La filosofia, intesa come “amore per la sapienza” e incessante interrogazione sul senso dell’esistenza, ma anche come thauma, meraviglia spaventata nei confronti del mondo, è stata spesso relegata nelle austere aule accademiche o nei testi polverosi. Tuttavia, un filone di pensiero, sempre più vitale nel dibattito contemporaneo, mira a riportarla nel suo ambiente più naturale e originario: la vita quotidiana. La filosofia della vita quotidiana non è una disciplina astratta, ma l’esercizio di uno sguardo critico e consapevole su quell’insieme di abitudini, gesti, certezze e incertezze in cui siamo immersi, ma che troppo spesso passano inosservati.
Il quotidiano è una sfida.Storicamente, gran parte della tradizione filosofica ha manifestato una singolare predilezione per l’eccezionale, l’eroico e l’autentico, trascurando la dimensione del quotidiano, considerata banale, ripetitiva o “inautentica” (come teorizzato, ad esempio, in certi passaggi della riflessione novecentesca). La vita quotidiana è, per sua natura, ciò che ci circonda costantemente, al punto da diventare invisibile. È il fluire ovvio e routinario, la successione di veglia e sonno, di bisogni materiali e desideri fugaci, che ci coinvolge senza che se ne abbia piena consapevolezza. Questa dimensione, come sottolineato da autori contemporanei, è composta da una ripetizione non dell’uguale, ma di una differenza sottile, un ritmo costante che è anche il terreno fertile per l’evento che lo rompe. Dargli dignità filosofica significa riconoscere che è proprio la vita, in tutte le sue complicate manifestazioni e persino nei suoi dolori, a offrire al pensiero il luogo autentico della riflessione. La filosofia del quotidiano è uno strumento per affrontare il nostro presente ineludibile. L’approccio filosofico al quotidiano si concretizza nell’adozione di specifici strumenti che trasformano il modo in cui viviamo e percepiamo la realtà:
- L’introspezione critica: l’introspezione è forse l’aspetto più cruciale. In un’epoca di distrazioni costanti, la filosofia invita a fermarsi e a esercitare la riflessione sui propri pensieri, sentimenti e azioni. È un processo che mette in discussione le abitudini e le pratiche acquisite, i luoghi comuni e le certezze ereditate. Come suggeriva Marco Aurelio, non c’è rifugio più tranquillo della nostra interiorità, un luogo dove ritirarsi in qualsiasi momento per rinnovare sé stessi.
- L’identificazione dei valori: una filosofia di vita personale si edifica sulla chiarezza dei propri valori fondanti (giustizia, onestà, empatia, libertà, creatività). Questi non sono astrazioni, ma criteri pratici con cui misuriamo il senso e la soddisfazione della nostra esistenza. Identificare i propri valori, riflettendo sulle esperienze di felicità o sui momenti di profonda irritazione (che spesso svelano un valore calpestato), è il primo passo per prendere decisioni più meditate e allineate al proprio “sé” autentico.
- L’esercizio del pensiero razionale e dell’empatia: la filosofia non è solo comprensione, ma anche potenziamento del pensiero razionale per affrontare i problemi della vita. Essa ci aiuta ad assumere punti di vista diversi (empatia), essenziale in un mondo multiculturale. Sviluppare la capacità di comprendere e condividere i sentimenti altrui, un concetto filosofico fondamentale, promuove una società più comprensiva e solidale.
- La ricerca della felicità quotidiana: contrariamente all’idea di una filosofia tesa solo alle “grandi domande,” essa si occupa anche di trovare la felicità nelle piccole cose. Concetti come il danese Lykke (la ricerca della felicità quotidiana) o lo scozzese Coorie (il piacere di accoccolarsi e trovare gioia nei rituali semplici) ci ricordano che la serenità è spesso più vicina di quanto si pensi, celata nei gesti semplici e nella gratitudine.
Potremmo, quindi, pensare alla filosofia come a un salvavita.La filosofia della vita quotidiana si propone di colmare il divario che per secoli ha separato l’idea dalla vita. Essa rifiuta l’altezza autoreferenziale del pensiero per abbracciare la fatica dell’intelligenza che emerge dall’esperienza. In questo orizzonte, la filosofia non ha il compito di lenire i mali della vita con “ricette di saggezza,” ma di comprenderli e spiegarli, fornendo una forma organizzata allo sgomento e alla mancanza di orientamento che affliggono l’umanità.
In un’epoca di frenesia e liquidità, dove la tecnologia e l’ideologia producono scorie che offuscano lo sguardo, la filosofia deve tornare a “camminare sulle gambe” e a fissare lo sguardo sull’orizzonte immediato. Essa, in definitiva, è un salvavita non perché risolve magicamente i problemi, ma perché offre la lucidità e la forza interiore, il Sisu finlandese (resilienza e determinazione), per navigare nella complessità delle nostre esistenze, trasformando la routine in un laboratorio costante di conoscenza di sé e del mondo. Il quotidiano è tutto, e in esso, l’esercizio della filosofia è un compito primario per chiunque voglia interrogarsi sulla propria esistenza.
