7.Il romanzo.
È il risultato di una poderosa sintesi di tradizioni diverse: il romanzo greco e latino, il romanzo cavalleresco, il poema eroico, il poema pastorale, la commedia, la novella e perfino forme liriche. È un genere di consumo. Si cerca la meraviglia, il macabro e l’erotico.
Girolamo Brusoni; Francesco Biondi; Ferrante Pallavicino; Pace Pasini; Giovanni Ambrogio Marini; Giovan Paolo Marana; Francesco Fulvio Frugoni.
8.La novella.
A differenza del romanzo, appare ancora alla tradizione in particolare allo schema narrativo e strutturale boccacciano. Anche in questo caso abbiamo la contaminazione e dilatazione contenutistica e formale. Francesco Pona (La Lucerna): il romanzo è messo all’Indice. Pona ritratta con L’Antilucerna. Celio Malespini (Ducento novelle). Anton Giulio Brignole Sale (Le instabilità dello ingegno). Giovanni Sagredo (L’Arcadia in Brenta).
9.La letteratura dialettale e popolare.
Il dialetto ha una doppia funzione: da una parte gli interessi regionalistico-municipalisti; dall’altra le pulsioni anticlassicistiche e anti-regolistiche. Giulio Cesare Cortese; Giambattista Basile; Giulio Cesare Croce.
10.Il teatro.
Prende piede con la tendenza ad apprezzare l’indefinito, i confini labili in tutti i sensi, il trasformismo, portati dalla nuova epoca.
10.1Evoluzione del melodramma.
Qui la musica accompagna e asseconda il testo in versi. Claudio Monteverdi; Giulio Rospigliosi; Benedetto Ferrari.
10.2Evoluzione della Commedia dell’Arte.
Il suo aspetto fondamentale risiede nell’improvvisazione. L’attore è il centro dello spettacolo.
10.3La commedia letteraria.
Michelangelo Buonarroti il Giovane. Opere: La Tancia, La Fiera.
10.4La tragedia.
Rimane un genere letterario e legato agli ambienti aristocratici e cortigiani. È destinata alla lettura ed è in gara col genere epico. Rimane ancorata a rigorosi principi costruttivi di stampo classicistico e aristotelico. Federico Della Valle (La Reina di Scotia). Carlo de’ Dottori (Aristodemo).