Coordinate storico-culturali.
1.Dal Rococò all’Illuminismo e al Neoclassicismo.
Ritorno all’elaborazione di gusto classicistico-razionalista in campo artistico. Specialmente in Italia c’è un rifiuto delle stravaganze e degli eccessi barocchi. Vi sono due fasi: 1) dal 1690 (circa) al 1750 (circa) recupero del classicismo come buon gusto (grazia e misura) a opera dell’Accademia dell’Arcadia. A livello europeo abbiamo il Rococò (corte di Luigi XIV). Ideale del Rococò è la miniatura. In Inghilterra abbiamo il romanzo Robinson Crusoe di Daniel Dafoe. A livello continentale assistiamo a una divaricazione tra gusto cortigiano e della grande borghesia. L’Illuminismo: si sviluppa in Francia, ma si sviluppa a livello continentale: uso della ragione (libero pensiero), contrarietà alle forme di assolutismo politico e religioso, il Bello è oggetto di una specifica disciplina; l’estetica. Il richiamo all’antichità è consapevole della distanza di tempo intercorrente: l’obiettivo è la ricostruzione (ideale) di una nuova classicità, il Neoclassicismo. Personaggio tipico dell’epoca è Winckelmann.
In Germania negli anni Settanta e Ottanta si sviluppa anche il movimento Sturm und Drang (Tempesta e impeto) che sostiene l’eversione e il rifiuto dei canoni (una sorta di proto-romanticismo). Goethe è l’esponente di questo movimento. Il Settecento vede il tramonto della potenza spagnola; Francia, Austria, Inghilterra, Prussia e Russia lottano per l’egemonia in Europa. Si avvia la Rivoluzione industriale. Nel 1789 Rivoluzione in Francia che avrà ripercussioni sulla storia d’Europa nonostante la Restaurazione. Dal ‘suddito’ si passa al ‘cittadino’. in filosofia: elogio della ragione, lotta ai pregiudizi, nascita delle scienze umane grazie ai viaggi in terre lontane e al contatto con altri popoli, nascono le moderne istituzioni statali insieme alla separazione dei poteri. Si diffonde la figura dell’intellettuale moderno che vive del proprio lavoro. Non c’è ancora la frattura fra i vari campi del sapere (Ottocento).
2.Contesti e confronti.
2.1Le strutture economiche e le politiche culturali. Il Settecento è un secolo di grande espansione economica e demografica. L’agricoltura è ancora il motore dell’economia. Aumenta la produzione grazie alla diffusione di colture importate dall’America e all’introduzione di un’agricoltura di stampo capitalistico. Prevale ancora la grande proprietà signorile. È diffusa la produzione a domicilio che consente alti livelli di produzione e profitto. La Rivoluzione industriale permette l’aumento della produttività e l’abbattimento dei costi.
Si sgretola progressivamente l’Ancien Regime. Si passa dalla società degli ordini a quella delle classi. Aristocrazia e clero sono fortemente ridimensionati. Dai vincoli umanistici si passa all’idea dell’intero scibile umano fondato sulle scienze. Denis Diderot è autore, con D’Alembert, dell’Encyclopedie. Le accademie pubblicano i loro atto, nascono società e club, caffè, biblioteche, logge massoniche, giornali e le gazzette. Gli illuministi propongono un cambio nella circolazione delle idee attraverso i periodici (Il Caffè dei fratelli Verri, Pietro e Alessandro). I modelli sono: Tatler, inglese, di Richard Steele; Spectator; Guardian di Joseph Addison. Diventano di moda i lunghi viaggi: Goethe (Viaggio in Italia).
2.2Le scienze, la tecnica e la filosofia.
La rivoluzione industriale.
