Tommaso Campanella e la Città del Sole.

Tommaso Campanella e la Città del Sole
Tommaso Campanella e la Città del Sole, letteratura italiana, la letteratura,

di Sergio Mauri

Quando Fra’ Tommaso Campanella, seguace di Bernardino Telesio e del suo naturalismo1, nella sua opera “La città del sole”, l’utopia di una repubblica comunista teocratica, descrive un tipo di società umana assolutamente armoniosa, in cui non esiste la proprietà privata, ognuno lavora ed opera a seconda delle proprie capacità ed inclinazioni ed in cui le molteplici attività educative indirizzate al corpo e alla mente servono a costruire dei cittadini consapevoli ed equilibrati, Tommaso Campanella, dicevo, non intende consegnare al mondo solo un’opera di indirizzo morale, poiché la dimensione morale era già ben presente ed attiva nel suo mondo, pur se in contraddizione permanente (esattamente come ognuno di noi) con i principi dichiarati. Certo la dimensione morale è ben presente, ma l’obiettivo del lavoro di Campanella è molto più concreto, è quello di farci capire che una società di liberi ed uguali, basata sulla condivisione dei beni, sulla solidarietà, la fratellanza e la crescita collettiva, piuttosto che sulla competizione animale per la sopravvivenza e l’individualismo entropico, è conveniente.

Lo scarto tra la “cultura occidentale” del suo tempo, ma anche di quello attuale, aggiungerei, di cui il Campanella parla e l’utopia che non è sogno, ma prefigurazione del domani possibile, questo scarto- dicevo – è profondo. Ad Occidente un’altra cultura è possibile, esattamente come già Platone aveva prefigurato nella sua Repubblica di tipo comunista artistocratico. Un’altra cultura va non solo sognata, ma anche costruita. Nei secoli successivi la costruzione proseguirà tra brusche fermate e salti in avanti, ma la strada è tracciata.

Campanella, quindi, non parla solo di morale e di astrazioni, ma di cose pratiche. Ma è proprio sull’aspetto pratico che io definisco della “convenienza” che voglio soffermarmi. La specie umana, per non sparire deve compiere quegli atti che le sono più congeniali (convenienti) per la sua sopravvivenza. La proprietà comune, la solidarietà, la condivisione, sono tutti atti convenienti alla sopravvivenza della specie. Convenienza, dal latino convenentia, significa corrispondenza di elementi, equilibrio e simmetria. Ma significa anche utilità, vantaggio. Un’armonia vantaggiosa per chi ne fa parte, insomma.

Indulgendo ora al metodo campanelliano, ovvero a quello di un uomo che “impara più dalla natura che dai libri”, possiamo supporre ciò che segue. Potremmo considerare, per ipotesi, che le società umane si dividono in due tipi: quelle che fanno massa critica e quelle che sono vittime dell’entropia. Nel mondo attuale abbiamo diversi esempi di società che fanno massa critica. Parliamone brevemente senza indugiare troppo sui loro regimi politici, spesso antitetici, poiché ciò che conta è quello che esprime la società. In Asia abbiamo il Giappone, la Cina e la Corea, solo per citarne i paesi più significativi, che sono il prodotto della massa critica che la loro cultura e ordine sociale hanno generato. Ciò a titolo diverso, come sono diversi le storie e gli ordinamenti politici che contraddistinguono queste società. In che cosa si esprime questa “massa critica”? Nella compattezza di chi appartiene a quei contesti sociali nei confronti del mondo esterno vissuto come distruttore di un ordine preesistente e valido. Chi non ha mai sperimentato la cosiddetta “chiusura” dei cinesi e dei giapponesi e coreani? Chi non ha conosciuto la loro consistenza?

Tuttavia, la capacità di generare una massa critica in quelle società che noi, di volta in volta, definiamo “chiuse”, “autocentrate”, o che si sviluppano per vie interne, sono proverbiali. Certo l’uguaglianza non è proprio l’orizzonte di tutte e tre queste realtà, se non forse nel caso della Cina, ma uguaglianza dei membri della comunità se non altro come appartenenza nazionale, sono un valore o una caratteristica a noi sconosciuta, se non nemica.

