Giuseppe Ungaretti.

Giuseppe Ungaretti
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di Sergio Mauri

Ungaretti inaugura il Novecento italiano. Dopo Pascoli, D’Annunzio e il periodo decadente e i Crepuscolari (Gozzano, Corazzin, Palazzeschi, Govoni). È fondamentale la rottura portata dal Futurismo. Dopo la Prima guerra mondiale, irrompe sulla scena poetica la poesia pura, cioè depurata da ogni concretezza. Essa fa perno sul verso libero e sulla potenza comunicativa della parola per svelare il segreto del mondo.

La poesia I Fiumi è collegata alla sua vicenda biografica. Parla dei fiumi che lo hanno visto nascere, ma anche evolversi: dal toscano Serchio, testimone delle vicende dei suoi avi, al Nilo, fiume della sua giovinezza egiziana, alla Senna, fiume della sua maturazione come uomo e poeta. E l’Isonzo come metafora del presente.

Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1988 da emigrati lucchesi. Frequenta fino al 1905 la Ecole Suisse Jacot. Si appassiona alla letteratura, approfondisce Leopardi e Nietzsche. I paesaggi egiziani rimarranno sempre nel suo immaginario come l’età libera e avventurosa dell’infanzia e della giovinezza, ma anche del dolore per non aver conosciuto il padre, morto nel 1890 durante gli scavi del Canale di Suez. Nel 1912 va a Parigi dove diventa allievo di Henri Bergson e approfondisce la poesia decadente e simbolista a cui la sua produzione deve molto. Entra in contatto con gli ambienti d’avanguardia. Quando parla del “torbido” della Senna intende parlare delle sue tumultuose esperienze culturali e alla scoperta della vocazione poetica.

Nel 1914 è in contatto con i futuristi a Firenze. Si arruola volontario nella Prima guerra mondiale ed è a combattere sul Carso. Nel contesto della guerra cerca un recupero della propria identità nazionale e dell’ideale di patria. Il percorso di questa ricerca però non è lineare; tuttavia, prendono forma le sue prime liriche che saranno pubblicate nel 1916 a Udine nella raccolta Il Porto Sepolto. La guerra segna profondamente la sua esperienza biografica e letteraria. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi che confluirà poi nel 1931 insieme a Il Porto Sepolto ne l’Allegria. Perché Allegria? Per sottolineare il fatto del portare avanti lo slancio vitale.

Per Ungaretti vita e letteratura sono profondamente legati. In questa concezione egli è molto moderno. Aderirà al fascismo che vedeva come la promessa di un nuovo ordine, dopo i lutti e distruzioni del conflitto mondiale e diverrà una figura di riferimento della nuova poesia chiamata Ermetismo. Nel 1933 pubblica Sentimento del tempo. Viene chiamato a San Paolo in Brasile per ricoprire la cattedra di letteratura italiana. Nel 1942 viene nominato accademico d’Italia, ma le esperienze della Seconda guerra mondiale e dei lutti familiari si trasfigurano nella sua raccolta poetica Il dolore. Nel 1970 muore a Milano.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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