Grandezza e limiti dell’esperienza del New Deal.

Il debito non è keynesismo
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di Sergio Mauri

L’esperienza del New Deal può essere giudicata da tre punti di vista differenti: quello liberale, quello keynesiano e quello marxista. Secondo i liberali la presenza dello Stato in economia non poteva essere quantitativamente e qualitativamente quella prevista dal New Deal, poiché, secondo loro, a lungo andare l’immissione di capitale statale, non sottoposto alle leggi del mercato avrebbe portato ad una svalutazione dei fattori produttivi con una conseguente tendenza al blocco delle iniziative economiche. Secondo i keynesiani, invece, l’unico modo per salvare il capitalismo era (e fu realmente) quello di intervenire come Stato, con una funzione pubblica di sostegno all’economia e all’iniziativa privata. Per i marxisti, invece, il problema era (e rimane) la composizione del capitale (capitale fisso pubblico o privato contro capitale variabile) che va a colpire la capacità del sistema di generare profitti.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014 e con Historica Edizioni nel 2022.
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