Giambattista Marino e la lirica barocca.

Giambattista Marino e la lirica barocca
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di Sergio Mauri

Nei primi 35 anni del Seicento si assiste ad un rilancio della poesia lirica. Giambattista Marino contribuisce a questo rilancio con la sua raccolta di poesie La lira.

Il periodo Barocco si caratterizza per:

  • gusto per il nuovo
  • rottura rispetto al classicismo e al petrarchismo dominanti
  • organizzazione tematica dei componimenti
  • affermazione della poesia figurata
    • acrostico: le prime lettere dei versi lette di seguito e in verticale formano un nome, una parola o una frase
    • calligramma: poesia che ha una studiata disposizione tipografica dei versi, volta a sintetizzare graficamente, cioè attraverso figure, il contenuto del componimento
  • rappresentazione dei singoli particolari ed episodi quotidiani: drastico ridimensionamento dell’aspetto intimo, esistenziale, psicologico e sentimentale, manca l’interiorità
  • la costante ricerca del nuovo porta alla nascita delle mode al fine di attrarre lettori
  • suscitare stupore e meraviglia attraverso strumenti retorici –> metafore, concetti
  • il bisogno di colpire, lasciare un segno

Giambattista Marino è il più famoso poeta Barocco italiano. Nasce a Napoli nel 1569. Ha uno stile di vita ribelle. Subisce due condanne per immoralità; segue poi il cardinale Aldobrandini prima a Roma e poi a Ravenna. Si trasferisce poi a Torino. Riceve da Carlo Emanuele di Savoia la nomina a cavaliere. Nasce un violento antagonismo tra lui e il poeta genovese Murtola, ex segretario del duca, che arriva al punto di sparargli. Passa altri mesi in carcere per maldicenza, probabilmente per aver composto dei versi offensivi contro il duca.

Con La lira del 1614 arriva al successo anche europeo. Un anno dopo viene chiamato alla corte di Francia da Maria de’ Medici e nel 1617, arrivato al potere Luigi XIII°, il poeta ne ottiene le simpatie. Nel 1623 pubblica L’Adone, immenso poema mitologico in oltre 40000 versi, dedicato al re di Francia.

Torna a Napoli per motivi di salute e vi muore nel 1625.

La lira: i componimenti vi sono organizzati per temi e per generi. L’attenzione è riposta su particolari esterni ed episodi quotidiani.  La letteratura, sia classica che moderna – diventa un enorme serbatoio cui attingere –> “leggere col rampino”.

L’Adone: è il capolavoro del Marino e del Barocco italiano. È composto di 20 canti e 5033 ottave ed è il poema più lungo della nostra letteratura. Si pone volutamente in competizione con la Liberata di Tasso.  Il tema amoroso prevale su quello della guerra; l’attenzione si sposta dalla dimensione pubblica a quella privata; l’ambientazione non è storica, ma idilliaca e mitologica. Il Marino è lontano dalle preoccupazioni tassesche sul verosimile e sul meraviglioso cristiano. Il libro viene messo all’indice dei libri proibiti nel 1624.

La trama si divide in 4 parti:

Canti I-IV: Cupido, per vendicarsi della madre Venere, la fa innamorare di Adone, appena sbarcato sull’isola di Cipro;

Canti V-XI: Adone scopre i piaceri dei 5 sensi, dell’intelletto, delle arti e della scienza moderna. Mercurio celebra le nozze fra i due amanti;

Canti XII-XVI: Adone deve superare una serie di prove. Deve difendersi con quello fatato regalatogli da Venere dagli attacchi del geloso Marte. È costretto a fuggire da Cipro.

Canti XVII-XX: Venere parte da Cipro. Adone muore ucciso da un cinghiale mandatogli contro da Marte. Venere organizza giochi funebri in onore dello sposo defunto.

Il poema è allegorico: il regno di Cipro è il luogo dove trionfano l’amore, il gioco, l’arte e la non-violenza che son tutti valori estranei alla società di corte. Per Adone il sentimento amoroso vale più del potere e della vita stessa. Il percorso di iniziazione del protagonista del poema mette in rilievo gli elementi sui quali si basa il nuovo mondo prospettato: piacere dei sensi e virtù dell’arte e della scienza.

Rete d’oro in testa alla sua donna.

Marino in questa poesia descrive l’immagine dei capelli biondi della donna avvolti da una piccola rete d’oro. Il poeta è catturato in una doppia rete: la rete concreta che tiene fermi i capelli dell’amata e quella metaforica della chioma dorata che cattura il cuore del soggetto.

È un madrigale formato da 3 settenari e 4 endecasillabi.

Il tema sensuale in Petrarca e Marino.

Pure Petrarca aveva celebrato i “capei d’oro” di Laura sparsi al vento. Tuttavia la sensualità viene affrontata diversamente da Petrarca e Marino. Il tema dei capelli biondi è diffuso nella tradizione lirica dalle origini al Petrarca. Tuttavia in Petrarca il particolare dei capelli è parte dell’idealizzazione dell’immagine femminile e non è isolato dal resto della figura. In Marino invece la donna non si vede, se ne vedono solo i capelli e la rete che li ricopre. Il rapporto con la donna è meno coinvolgente e sconvolgente di quello del Canzoniere del Petrarca. Marino non dà voce ai propri turbamenti interiori di fronte all’amore, ma si limita ad un gioco intellettuale collegando i due tipi di rete.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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