L’artista e la questione della responsabilità.

Leon Zack
Leon Zack

La responsabilità è una scelta e come tale implica il concetto di libertà. Nell’accezione morale la nozione compare nelle discussioni sulla libertà, designando la situazione di un agente consapevole e libero nei confronti delle conseguenze che una sua scelta  ha causato e che egli era in grado di prevedere.

La capacità di previsione di un evento e delle sue conseguenze dipende da una molteplicità di variabili che vanno dal contesto culturale al carattere contingente delle scelte da operare in contesti più o meno estremi. Toccano anche il temperamento personale, più o meno incline all’impegno che, in definitiva, non è mai solo verso sé stessi.

Qualsiasi scelta, per quanto individuale possa essere, avrà sempre delle ricadute sull’ambiente circostante di chi le opera, ovvero sulla collettività. La religione e la sua forma de-sacralizzata, la politica, danno una risposta molto simile al quesito intorno alla questione della responsabilità: entrambe queste dimensioni si realizzano nella ricerca del bene attraverso l’impegno.

Il cristianesimo, in particolare, introduce un ulteriore tassello esplicativo, anch’esso confluito nella politica moderna, che è quello dell’intenzione. L’intenzione buona è già un buon punto di partenza. Sarà la riforma protestante a spazzare poi, in parte, questa costruzione morale attraverso l’utilitarismo e il consequenzialismo, parenti stretti di quella morale.

Ho scritto, all’inizio dell’articolo, che la responsabilità è una scelta e come tale implica il concetto di libertà. Ne discende che, in ogni opera artistica, vediamo e valutiamo il tipo di scelta, e il grado di libertà espressa dall’artista. Un artista come Jeff Koons può anche rappresentare una filosofia di vita del tutto individuale e privatistica tipica della nostra epoca ed in questo senso i suoi manufatti, banali riproduzioni stilizzate di oggetti di cui abbiamo la nausea, possono venire inseriti in un contesto di mercato di prodotti usa e getta ma non avranno mai lo spirito innovativo espresso dai lavori di Pablo Picasso che doveva indubbiamente godere di enormi vantaggi in termini di libertà.

L’oggettistica venduta da Damien Hirst potrà essere allettante per i ricchi collezionisti di poche pretese culturali degli ultimi decenni ma non conteranno quegli elementi di raffinata ricerca così tanto presenti nelle delicate opere di Leon Zack. Sotto questo profilo, di sicuro, una certa responsabilità nella desertificazione culturale dell’arte occidentale va imputata al substrato concettuale protestante-capitalistico che nel pragmatismo e nella semplificazione ha i suoi principali agenti diserbanti. Nel corrotto Mediterraneo, invece, si continua a produrre sulle vulcaniche contraddizioni di un’ideologia mai risolta e purtuttavia dai colori e dalle forme molto accattivanti.

Ancora una volta, il corrotto universo cattolico è luogo di forme curate attraverso la complicazione a differenza di chi semplifica per mancanza di radici. Dunque la responsabilità è una questione fondamentale in arte che meglio di tutte esprime i contenuti dell’opera e la qualità del rapporto con l’altro. Nella nostra cultura questo rapporto basato sul presunto, poichè spesso inconsistente, godimento estetico individuale di un’opera nasconde il fatto che essa non è mai il prodotto del genio di un singolo staccato dal mondo ma il risultato di una moltitudine di variabili che intersecano l’autore la cui abilità sta nel decodificare e sintetizzare i messaggi che lo circondano e lo attraversano.

Diversamente, in molte realtà a noi estranee (dall’Africa all’Asia) e non ancora totalmente distrutte dal mercato, l’arte ha una funzione sociale, rituale, collettiva, riconosciuta, tanto che non è importante menzionare l’autore del manufatto in quanto non è un mero collettore di danaro, anzi non lo fa proprio per danaro. Sotto questo aspetto queste civiltà sono superiori alla nostra poichè sono in grado di valorizzare, normandolo, un intero gruppo sociale e non solo una minoranza che, per privilegio sociale può comprare e discutere dell’opera e del suo autore in quanto individuo.

Sta a noi riscoprire l’arte nella sua dimensione sociale come messaggio ed impegno di civilizzazione. Cioè di responsabilità.

 

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