Questa situazione non ci piace: 10 spunti di riflessione sulla crisi da #coronavirus.

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La situazione è brutta. Il coronavirus ha messo in evidenza alcune cose. Non è un complotto, ma viene utilizzato ad arte? E in che senso? Forse dobbiamo capirci su questo.

1) Inizialmente l’epidemia non è stata presa molto sul serio. Ci è voluto un po’ di tempo per introdurre la paura, per prendere delle misure (anche sacrosante), per far “intervenire l’Esercito”, i Carabinieri, eccetera. In modo contradditorio, comunque. Perché se da una parte lo hanno fatto, dall’altra non l’hanno fatto in modo troppo deciso. Solo a titolo di esempio ci sono ancora delle aziende di trasporto che ti permettono di partire dal nord per arrivare al sud e non ci sono Carabinieri o eserciti che blocchino questo. (Attendo eventuali smentite). Il DPCM, prima firmato, poi emendato, poi entrato in vigore dal 25 marzo, a più di un mese dall’inizio della presa di coscienza, dimostra un certo livello di inettitudine da parte di coloro che hanno delle responsabilità istituzionali.

2) Il Covid-19 c’è, esiste. Su questo non c’è dubbio. Tuttavia, molti si chiedono come mai si dia così tanta importanza al Covid-19. Se andiamo a vedere le statistiche la vera emergenza italiana è il cancro e non il Covid-19. Ogni anno, tra l’altro, i morti per epidemie influenzali sono comunque nell’ordine del Covid-19 aggiornato a queste ore. La prima spiegazione è che il Covid è molto contagioso e piuttosto virulento, certamente soprattutto per i soggetti più deboli, trattandosi di un nuovo agente patogeno. Poi, non c’è, al momento, un vaccino adeguato per affrontarlo. I tumori, peraltro, si manifestano nel tempo, sono considerati entità statistiche, non necessitano – secondo la mentalità “umana” – di interventi immediati, mentre il Covid certamente si: è come un tumore che si manifesta subito e subito ti fa fuori. Questa è una differenza fondamentale per capire il “terrorismo psicologico” emerso.

3) Una cosa importante che ci sentiamo di dire è che c’è un parallelo tra il cambiamento climatico e il rischio di epidemie. Non nel senso che dal primo dipendano le seconde, ma nel senso che entrambe hanno una comune base causale che si chiama degrado ambientale. Parte di questo degrado consiste nel fatto che i contatti con gli animali a causa della deforestazione, aumentino in modo geometrico od esponenziale. La ragione di questo dissolvimento del confine tra umani ed animali risiede nella distruzione del loro habitat e di conseguenza nella tendenza che hanno a cercare sostentamento nelle zone antropizzate con tutto ciò che ne consegue. Abitando in una città di mare abbiamo assistito in questi ultimi vent’anni alla “migrazione” delle popolazioni di gabbiani sulla terraferma a cercare da mangiare nella spazzatura. Questo non vi dice nulla? Pensiamo poi agli allevamenti intensivi di animali. In quegli allevamenti perdono tutte le capacità di difesa immunitaria, oltre al fatto che senza difese possono tranquillamente venire in contatto con specie portatrici di patologie varie.

4) Il problema con cui dobbiamo cominciare a confrontarci è il dopo. Ovvero: ora l’emergenza col suo corollario di file e controlli non è poi un grande problema; il vero problema ci sarà dopo, verrà dopo. In queste settimane pochi lavorano, le attività commerciali sono al lumicino, le fabbriche in parte anche. Tra parentesi il DPCM che doveva essere firmato da Conte il 22 marzo u.s. ed entrare in vigore il 23, è poi stato rallentato, modificato per far piacere alla Confindustria, entrando in vigore alleggerito il 25 marzo. I pezzi grossi di Confindustria riusciranno ad imporre al governo aiuti, dilazioni, economie di guerra, ma per tutti gli altri non sarà così.

5) Le differenze di classe già risaltano agli occhi di tutti: statali, grandi imprese, Confindustria con delle garanzie salariali, occupazionali e di tenuta finanziaria; commercianti, piccole imprese e chi vi lavora, precari, nessuna garanzia. Ci chiediamo cosa abbia veramente intenzione di fare il nostro governo in una situazione così grave economicamente e socialmente. Il vero problema ci sarà dopo. Su questo problema sociale si giocherà il futuro più immediato.

