Uno degli argomenti chiave degli operatori dell’arte contemporanea, siano essi società di investimento, gallerie o case d’asta o semplici consulenti d’arte, è quello di sostenere di essere indipendenti, di non essere legati ad alcuna banca o finanziaria, eccetera. Non c’è che dire, il proposito è ottimo, chi potrebbe affermare il contrario? Nessuno. E anche noi ci uniamo al coro di “mi piace” in stile web 2.0.
Tuttavia il punto non è questo. Il punto è: come faccio a distinguere chi dice la verità da chi millanta? Perché è di questo che si finisce per parlare quando si affronta il discorso dell’indipendenza.
Intanto, come già affermato, applicare sempre la regola aurea delle 3 variabili: l’originalità, il valore emozionale, il carattere iniziatico dell’opera. A questo punto chiederete: ma che c’entra questo con l’indipendenza degli operatori? C’entra, eccome se c’entra. Mai separare le azioni delle persone che vi stanno di fronte, pensando che distinguere sia sufficiente a capire. Per comprendere veramente bisogna ricondurre ad unità le varie parti in cui si suddivide il tutto. Attraverso le opere esposte o proposte, capiamo, ovviamente, chi è, che cosa vuole, quale sia il grado di autenticità di colui che espone e propone.
Poi, valutare seriamente quale sia il grado di coinvolgimento di costoro nel mainstream cultural-artistico. nemmeno questo è facile ma ricordate come l’informazione nel mondo dell’arte, dove i vostri soldi abbiano un qualche rilievo di protagonismo, sia fondamentale. Non è un optional: è di basilare importanza! Non delegate mai, non conviene. Sapete già che la nostra opinione è quella secondo cui il mainstream non sia sempre garanzia di onestà e successo. Ci sono anche grosse realtà che funzionano bene anche se solo sul versante del denaro: infatti hanno come unico parametro quello e solo quello. In un certo senso, non lato ma abbastanza stretto, prosciugano l’arte e non ne riproducono il fattore creatività ed espressione, di fondamentale importanza per poterla far vivere e riprodurre normalmente.
Ma, di fondamentale importanza è constatare che l’indipendenza nel mondo dell’arte è una tautologia inversa, anzi una stronzata fenomenale, che tradisce le pessime intenzioni di chi la afferma. Chi parla di arte e la tratta da un punto di vista sia estetico che artistico deve essere strettamente dipendente dagli artisti come dal pubblico di fruitori o acquisitori delle opere stesse, proprio in virtù del coinvolgimento delle vite di tutti costoro che con la propria creatività, lavoro, danaro, fanno vivere il network.
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