Philip Kindred Dick.

Dick_bookshelf_commons
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di Sergio Mauri

Molto è stato detto sullo scrittore Philip Kindred Dick; su come tenesse un vasetto di anfetamine sul suo tavolo da lavoro; su come fosse così povero da comprare carne equina in un negozio per animali per far mangiare la sua famiglia mentre sfornava centinaia di racconti per pochi soldi. Forse la cosa più spettacolare su di lui, è quella di quanto fosse incredibilmente fallimentare nella sua vita quotidiana, nonostante il suo ovvio talento. Potete quasi sentire gli editori che lo rifiutano dicendogli: “Abbiamo detto che volevamo qualcosa di originale, non qualcosa di strano”.

Egli è un uomo di estrema ironia. Ora che è tranquillamente morto, Hollywood non riesce a reggersi dalla gioia di poter fottere le sue storie per trasporle in costosissimi films d’azione, con un sacco di effetti speciali che ne riscrivono e spesso ignorano completamente o rovesciano i temi che ne avevano fatto un lavoro di inoppugnabile primo livello. La condizione dell’uomo medio sopraffatto, assediato ed abusato da spropositate forze senza volto che egli non può controllare; governi, tecnologie, filosofie, droghe, fino al punto dove nemmeno lui è sicuro di ciò che è reale, compreso se stesso. Ebbene, queste “persone medie” diventano…. Tom Cruise e Arnold Schwarzenegger.

Le tecnologie opprimenti diventano “fichi” giocattoli e modi di comportarsi per i quali sbirri trogloditi ed opprimenti governi sociopatici sbavano, aggiungendole alla loro lista dei desideri. Proprio come in 1984 di George Orwell, che invece del terribile avvertimento che intendeva essere è diventato, più o meno, un manuale d’istruzioni per i governi fascisti di tutto il mondo, così i films tratti dai lavori di Dick non sembrano impaurire nessuno. Infatti, nella loro riscrittura  Hollywoddizzata vi trova carinamente posto la usuale glorificazione della tirannica polizia americana. Il suo Confessioni di un artista di merda, senza dubbio il suo miglior romanzo, è raramente menzionato come uno dei più accurati ritratti delle nevrosi mai scritto e NON si tratta di fantascienza.

Nel frattempo, i suoi fans considerano geniale qualsiasi cosa egli abbia fatto. La sua produzione copre quasi 30 anni e più di 200 libri e non tutti valgono la pena di esser letti. Sotto questo aspetto i suoi fans sono come quelli di Frank Zappa. Il lavoro di Zappa è suddiviso in due distinti periodi; i suoi primi lavori con “The Mothers of Invention” che furono politici, innovativi, esilaranti e spesso decisamente belli e il periodo “Post-Mothers” che si focalizza di più sull’esposizione tecnica, l’umorismo da stanza da bagno, e Zappa che dice costantemente al suo pubblico quanto stupidi sono o fossero. Non discutete mai con un fan di Zappa su questo: “Jam it up Yer Poop Chute [intasati l’ano, ndt] è come moderna musica classica, uomo! E’ geniale!”. I fans di Dick, allo stesso modo, non fanno differenza tra i suoi primi lavori e il suo lavoro dopo aver smesso con le droghe e aver avuto una “esperienza religiosa” nei primi anni ’70.

Non c’è niente di peggio che un ubriacone pentito, un tossico pentito, una puttana pentita, un mangiatore di carne pentito, o di una qualunque altra cosa pentita. L’impulso a condannare chiunque faccia ciò che tu, appassionatamente, facevi è, apparentemente, irresistibile. Ancora; l’auto-rettificazione, l’assoluta sicurezza della correttezza di qualcuno, è religiosità. Dick diventò, durante gli anni ’70, “religioso” e contro la droga in modo virulento ed in una maniera semi-cristiana che neanche aiutò la sua scrittura. A scanner darkly [un oscuro scrutare, nda.] affronta i suoi vecchi nemici, la sorveglianza e la corruzione poliziesca, ma biasima le droghe sopra qualsiasi altra cosa per la rovina del protagonista. Nei suoi primi lavori le droghe potevano essere buone OPPURE cattive. Anche il suo meraviglioso senso dell’umorismo evaporò, come accade a molte persone quando invecchiano. Perché nessuno migliora, col tempo, il suo senso dell’umorismo? E’ teoricamente possibile. Sembra non essere mai successo.

Poi c’è il misticismo “pseudo-cristiano”. Quanti artisti si sono ritirati nella Cristianità (o in qualsiasi religione)? Generalmente questo succede quando ad essi finiscono le idee. Per me non è niente di più che una mancanza di immaginazione, paura, un modo per rinunciare alla responsabilità personale. In qualcuno con l’immaginazione di Philip Dick, ciò è inconcepibile. Perché qualcuno col suo talento dovrebbe abbracciare l’ignobile, brutale, scontata accozzaglia di fesserie a buon mercato della Cristianità? Egli sostenne di aver visto una “luce rosa”. Perché interpretare quella come un qualcosa che avesse a che fare con la Cristianità? Il progetto iniziale? La vita può essere “mistica” senza essere definita attraverso le madri vergini, persone volanti e crocifissioni. Forse prese troppe droghe. Molti dei fans di Dick non dubitano di essere suoi fans in ragione di questo. “E’ un santo!”. “Aveva poteri mistici!”. Le persone amano questa merda.

Andiamo oltre, gente. Egli fu uno scrittore brillante senza molta fortuna in vita, come fu per molti artisti sfortunati. E’ stato detto che gli artisti sono come gli animali selvaggi o i criminali ricercati: hanno più valore da morti che da vivi. Certamente non devi pagarli così tanto.

R.I.P. P.K.D.

 

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.
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