Crisi economica, tendenza alla guerra, declino dell’Occidente e sue controtendenze.

Crisi, economia, guerra, occidente
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Tutto si tiene. Ed è per questo che siamo in una situazione pericolosa. I dati sulla produzione italiana sono sotto gli occhi di tutti: negativi! E’ da tempo che, da questo blog, sostengo la necessità di pensare ad una via d’uscita che non sia più una nuova forma di capitalismo, ma di socialismo, che sia in grado di ricollegarsi al passato ed aggiustare gli errori compiuti, in direzione di una nuova e più umana socialità. Che significa anche – se non soprattutto – una nuova etica. Tuttavia la mia previsione è che ci saranno molti morti e sofferenze prima di cambiare.

L’economia italiana è allo sfascio. Non se ne esce in due o tre anni ma in 30-40, se ci sarà una classe dirigente in grado di gestire un trapasso di modelli capitalistici, cosa di cui dubito molto. Manca pure la volontà a gestire la cosa. C’è anche molta incompetenza. Riluttanza ad affrontare i nodi sul tappeto che sono così vasti da essere globali. Cultura, società, economia, politica, tutto si lega. Per uscire dall’impasse ci vuole un grande trauma. Purtroppo ci vuole un grande trauma. L’Italia appare come un paese stordito ed incapace di reagire, anche dal mero lato della gestione ottimale del presente, ed affrontare le sfide sul tappeto. La cosa che fa veramente specie è che stiamo prendendo tempo, ovvero ci stiamo mangiando tutto ciò che, in termini economici, politici, sociali  e culturali eravamo riusciti a costruire nel dopoguerra, fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso.

L’Italia ha una proiezione troppo limitata e sottomessa per poter uscire dalla situazione in cui si trova e, credo, nemmeno un miracolo potrebbe salvarla ora, allo stato delle cose. Analizziamo, comunque, alcuni fatti, alcune tendenza che ci stanno intorno.

Gli Stati Uniti sono economicamente allo sbando. Concordo con coloro che asseriscono non esserci proprio economia. Qualcuno dice che si stanno riprendendo, e certo, un piccolo respiro ce l’hanno, visto che oggi come oggi il costo del lavoro è di 7,50 $ all’ora per un lavoratore medio d’oltreoceano. Con un salario di questo tipo è ovvio che il capitalismo abbia delle boccate d’aria. Ma parliamo di 5 € circa all’ora! Al centro dell’impero! Ci sono ecormi quantità di debiti strutturali che circa 77 milioni di americani detengono e non saranno mai pagati, con il livello di ripresa – scarsissimo – possibile di questi giorni ed io non credo ai miracoli. La Banca dei Brics è una sfida agli USA che non intendono lasciar perdere. Peraltro la guerra economica tra Occidente e Russia rischia di farci schiattare completamente. Sergey Glazyev, advisor di Putin, è molto chiaro nell’analisi della situazione attuale e dei rischi futuri possibili. Ci siamo imbarcati in questa storia ignobile del conflitto ucraino che è diventata l’arma di ricatto principale degli americani ed è il cavallo di Troia che ci porterà ad un conflitto con la Russia e, forse, in prospettiva, con la Cina. Come dice Glazyev, il prezzo maggiore lo pagherà l’Europa.

Molta acqua è passata sotto i ponti e molte cose sono cambiate sul nostro pianeta. Intanto, l’Occidente ha dovuto ridurre il suo stile di vita, spesso e volentieri ottenuto sulle spalle di popoli soggiogati o brutalizzati, uno dei quali era anche quello cinese, ora non più disposto a farsi sottomettere. Ora la competizione si fa veramente dura e non si conoscono ancora gli esiti possibili della stessa. Uno degli esiti possibili è la guerra. L’Ucraina, come già osservato, è diventata, anzi doveva diventare un punto di svolta importante della strategia invasiva dell’ Occidente e strumento di ricatto per l’acquiescenza europea, verso un nuovo ordine capitalistico.

Il progetto è quello di conquistare territori, fonti energetiche, braccia e cervelli per l’autoconservazione occidentale, in un nuovo, ma classico, schema gerarchico classista. Tuttavia e nonostante questi sforzi, Jaime Caruana prevede una prossima bolla finaziaria. I tempi, quindi, sono stretti. Credo non ci sia nulla di più appropriato che definire questi tempi come quelli della navigazione a vista.

