Riflessioni e considerazioni di costume.

Necromouse
Necromouse

…Oggi tutto sembra permesso, ma in realtà i divieti sono meramente spostati. Pensate all’impasse odierna sulla sessualità o sull’arte: esiste niente di più noioso, opportunistico e sterile che soccombere all’ingiunzione del super-io di inventare incessantemente nuove trasgressioni e provocazioni artistiche (l’attore che si masturba sul palcoscenico o si provoca masochisticamente dei tagli, lo scultore che espone cadaveri di animali in putrefazione o escrementi umani) o all’ingiunzione analoga di misurarsi in forme di sessualità sempre più “audaci”?  In alcuni circoli “radicali” negli Stati Uniti, recentemente è stata avanzata la proposta di “ripensare” i diritti dei necrofili (coloro che desiderano avere rapporti sessuali coi morti). Perché dovrebbero esserne privati?  Così è stata formulata l’idea che, così come si firma per autorizzare l’espianto di organi a fini medici in caso di morte improvvisa, si possa anche firmare per consentire che il proprio corpo sia messo a disposizione dei necrofili.

Tale posizione realizza la vecchia intuizione di Kierkegaard su come l’unico vicino buono sia il vicino morto: un vicino morto – un cadavere – è il partner sessuale ideale di un soggetto “tollerante” che cerca di evitare qualunque molestia. Per definizione, un cadavere non può essere molestato.

Ecco due temi che determinano l’atteggiamento tollerante  e liberale di oggi nei confronti degli Altri: il rispetto dell’alterità, l’apertura verso di essa e la paura ossessiva della molestia. In breve, l’Altro va bene nella misura in cui la sua presenza non è intrusiva, nella misura in cui l’Altro non è veramente Altro. Ciò che sta emergendo sempre di più come il diritto umano fondamentale nella società tardo-capitalistica è il diritto di non essere molestati, cioè di poter restare a distanza di sicurezza dagli altri. Una struttura simile è chiaramente presente nel modo in cui ci relazioniamo con l’arricchimento capitalistico: va bene purché sia controbilanciato da attività caritatevoli. Prima si accumulano miliardi, poi li si restituisce (parzialmente) ai bisognosi.

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