A innescarla, nell’Inghilterra della seconda metà del Settecento sono una serie di invenzioni tecniche nate – qui la particolarità – in botteghe e magazzini da parte di uomini di mestiere. L’innovazione tecnologica produce un effetto a catena pure nei settori contigui. Cambia anche la concezione che voleva la Terra creata da Dio e immutabile a sé stessa: la geologia ne sfata il mito, come la sismologia. Georges-Louis Leclerc sostiene non solo che la Terra abbia subito enormi sconvolgimenti nel tempo, ma anche che sia più antica di quanto sostenuto nella Bibbia. Carl von Linné (Linneo) ordina razionalmente per genere e specie tutti gli esseri viventi. Con John Locke si diffonde il sensismo. David Hume parla di relazioni tra sensazioni e idee mediate dall’intelletto. Etienne Bonnot de Condillac scrive il Trattato delle sensazioni. Il sensismo fa prevalere il metodo induttivo su quello deduttivo.
L’Illuminismo: la diffusione in Italia.
Maggiori centri di diffusione sono Milano e Napoli. A Milano abbiamo i fratelli Verri che fondano Il Caffè. Pietro fonda l’Accademia dei Pugni. Di Pietro abbiamo Meditazioni sull’economia politica (1771), una difesa della teoria liberista e Discorso sull’indole del piacere e del dolore (1773), filosofico di impostazione sensistica. Tra i compagni dei Verri abbiamo Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene).
A Napoli abbiamo Antonio Genovesi, il quale ipotizza uno sviluppo antifeudale e liberista per il sud. Ferdinando Galiani è un abate, frequentatore dei salotti parigini che scrive opere di indole economica e di contrasto alla teoria economica fisiocratica. Nella generazione successiva abbiamo Giuseppe Maria Galanti, Gaetano Filangieri autore di un’opera capitale dell’Illuminismo europeo: Scienza della legislazione (1780); abbiamo inoltre Francesco Mario Pagano che riprende l’insegnamento di Vico. Con la rivoluzione del 1799 si conclude la parabola dei riformisti napoletani: molti di essi finirà condannato a morte. Erede di quella stagione è Vincenzo Cuoco. Nel suo Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799, critica dall’interno l’azione dei rivoluzionari, incapaci di guadagnarsi l’appoggio del popolo e incapaci di fare in tempo le riforme necessarie al consolidamento della Repubblica instaurata con l’aiuto delle armi straniere.
2.3Le arti e l’estetica.
Il termine estetica è introdotto a metà del secolo con la pubblicazione di Aesthetica di Alexander Gottlieb Baumgarten. Kant ne dà una prima sistematizzazione con la Critica del giudizio (1790) che sancisce la soggettività, ma al tempo stesso la non arbitrarietà del giudizio estetico. Edmund Burke riflette sul sublime nell’arte.
Il Rococò.
Nasce in Francia come deformazione del termine rocaille (decorazione di pietruzze e conchiglie). Tra gli esponenti, in Francia Jean-Antoine Watteau. Il Rococò può anche definirsi come “arte galante”.
Il Neoclassicismo.
Sulla scorta degli ideali illuministici si vagheggia sull’antica Grecia come esempio per le arti, ma pure come modello di civiltà libera e armoniosa. Principali teorici: il boemo Anton Raphael Mengs, pittore, e il prussiano Johann Joachim Winckelmann. In Italia abbiamo Ennio Quirino Visconti, Leopoldo Cicognara. Il più grande interprete del Neoclassicismo è Antonio Canova che vive a Roma, si forma sullo studio diretto delle statue degli antichi e dei testi di Winckelmann e Mengs. Fu molto prolifico ed eseguì molti lavori per famiglie regnanti e aristocratiche europee.
La musica: il melodramma.
Nel Settecento trionfa il melodramma di stile italiano. Un miglioramento del genere si ha con i libretti di Apostolo Zeno e Pietro Metastasio. La svolta si ha con la riforma Gluck-Calzabigi che propugnano un ideale di classica compostezza abolendo gli eccessi del virtuosismo e nell’aderenza della musica al testo. Tra i maggiori musicisti del secolo: Alessandro Scarlatti, Nicola Antonio Porpora, Giovan Battista Pergolesi (morto giovane). Nell’opera buffa primeggiano Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello.