Il Qohelet, noto anche come Ecclesiaste, è uno dei libri più enigmatici e affascinanti della Bibbia, appartenente alla letteratura sapienziale. Tradizionalmente attribuito al re Salomone, il testo è in realtà frutto di un autore anonimo, un saggio che riflette sulla condizione umana e sull’esistenza. Composto probabilmente nel III secolo a.C., durante un periodo di forte influenza ellenistica in Israele, il Qohelet affronta temi universali come la vanità della vita, la ricerca del senso e il mistero dell’agire divino.
Il termine “Qohelet” deriva dall’ebraico “qahal”, che significa “assemblea”, e si riferisce a un maestro che parla in pubblico. Nonostante l’attribuzione a Salomone, molti studiosi considerano questa paternità come un caso di pseudepigrafia, comune nell’antichità. L’autore si presenta come un saggio critico, che esplora la realtà con un approccio scettico e riflessivo, mettendo in discussione le certezze della tradizione religiosa.
Uno dei concetti centrali del Qohelet è l’idea che “tutto è vanità” (heḇel), esprimendo una visione pessimistica della vita. L’autore osserva che sia i giusti che gli empi affrontano la morte e le sofferenze, suggerendo che le ricompense divine non sono sempre evidenti nella vita quotidiana. La storia viene vista come ciclica piuttosto che lineare, evidenziando la precarietà dell’esistenza umana.
Qohelet si interroga sul significato della vita e sul valore delle esperienze umane. Nonostante il suo scetticismo, invita a trovare gioia nelle piccole cose quotidiane, sottolineando l’importanza di vivere nel presente (hic et nunc) piuttosto che cercare risposte definitive. Questa tensione tra ricerca di senso e accettazione della vanità è una delle caratteristiche distintive del testo.
Il Qohelet contesta la teologia della retribuzione, secondo cui Dio premia i giusti e punisce i malvagi. Attraverso una riflessione critica sulla realtà, l’autore giunge alla conclusione che questa visione non regge di fronte all’evidenza dell’esperienza umana. Questo approccio lo rende simile al libro di Giobbe, dove la sofferenza del giusto è messa in discussione.
Il libro presenta una struttura letteraria circolare, alternando prosa e poesia. Utilizza ripetizioni e formule ricorrenti per enfatizzare i suoi messaggi chiave. La scrittura è caratterizzata da un linguaggio ricco e simbolico, capace di suscitare profonde riflessioni nel lettore.
Il Qohelet rimane un’opera di straordinaria attualità, capace di stimolare interrogativi esistenziali anche nel contesto contemporaneo. La sua analisi critica della vita umana, insieme alla ricerca di gioia nelle piccole cose, offre una prospettiva unica sulla condizione umana. In un mondo spesso dominato da certezze illusorie, il messaggio del Qohelet invita a riconoscere il mistero dell’esistenza e ad abbracciare la bellezza della vita nel suo complesso.