6) Qualcuno pensa che queste possano essere delle prove generali per un ordine nuovo. Ovvero; il potere starebbe provando a vedere fin dove può andare, fin dove può tirare la corda. Tesi interessante, un po’ complottista, ma interessante. Si fonda sulla premessa che il capitalismo è un sistema di produzione e riproduzione sociale in grado di trasformarsi, in modo anche inaspettato, “mutando come un virus”, per iniziare delle fasi, dei cicli nuovi. A sostegno di questa tesi, l’argomento è questo: siamo arrivati ad un punto di maturazione del modello economico, fondato dal dopoguerra sul consumismo, ed oggi c’è la necessità di un cambiamento. Come già in passato ci sono stati dei cambiamenti delle forme economiche e sociali in cui vivevano i nostri avi. Lo stesso capitalismo, sviluppatosi dalla seconda metà dell’800 al…1914, raggiunse un livello tale di maturazione (e saturazione) per cui entrò nella fase della guerra, alla fine della quale ci fu una ripartenza con forme politiche ed economiche diverse tra loro (dal fascismo, al socialismo al New Deal) e diverse rispetto al passato. Dopo, una ulteriore guerra cambiò ulteriormente il volto del mondo: si allargò il “campo socialista”, il mondo venne spartito tra USA e URSS, ebbe inizio un nuovo ciclo di accumulazione capitalistica che finì con la caduta del Muro di Berlino, nel 1989. Da quel momento si rimescolarono di nuovo le carte del gioco. Da notare che la caduta del Muro, con annessi e connessi è stato paragonabile ad una guerra, sul piano della distruzione di valore, atto da cui ricomincia un ciclo di accumulazione capitalistico.

7) Dobbiamo analizzare le dinamiche del capitalismo e collegarle alla crisi attuale. Lo stallo della fase attuale in cui non c’è accumulazione e non c’è sviluppo, ma Secular Stagnation, crea un’enormità di problemi per il sistema. Il sistema necessità di distruggere capitale costante (macchine, valore finanziario) e capitale variabile (lavoratori, precari, disoccupati) per ripartire con un nuovo ciclo. La crisi da Coronavirus potrebbe fungere da espediente, essendo paragonata ad una guerra. Infatti una guerra oggi non sarebbe fattibile poiché porterebbe a distruzioni inenarrabili. In effetti, oggi le guerre si fanno con altri mezzi, economici soprattutto, ma non meno potenti rispetto al passato sul piano dei risultati sperati, che anzi sono più decisivi ancora.

8) Continuando a pensare al dopo, ma collegando il presente al possibile futuro, stiamo assistendo all’aumento, relativo, delle spese sanitarie. Questo aumento, tuttavia, non è forse compensato dalle minori spese per l’istruzione? Le scuole chiuse fanno risparmiare milioni di euro in costi di manutenzione, personale ATA, costi per l’energia! Il vuoto economico in cui l’Italia sta venendo risucchiata, avrà delle ripercussioni fortissime, ma sarebbe interessante vedere già da subito chi le sta pagando (la Scuola, appunto) e in quali quantità.

9) Anche i tanto sperati Bond sono un’arma a doppio taglio: si pompano soldi, ma si indebitano gli Stati (e i cittadini di ogni Stato che ne usufruisce). Uno spettro “soluzione Grecia” è tutt’altro che lontano, per paesi come l’Italia. Quest’operazione, in mancanza di cambiamenti strutturali nelle strategie produttive dei paesi più colpiti, non farebbe altro che danneggiare più seriamente questi ultimi, rendendoli ancora più esposti alle crisi future e alle strategie dei paesi più forti.

10) Gli aiuti cinesi, russi e cubani ci stupiscono, non tanto perché ci aiutino, ma perché dopo decenni di sputtanamento politico-mediatico siamo a dare spazio e copertura mediatica a queste iniziative. Fa sicuramente parte della mentalità “da banderuola” dell’italiano che si acutizza nei momenti di crisi, quando le risorse scarseggiano. Tuttavia, questa è la situazione, che piace ad alcuni, ma da fastidio ad altri. Crediamo sia un segnale che in molti stanno dando e qualcuno sta ricevendo e, il dopo, ci svelerà meglio chi si legherà con chi e con quali obiettivi e tipi di legami. Tuttavia, possiamo già da subito osservare che l’Europa ne uscirà indebolita mentre il capitale USA rafforzato, già per il solo fatto che la rete Internet si rafforzerà grazie a questa crisi. Ciò sarà vero anche per la Cina che ne sta uscendo bene. Probabilmente lo stesso destino si avvererà per la Germania.

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