Ragazzino di otto anni arrestato per “glorificazione del terrorismo”. Attendiamo immediate manifestazioni in difesa della libertà d’espressione per il piccolo Ahmed.

Codice penale
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La libertà di espressione. Eccola! La stampa francese ci informa dell’arresto del piccolo Ahmed, per aver “glorificato il terrorismo”. Dalla scuola, all’ufficio di polizia, accompagnato dall’insegnante. Accade a Nizza, in Francia, l’8 gennaio scorso. Secondo le ricostruzioni, sembra che, alla domanda se si sentisse di essere Charlie, egli abbia risposto di non esserlo. Non amava i fumetti di Charlie Hebdo, e si sentiva più vicino ai terroristi.

Io sono i terroristi, perché sono contro i disegnatori del Profeta.

Dopo questo episodio, il direttore scolastico ha ripreso Ahmed, mentre giocava all’aperto con la sabbia e lo ha redarguito:

Basta scavare nella sabbia, non ci troverai un mitra col quale ucciderci tutti!

Conseguentemente, il padre di Ahmed deicde di accompagnare il figlio a scuola in alcune occasioni, visto che il figlio è stressato dagli episodi occorsigli. Il 21 gennaio scorso il direttore scolastico decide di denunciare padre e figlio. Il ragazzino è stato denunciato per “glorificazione del terrorismo”, mentre il padre è stato denunciato per “sconfinamento”, quando accompagnava il figlio a scuola. I due, quindi, sono stati invitati alla stazione di polizia di Nizza St. Augustine, per rispondere delle accuse. Prima di questo episodio, tuttavia, ve ne sono stati altri. Inclusa la sospensione di un insegnante per “aver resistito” al minuto di silenzio per Charlie Hebdo. Il rettore ha, perciò, indetto una manifestazione per i valori repubblicani, dopo aver fatto notare il fallimento di alcuni insegnanti nell’aver fatto rispettare il minuto di silenzio. E’ stata subito aperta un’indagine sui riottosi.

Ora Ahmed ha un avvocato, che dice:

Siamo in presenza di isteria collettiva. Il mio cliente ha otto anni! Non può realizzare appieno la portata delle sue parole. E’ una pazzia!

Infatti, si tratta di follia pura. …..Fortunatamente tutte quelle persone che si sono mosse, dentro e fuori i social network, per difendere la libertà di parola, non hanno abbandonato così presto la lotta! Essi sicuramente non lasceranno da sola la famiglia di Ahmed. Passeranno immediatamente all’azione, con la stessa prontezza di cui siamo già stati testimoni, giusto?

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