Trump è sempre stato un razzista, perciò gli è difficile parlare di Charlottesville.

Donald Trump on campaign trail.
RICHMOND, VA - JUNE 10: A man wears a shirt with a confederate flag on it as Republican Presidential candidate Donald Trump speaks during a rally at the Richmond Coliseum in Richmond, VA on Friday June 10, 2016. (Photo by Jabin Botsford/The Washington Post via Getty Images)

*** AGGIORNAMENTO ***

Mentre Trump ha buttato benzina sul fuoco, a Baltimora la notte scorsa sono state rimosse le statue confederate per le quali a Charlottesville ci è scappato  il morto e 32 feriti.

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Quello che è successo a Charlottesville è di una gravità eccezionale. Questi episodi, di cui nemmeno l’Europa è scevra, accadono per una ragione. I razzisti, il Klan e tutta la risma del nazionalismo bianco si muovono e provocano lo scontro, ammazzando la gente, perché c’è Donald che li protegge, c’è Donald che li appoggia. In Europa ci sono stati e ci sono altri nel ruolo di Donald, alcuni dei quali veri utili idioti. Molti nei cosiddetti “centrosinistra”, molti tra i “democratici responsabili”.

Diamo un’occhiata al curriculum degli ultimi 40 anni di Donald:

Perciò non dobbiamo meravigliarci se poi pezzi di società si sentono giustificati e sostenuti da una tale produzione di aggressività, ignoranza, pregiudizi. Trump è il primo presidente ad essere così pesantemente coinvolto in queste situazioni.

Altri presidenti che hano fatto leva su certe ignoranze e certi pregiudizi ci sono stati: ad esempio Nixon con la sua strategia meridionale, Reagan con le sue regine del welfare, George Bush con il Willie Horton ad, o i superpredatori dei Clinton! Ma Trump li ha battuti tutti.

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Classe 1965, musicista, informatico, storico e filosofo. Vivo e lavoro a Trieste.

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