Sulle teste delle persone. Dall’Ucraina agli alleati sauditi dell’ISIS.

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Sul tema dell’Ucraina, qui ci siamo già espressi: in particolare qui, qui e qui. Ma ciò che voglio sottolineare adesso è il fatto, di cui siamo venuti a conoscenza già qualche giorno fa, che pace è stata fatta tra Ucraina (quindi tra Occidente) e Russia in tema di forniture di gas. Quindi; prima guerra a parole, urla e strepiti, poi 4000 e passa morti veri che credevano stesse veramente succedendo qualcosa di nuovo (positivo per alcuni, negativo per altri) e sono finiti in mezzo ai casini. Poi siamo venuti a conoscenza del fatto che, tranquillamente e seraficamente, le classi dirigenti dei due blocchi geopolitici non hanno mai smesso di fare affari. A pagare devono essere sempre i poveracci!

Nessuno vuole scontrarsi, nessuno vuole la guerra. Non esistono principi morali o politici così importanti da dover essere difesi anche con la vita, mettetevelo bene in testa! E questo è buono, ovviamente. Però, chi ha le redini del mondo, lo fa (fa la pace) solo perché ci deve guadagnare. Noi, cinicamente ed egoisticamente, dobbiamo solo sperare non arrivi mai il punto di rottura che ci coinvolga.

Comunque, a parte il fatto che i rincari che avremo in bolletta serviranno anche a pagare questo schifo di gente, ci sono delle cose che vale la pena commentare anche sul fronte del petrolio e del suo prezzo. C’è stato un calo del suo prezzo negli ultimi tempi. Tutto ciò nonostante la (finta) crisi con l’Iran, i casini inenarrabili con l’Iraq e l’Afghanistan. Un paio di anni fa avrei ancora sostenuto che la guerra all’Iraq e poi quella all’Afghanistan fossero state fallimentari per il capitalismo internazionale a dominanza USA. Oggi, non ne sono più assolutamente convinto. A questo proposito The Globalist ci informa della nuova geostrategia Saudita-Americana, che va di pari passo con la gestione del fenomeno ISIS:

At least equally significantly, following Kerry’s meeting with King Abdullah, it was also announced that Saudi Arabia had committed to stop funds and arms flowing from the country going to IS.

Also, for the first time, the Saudi monarchy saw itself moved to announce its condemnation of IS.

Whether or not as part of the deal, the Saudis agreed to ramp up oil production. The 30% plunge in energy prices is a great support for a staggering world economy.

It is also putting great pressure on Russia, Iran and Venezuela. Oil producers in West Africa, Central Asia, Mexico and Canada will end up the as the collateral damage to this Saudi-American geo-strategic drone. Europe, the United States and, with the exception of Japan, all of Asia are the beneficiaries.

Appare chiaro, quindi, che dobbiamo vedere con sospetto certi strepiti e certe richieste in termini di politica. Molto fumo negli occhi, strepiti che possono esser messi a tacere con accordi, elargizioni, alleanze. Dobbiamo, inoltre, renderci conto che l’Occidente, nonostante il suo ridimensionamento, è ben lungi dall’esser battuto definitivamente in un contesto mondiale nel quale può giocare ancora a lungo il suo ruolo di leadership. Chi si ostina a pensare che il nuovo secolo sarà solo cinese, non solo produce cortine fumogene, ma avrà delle sorprese.

C’è un altro particolare da valutare adeguatamente. L’estrazione dello shale gas negli USA, ma anche altrove, in sistanza il procedimento di fracking, si sta dimostrando assai poco conveniente e sicuro. Gli americani, che solitamente accusano i cinesi di nefandezze ambientali oltre che umanitarie, non sono mai stati environment-friendly. Tutto ciò al netto dell’oggettivo aiuto all’economia derivato dall’estrazione dello shale gas. La domanda, a questo punto è: quanto durerà l’effetto positivo di questa nuova tecnica di estrazione di energia e, di conseguenza, quanto potrà durare la sua ricaduta nel sistema economico USA-occidentale? Gas naturale e petrolio sono ancora lungi dall’essere rottamati.

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