Gli USA non molleranno mai l’Europa Intendo pacificamente. Questa eventualità è un sogno di anime belle quanto cretine. L’uscita dell’Europa dalla sfera d’influenza americana sarebbe una dichiarazione di guerra nei confronti degli USA. Una via non praticabile, una strada senza ritorno se non attraverso rivolgimenti epocali e veramente rivoluzionari che adesso è ancora troppo presto prevedere. Tuttavia, in un mondo dove le 85 persone più ricche detengono più denari di 3,5 miliardi di poveri, non c’è molto margine di manovra e, prima o poi, i nodi dovranno venire al pettine. Il problema, ed il limite attuale, risiedono nella superiorità tecnologica occidentale.

A livello europeo, Francia e Germania ci tengono per le palle e non hanno alcuna intenzione di darci un pò di tregua, anzi, la nostra debolezza permette loro di comprare a basso prezzo e di ricattarci continuamente, tenendoci ai margini dell’economia. Qualcuno sostiene anche che, se non fosse per le basi americane in Italia, lo strapotere di tedeschi e francesi sarebbe ancor più drammatico. Non so quanto sia vero, probabilmente lo è, ma la questione è che siamo tra l’incudine e il martello.

In un contesto del genere, quale può essere  il ruolo di un paese come l’Italia? Non ci sono ricette, ci vuole un trauma, come ho detto qualche riga fa. Credo che questa situazione andrà avanti ancora, mentre crescerà l’impoverimento medio degli italiani che ritorneranno a vivere in un paese povero e desertificato in quanto ad attività produttive e commerciali. Il ruolo dell’informale aumenterà. Morta la generazione dei nostri genitori e nostra (prossimi 40 anni), ci ritroveremo un paese irriconoscibile, dei cui momenti felici e di progresso non ci sarà (forse) nemmeno memoria.

Tuttavia altre cose vanno dette. l’Ucraina è il fronte su cui USA ed Europa si giocano la loro credibilità e la tenuta dei loro (iniqui) sistemi. Peraltro, le sanzioni alla Russia hanno già provocato delle ritorsioni da quel paese, creandoci ulteriori problemi per una possibile ripresa economica. Insomma, siamo lanciati verso il precipizio. Chi ci comanda vuole abituarci alla miseria ed al ricatto fisico e morale, questo è ovvio. Tra non molto, dovremo combattere per sopravvivere. E credo cominceremo ad essere disposti a farlo. Peraltro, un altro degli obiettivi non dichiarati, ma evidenti, della crisi ucraina è quello di destituire Putin e tentare un cambio politico in Russia. Putin è un guardiano troppo efficace per le bramosie imperialistiche dell’occidente e, soprattutto, per gli americani che non intendono spartire fonti energetiche, e ricchezza finanziaria (anche se in declino) con nessuno.

Ci sono, come sapete, altri fronti caldi; dalla Siria a Gaza alla Libia, alle isole Daoyou. Altri ancora nell’Africa subsahariana. Sono tutti focolai accesi indirettamente dall’occidente, senza alcun senso di responsabilità nei confronti dell’umanità. I combattenti sunniti iperislamisti della Jihad che hanno formato quell’incredibile stato chiamato Isil, finanziati dall’Arabia Saudita e, a vario titolo, da altri paesi della penisola arabica, sono alleati fuori controllo dell’Occidente. La strategia globale costruita a tavolino dagli USA e dagli alleati occidentali, in cui gli interessi del grande capitale entrano in gioco immediatamente, che consiste nel riportare indietro le lancette dell’orologio della storia, disseminando il mondo di movimenti armati regressisti, in modo da far regnare il caos (strategia del divide et impera) sembra abbia avuto pieno successo, non fosse che per i costi sociali e politici molto alti che, forse, una certa parte della classe dominante non intende più pagare.

Inoltre, e non meno importante: fino a quando i paesi iperislamisti del Golfo rimarranno obbedienti agli Stati Uniti; fino a quando rimarranno legati al carro ed alle regole del Grande Fratello nordamericano, che prevede anche un’alleanza fittizia, ma tuttavia operativa, con Israele, invece di andare per i fatti loro, in modo totalmente contrastante con gli interessi occidentali, nella direzione di ricostituire un nuovo Califfato, su basi (ovviamente) di continuità non-letterale col passato ed imporre loro le regole più congeniali ai propri interessi?

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