Il Seicento-Coordinate storico-culturali-Il Barocco-La letteratura italiana.

Immagini del Seicento
Immagini del Seicento

1.Un quadro d’insieme.

Anche nella nostra letteratura è forte la ricerca della novità e della meraviglia. Alessandro Tassoni è antiaristotelico, antipetrarchista, anticlassicista. I classici non scompaiono dall’orizzonte, ma cambia il rapporto di autorità che essi esercitano. Si cerca la sperimentazione anche sul piano del metro.

2.La trattatistica.

La trattatistica retorica.

Matteo Peregrini (Delle acutezze, che altrimenti spiriti, vivezze e concetti volgarmente si appellano, 1639), trattatista sull’ingegno. La Chiesa si impegna ad arginare il fenomeno barocco. Peregrini critica l’uso della metafora.

Emanuele Tesauro (Cannocchiale aristotelico) il più importante teorico italiano del Barocco. Il Cannocchiale (strumento moderno) è Aristotele: si parla, quindi, di bisogno di novità e rispetto dei canoni. Finisce con il tessere le lodi del Barocco.

La trattatistica morale.

Vincenzo Gramigna (Il segretario, 1620); Virginio Malvezzi (Ritratto del “privato” politico cristiano, 1635); Torquato Accetto (Della dissimulazione onesta, 1641). La simulazione è menzogna; la dissimulazione consiste solo nel non far trasparire un pensiero o un sentimento.

La trattatistica politica.

Si condanna Machiavelli, ma si recupera Tacito. Scipione Ammirato (Discorsi sopra Cornelio Tacito); Traiano Boccalini (Osservazioni politiche sopra Cornelio Tacito). Tacito visse in un periodo di assolutismo, Livio di repubblica. Boccalini, critico della Chiesa pur lavorandovi, scrisse anche i Ragguagli di Parnaso.

3.La storiografia.

Del Seicento ricordiamo il grande interesse espresso per la contemporaneità.

Agostino Mascardi (Dell’arte istorica, 1636).

Enrico Caterino Davila (La Istoria delle guerre civili di Francia, 1630).

Giuseppe Ripamonti (Historiae patriae, 1641-48) e (De peste Mediolani, 1640) due testi ripresi dal Manzoni.

Paolo Sarpi.

È lo storico più eminente del periodo. Laureato in teologia. Lavorò per la Repubblica di Venezia, in aperta polemica con la Chiesa nel periodo in cui Venezia si rifiutò di far processare due preti per colpe comuni e il Senato vietò l’alienazione dei beni dei laici da parte della Chiesa senza la sua autorizzazione. Scrisse l’Istoria del Concilio tridentino.

4.La scrittura filosofica e scientifica.

Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Galileo Galilei.

4.1Giordano Bruno e i Dialoghi.

Candelaio (1592) sull’arte della conoscenza e della memoria. Si interessò di memoria, mnemotecnica e magia. È convinto dell’infinità dell’universo e della teoria copernicana. Egli però va oltre non riconoscendo, come Copernico, il centro dell’universo nel sole. L’universo, essendo infinito, non ha centro. Opere: La cena delle ceneri; De l’infinito, universo e mondi; De causa, principio e uno; Lo spaccio della bestia trionfante; Cabala del cavallo Pegaseo, con l’aggiunta dell’Asino cillenico; Degli eroici furori.

4.2Tommaso Campanella e La città del sole.

Influenzato dal naturalista Bernardino Telesio. Fa parte dell’ordine domenicano. Nel 1599 promuove una congiura antispagnola e anti-ecclesiastica. Si salva dalla pena di morte fingendosi pazzo. Compone gran parte delle sue opere in carcere. Del senso delle cose e della magia (1604, Trattato); Apologia pro Galileo (1622); La città del sole – Civitas solis (pubblicata nel 1623) è un’utopia comunistico-teocratica.

4.3La nascita della prosa scientifica.

Galileo Galilei, ne è iniziatore; vi sono poi Evangelista Torricelli, Francesco Redi, Lorenza Magalotti, Vincenzo Viviani.

5.La lirica.

Giovan Battista Marino, caposcuola.

5.1La lirica marinista.

Claudio Achillini; Girolamo Preti; Giacomo Lubrano; Lodovico Leporeo. Firenze e Roma sono centri antimarinisti; Bologna e Napoli centri propulsori del marinismo. In contrapposizione alla compattezza e unitarietà petrarchesca abbiamo un semplice inventario di motivi. Anche i temi e i motivi sono diversi. Al canone fisso petrarchesco di figure femminili (una) i marinisti contrappongono una variegata casistica di bellezze.

5.2La tradizione classicista.

Non si tratta di una tradizione conservatrice tout court, né di una reazione alle innovazioni, ma di un tenere conto del punto di partenza rappresentato dalla classicità. I classicisti non negano la modernità. Gabriello Chiabrera (sperimentalismo); Fulvio Testi (moralismo e impegno civile).

5.3La poesia ‘filosofica’ di Tommaso Campanella. Campanella prende le distanze dalla lirica barocca edonistica e disimpegnata e propone la poesia filosofica.

6.Epico ed eroicomico.

6.1Il genere epico.

Francesco Bracciolini; Girolamo Graziani; Giovanni Giorgini.

6.2Il genere eroicomico.

Genere interamente nuovo. Alessandro Tassoni; Francesco Bracciolini. Decostruzione del racconto epico, disintegrazione dell’ossatura narrativa.

6.3Alessandro Tassoni e La secchia rapita.

Anticlassicista, antiaristotelico, anti-spagnolista, antipetrarchista. Smantellano la forma epica e la figura dell’eroe. La Secchia è divisa in 12 canti come l’Eneide di Virgilio.

** Se puoi sostenere il mio lavoro, comprami un libro | Buy me a book! **
** ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER ! **

About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.