, un pò come fa lo studioso marxista Samir Amin, le possibili uscite dal capitalismo o – come egli usa dire – lo scollegamento dal capitalismo, nella fase del monopolio e dell’imperialismo. Come premessa al cambio socialista.

In sintesi, ecco le ragioni per cui leggere e studiare questo libro:

1-per quanto detto sin qui, ovvero per la capacità degli autori di corroborare la teoria marxista nel suo fine di fornire la base teorica e culturale al balzo oltre il capitalismo;

2-per il fatto che – questo lavoro – riesce a spiegarci molto bene che le leggi economiche universali, ovvero i fattori che determinano il calcolo e le valutazioni di opportunità e valore probatorio del corso intrapreso da una data collettività umana, saranno operativi anche nel periodo storico che inizia subito dopo l’evento rivoluzionario, nel tempo del cosiddetto comunismo immaturo o socialismo, e lungo tutto il percorso o processo di costruzione di una nuova realtà sociale;

3-per aver argomentato che, alcune di queste leggi fondamentali saranno attive anche nel comunismo, come calcolo generale e fattore di confronto con le dinamiche di benessere legate alla produzione e alla distribuzione del prodotto sociale complessivo;

4-per aver argomentato l’importanza della legge del costo-lavoro, ovvero della riproduzione dei lavoratori/produttori associati, tra le più importanti leggi economiche universali, assieme a quella della generazione continua di valori d’uso, di cui dovremo tenere conto anche in un tipo di società comunista;

5-per l’interessante excursus riguardante le basi storiche del passato, anche remoto, del comunismo – da quello primitivo a quello sovietico – che forniscono argomenti formidabili a chiunque voglia cimentarsi con l’uscita dal capitalismo;

6-per l’introduzione del concetto di socialismo deformato per quanto riguarda i paesi a socialismo realizzato o sovietico. Si tratta, in un certo senso, di un passo in avanti dell’approccio alla storia del movimento operaio e della rivoluzione socialista;

7-per averci spiegato che il processo di cambiamento sarà lungo e tortuoso;

8-per aver argomentato che di comunismi, in futuro, vi sarà pluralità di forme.

Ci sono, tuttavia, alcune cose contenute nel libro con le quali non mi trovo d’accordo, o per lo meno mi lasciano perplesso. Per la precisione, dove si teorizza – per una sorta di reversibilità dei processi storici – il possibile comunismo futuro potendolo scegliere anche fra quelle esperienze del passato, fondate magari sul comunismo monacale o sulle esperienze non legate alla rivoluzione di classe, al pari di una possibile costruzione del comunismo fondata su un edonismo sfrenato, ovvero di un recupero in chiave consumistica, ma tuttavia generalizzata a tutti, delle possibilità di godere dei prodotti sociali, date dal potere politico fondato sull’eguaglianza e la giustizia sociale.

Un altro punto sul quale mi trovo a fare un piccolo, modesto appunto, riguarda il non dare il giusto peso allo scardinamento della legge del valore-lavoro. Base su cui tentare la costruzione di una società di liberi ed uguali.

Consiglio questo libro a tutti coloro che hanno non solo degli interessi politici o di storia economica, ma che hanno degli interessi culturali autentici, perché qui troveranno pane per i loro denti. Domani pubblicherò un compendio, abbastanza lungo, al libro, come riassunto o sintesi del grande lavoro svolto dagli autori.

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