Ma torniamo alla comprensione dell’uomo e filosofo Tommaso Campanella.

Egli vuole ricomporre la frattura del mondo cristiano: è il suo obiettivo politico. Tuttavia questa ricomposizione – secondo Campanella – si potrà estendere all’ebraismo e all’islamismo poiché il cristianesimo è la religione naturale.

Nella Città del Sole, i solari conoscono la figura del Cristo anche se non ne hanno conosciuto la predicazione. Allora, ciò significa che il cristianesimo è la religione naturale. Quindi la natura umana fondata sulla ragione, simboleggiata nel sole, con le sue forze può arrivare ad una religione che coincide col Cristianesimo o meglio col Cristianesimo delle origini cha va riattinto.

È conterraneo, come già osservato, di Bernardino Telesio. Di umili origini come Giordano Bruno. Durante la Controriforma gli ordini monastici erano in grado di valorizzare i talenti. La “macchina” dell’ordine domenicano proietta Bruno e Campanella al massimo livello intellettuale europeo.

Punto fondamentale del pensiero campanelliano è l’anti aristotelismo, per questo egli è seguace di Telesio.

Campanella è “sensista”, cioè la sua posizione si fonda sui sensi. Posizione originale, visto che in filosofia viene prima la ragione e dopo i sensi (“fallaci”). Ma Campanella e Telesio sono sensisti per reazione all’aristotelismo. Secondo i due, tutta la natura è sensibile, dotata di anima. Campanella segue il panpsichismo[2] di Telesio. Il senso di partenza è il sensus sui, cioè noi conosciamo il mondo esterno grazie alla conoscenza che abbiamo di noi stessi tutto parte dal soggetto e Campanella è, in questo senso, un pensatore moderno. Si passa allora dall’attenzione verso l’oggetto a quella verso il soggetto.

Ricapitoliamo. La filosofia greca è stata una filosofia rivolta alla natura, all’oggetto, all’ontologia, alla struttura, all’arké, al fondamento della natura. La filosofia medievale è stata attenzione rivolta all’oggetto supremo, a Dio, sconfinando nella teologia. L’età moderna sposta la sua attenzione verso il soggetto. Snodo fondamentale è Cartesio (“cogito ergo sum”). Il culmine del processo è Kant: il soggetto è il legislatore della natura. Campanella sta su questa linea, anzi precorre Cartesio, con il suo sensus sui (sensazione di sé stessi).

Campanella, per attaccare Aristotele si appoggia a Platone, Plotino e Sant’Agostino. Dunque la conoscenza di sé stà alla base dell’uomo e di qualsiasi essere vivente. Qui Cartesio corroborerebbe il suo discorso con la conoscenza scientifica mentre Campanella, per metà ancora nel Medioevo, parla di cose sensibili che la natura è una e che la magia e l’astrologia sono lecite. Campanella è astrologo e riconosce che tra le cose grandi e quelle piccole c’è corrispondenza e che ci sono antipatie e simpatie fra tutte le cose.

Campanella sarà salvato dal carcere dopo 27 anni grazie all’oroscopo che farà a Papa Urbano VIII° e per ribadire l’importanza dell’astrologia viene accolto da Richelieu e da Luigi XIII° in Francia, dove il primo gli pubblica le opere.

Campanella, rinchiuso nel Maschio Angioino e torturato, avrà la forza di scrivere la Città del Sole su striscioline di carta. Come fa e perché un uomo in quelle condizioni scrive l’opera? Probabilmente per giustificare i motivi della rivolta antispagnola contro i suoi ex sodali colpevoli di finalità materiali (soldi). La Città del Sole è la risposta a tutto ciò.

La città del Sole è fatta di 7 gironi, costruita su una collina. In cima c’è un tempio dove viene venerato il sole. Tutti i solari lavorano 4 ore al giorno senza disdegnare i lavori più umili.

Ma Campanella basandosi sulla sua vita a Napoli osserva che (Città del Sole) la ineguale distribuzione della ricchezza genera la corruzione in tutta la società. I ricchi sono pervertiti, spendaccioni, tracotanti e prepotenti; i poveri sono striscianti, astuti, falsi e subdoli. Ricchi e poveri sono corrotti dalla proprietà. Questa situazione si risolve con la “spropriatezza”, cioè con la mancanza di proprietà privata. Questa soluzione Campanella la prende dall’ordine domenicano dove vige l’uguaglianza più assoluta. Il 2° ideale è l’abolizione della famiglia poiché i genitori potrebbero aspirare  ad avere proprietà o accumulare denaro per i figli. Sono ideali ripresi da Platone.

Poi c’è la questione del miglioramento della razza umana, collegata all’esperienza dei derelitti e della scarsa igiene a Napoli, praticamente Campanella propone l’eugenetica.

Secondo Campanella i solari sono la popolazione naturale in cui la figura di Cristo è quella che più si avvicina alla ragione. La religione cristiana è quella che più si avvicina a quella naturale. Secondo Campanella la trinità è dimostrabile, non è un dogma. La religione cristiana è superiore alle altre e in particolare all’Islam e all’ebraismo perché è religione trinitaria. Dio è l’essere supremo ma un essere supremo deve avere la potenza di essere. Ma l’essere che ha potenza di essere sa anche di essere. Quindi ogni cosa, ma Dio nel modo più eccelso ha la potenza di essere e la conoscenza di sé stesso e perciò ha l’amore di sé stesso.

I solari sono uomini naturali, non hanno ricevuto la rivelazione che si fonda sulla ragione e sulla trinità quindi. Il cristianesimo è superiore alle altre religioni monoteistiche perché Dio è percezione di sé stesso, è pensiero (ragione suprema) e questo pensiero è pensiero di qualche cosa. Dio è pensiero pensante, c’è qualcosa di esterno a lui, c’è il pensiero pensato, cioè Cristo. (Vedi il Vangelo di San Giovanni). Quindi c’è la figura del padre, del pensiero, ma il pensiero è pensiero di qualche cosa, altro da sé, cioè il figlio, un’altra cosa. Essi sono connaturati perciò c’è un rapporto d’amore. Ma se ci stanno 2 entità, ci deve essere pure la 3^, cioè il loro rapporto. Non c’è due senza tre.

Gli altri monoteismi sono più bassi della concezione dei solari. Infatti poiché se io concepisco Dio come suprema ragione allora esce quello di cui sopra, se invece lo concepisco come volontà allora Dio è basso perché la volontà è arbitraria. Allah decide dall’inizio dei tempi se uno deve essere dannato o andare in Paradiso. La concezione basata sulla volontà è inadeguata. Quella adeguata è che Dio è Logos, pensiero, allora cristianamente, Dio non è un Dio che schiaccia con la sua volontà. Dio è libertà, non può essere opprimente.

Amabile è il medico che ha raccolto tutte le carte del processo a Campanella comprandole da un robivecchi che girava per Napoli come carta per la stufa.

Bobbio è uno studioso che ha sostenuto con Amabile che Campanella al maschio Angioino abbia finto di aderire al cattolicesimo.

Firpo invece dice che Campanella è sincero: Campanella dopo Lutero che ha spezzato la cristianità e Machiavelli che ha sostenuto gli stati nazionali cioè la frammentazione, bisogna ricreare l’unione dell’umanità sotto il cristianesimo ma un cristianesimo epurato, semplice e orientato alle origini.

 

[1]Concetto appartenente all’ambito filosofico secondo il quale tutti gli esseri, viventi e non viventi, posseggono delle capacità psichiche.

[2]”La conoscenza deve basarsi sulla natura e non sui sofismi degli uomini”.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger e studioso di storia, filosofia e argomenti correlati. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Hammerle Editori nel 2014.
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